Un anno grigio per la concia italiana. Che però tiene sul design

Per avere una fotografia nitida della contrazione della domanda di beni di lusso, è utile dare uno sguardo alla parte alta della filiera. Il trend della concia italiana, uno dei principali fornitori di pelle per i vari segmenti, offre uno spaccato delle difficoltà del momento. Nel 2024 i bilanci delle società del settore hanno visto prevalere i segni negativi. Lo studio Pambianco – che prende in considerazione le dieci principali concerie italiane per fatturato tra quelle che hanno depositato i documenti – evidenzia una contrazione del 2,5% a 1,7 miliardi di euro. Il trend conferma quanto anticipato da Unic, l’associazione di settore, nel corso della sua ultima assemblea. A livello congiunturale, nel 2024 il volume di produzione è calato del 4,1% mentre il valore è diminuito del 4,5% a 4,1 miliardi di euro.
UNA CLASSIFICA A DOPPIA VELOCITÀ
Rispetto allo scorso anno, ben sette realtà su dieci nella classifica Pambianco hanno evidenziato segni meno nel bilancio, con flessioni anche a doppia cifra. Inoltre, c’è stato un piccolo cambiamento sul podio, con Conceria Pasubio che con 329 milioni di euro (seppur in flessione dell’8,5%) ha riconquistato la seconda posizione, e Rino Mastrotto Group che è sceso al terzo posto con 327 milioni di euro e un calo del 9,5 per cento. Al primo posto si conferma Gruppo Mastrotto Holding con 398 milioni di euro, in crescita del 9,4 per cento. Da segnalare lo sprint di Bonaudo che ha incrementato il fatturato di ben 25 punti, arrivando a un turnover di 89 milioni. Altra realtà in crescita è Conceria Antiba che ha aumentato il fatturato del 6,5% a 57 milioni di euro.
Per Matteo Mastrotto, CEO di Rino Mastrotto Group, il 2024 è stato un anno in cui il gruppo ha “sicuramente percepito il rallentamento globale. Nel nostro caso – aggiunge – per i segmenti moda e arredo è stato comunque un anno positivo, di continuità”. Mentre il 2025 si profila come un “periodo di transizione e cambiamento”, con una “moda che sta tornando alla vera moda”. Esprime ottimismo Chiara Mastrotto, presidente del Gruppo Mastrotto: “In un contesto internazionale segnato da incertezza e instabilità, nel 2024 abbiamo espresso grande resilienza, grazie alla nostra diversificazione per mercati, segmenti e settori applicativi”. Per Mastrotto è stato funzionale rafforzare “il posizionamento nei segmenti premium e luxury” e la scelta di portare “la nostra offerta a un livello più alto di personalizzazione, servizio e prossimità al cliente”. E per il 2025 il gruppo punta a un “consolidamento dei risultati, anche grazie al lavoro avviato sul fronte dell’integrazione verticale, che ci permette di rafforzare la capacità industriale e ampliare l’offerta verso clienti che richiedono soluzioni complete e affidabili”. Alessandro Iliprandi, presidente e AD di Bonaudo, sottolinea come alla base del boost del 2024 ci siano più elementi: “Abbiamo puntato sull’eccellenza e la massima qualità dei nostri prodotti garantendo ai nostri clienti un servizio su misura e a 360 gradi, continuando a inserire nel nostro organico giovani figure professionali per intercettare nuovi trend e tendenze”. E per il 2025 si prevede “un’importante crescita, come nel 2024”.
VERSO L’ESTENSIONE DELLA PROPOSTA
Nonostante la congiuntura sfidante, è interessante come la situazione attuale abbia in qualche modo rafforzato due tendenze che si sono poi evidenziate soprattutto nei primi mesi del 2025: da una parte il costante presidio dei grandi gruppi del lusso con l’ingresso nel capitale delle concerie. L’altro aspetto è quello dell’estensione da parte dei big della concia del proprio raggio d’azione anche in altri settori affini.
Va in questa direzione la scelta dello scorso giugno della Conceria Pasubio, da sempre specializzata nella produzione di pellami per l’automotive, di rilevare il 100% di Skin e di Conceria Antiba per rafforzarsi nell’abbigliamento, creando una piattaforma ad hoc. L’altra area interessante è quella del’interior design, una voce già presente nel business delle principali concerie italiane. Per esempio, il Gruppo Mastrotto è attivo nei settori fashion, interior design, e automotive. Proprio l’interior design è uno dei segmenti che nel 2024 “pur all’interno di un contesto maturo come quello dell’arredamento, ha mostrato segnali di tenuta”, spiega Chiara Mastrotto, che aggiunge: “Il mondo del contract e dell’hospitality di fascia alta continua a cercare materiali distintivi, durevoli e ad alte performance, in grado di rispondere a esigenze estetiche e funzionali sempre più articolate. È proprio la pelle, con la sua unicità, a poter offrire queste risposte”. A conferma della rilevanza del settore negli ultimi mesi il settore ha visto un’altra operazione, inedita perché nel segno dell’allenza: la creazione della newco Jacquart da parte di Rino Mastrotto e del Gruppo Marzotto specializzata in tessuti e velluti jacquard d’arredo di alta qualità.
Resta strategico il discorso del presidio della filiera da parte del lusso. Va in questo senso l’operazione del Gruppo Prada con la partecipazione del 10% in Rino Mastrotto Group, oltre al conferimento del 100% di Conceria Superior e di Tannerie Limoges. Sempre nell’ottica di rafforzare i rapporti con i fornitori, Chanel continua ad acquisire quote dei suoi terzisti. L’ultimo è la Conceria Nuova Impala, di cui la maison ha rilevato il 20 per cento. È plausibile che le acquisizioni proseguano. Secondo Iliprandi di Bonaudo, “è indispensabile, se i brand vogliono proseguire nell’acquisizione di aziende, rilevare eccellenze condotte da imprenditori capaci. Resto ottimista sul futuro del settore, ma solo per quelle aziende che in questi anni hanno continuato a investire in strutture, organizzazione e qualità. Nel medio periodo prevedo volumi inferiori ma non per le aziende di eccellenza”. E qui l’Italia è tenuta a fare ancora di più la differenza.
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