Tumore al seno, i medici avvertono: questo è il primo sintomo da riconoscere subito

In Italia, il tumore al seno rappresenta ancora oggi la neoplasia più frequentemente diagnosticata tra le donne.
La crescente consapevolezza sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce è fondamentale per migliorare la prognosi e l’efficacia delle terapie. Il Professore Massimo Vergine, chirurgo senologo di riferimento a livello nazionale e internazionale, sottolinea come riconoscere tempestivamente i primi segnali rappresenti la chiave per salvare molte vite.
Il primo sintomo del tumore al seno è spesso la comparsa di un nodulo palpabile: una massa o ispessimento localizzato nel tessuto mammario che può essere indolore e non sempre facilmente individuabile senza un esame accurato. Le caratteristiche di un nodulo sospetto includono una consistenza dura, margini irregolari, fissità al tessuto sottostante e la presenza unilaterale. Tuttavia, è importante ricordare che circa l’80% dei noduli mammari sono benigni, come le cisti o i fibroadenomi, e non necessariamente indicano un cancro.
Altri segnali iniziali da monitorare attentamente includono:
- Alterazioni del capezzolo, come retrazione, deviazione o secrezioni anomale (sierose, ematiche o siero-sanguinolente) provenienti da un solo dotto.
- Cambiamenti nell’aspetto della pelle del seno, quali arrossamenti, ispessimenti, desquamazioni o la caratteristica “buccia d’arancia”, segno di coinvolgimento del sistema linfatico cutaneo.
- Ingrandimento dei linfonodi ascellari, che possono indicare una possibile diffusione regionale della malattia.
Il dolore al seno, sebbene spesso presente in molte condizioni benigne, non è un sintomo tipico nelle fasi iniziali del tumore al seno, ma può manifestarsi nelle forme più aggressive o avanzate.
Fattori di rischio e prevenzione
Il rischio di sviluppare un tumore mammario è influenzato da una combinazione di fattori, alcuni modificabili e altri no. Tra i fattori non modificabili si annoverano l’età – con la maggior parte dei casi diagnosticati dopo i 50 anni – e la familiarità, soprattutto se parenti stretti hanno avuto la malattia in giovane età. Le mutazioni genetiche nei geni BRCA1 e BRCA2 rappresentano un rischio elevato e per le donne portatrici di tali mutazioni sono disponibili programmi di sorveglianza intensificata e strategie preventive, come la mastectomia profilattica.
Gli esperti raccomandano inoltre di adottare uno stile di vita sano per ridurre i fattori di rischio modificabili:
- Mantenere un peso corporeo nella norma, limitando sovrappeso e obesità, che aumentano il rischio soprattutto dopo la menopausa.
- Seguire una dieta equilibrata, preferendo alimenti vegetali e riducendo il consumo di grassi saturi e zuccheri raffinati.
- Evitare il fumo e limitare il consumo di alcolici, fattori associati a un incremento del rischio.
- Praticare regolarmente attività fisica, che può ridurre il rischio fino al 12%, con benefici evidenti soprattutto dopo la menopausa.
- Allattare al seno per almeno sei mesi, un comportamento protettivo confermato da recenti studi internazionali.

La diagnosi precoce rimane il pilastro fondamentale nella lotta contro il tumore al seno. I programmi di screening mammografico, gratuiti e organizzati a livello nazionale per le donne tra i 50 e i 69 anni – con alcune regioni che estendono la fascia anagrafica – consentono di identificare la malattia in fase iniziale, quando le opzioni terapeutiche sono più efficaci e meno invasive. L’ecografia mammaria è spesso utilizzata come esame complementare, soprattutto nelle donne più giovani con tessuto mammario denso.
L’autopalpazione mensile, consigliata a partire dai 20 anni, è un metodo semplice che permette alle donne di familiarizzare con la propria anatomia e riconoscere tempestivamente eventuali anomalie. Tuttavia, va sottolineato che l’autopalpazione non sostituisce gli esami clinici e strumentali, ma rappresenta un’integrazione importante per una sorveglianza attiva.
Una visita senologica annuale presso uno specialista come il Professore Vergine è raccomandata indipendentemente dall’età, per valutare con competenza ogni possibile segnale sospetto e pianificare eventuali approfondimenti diagnostici, come la biopsia o la risonanza magnetica.
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