VENEZIA82 – Presentato alla Mostra del Cinema “Elisa” di Leonardo Di Costanzo con Barbara Ronchi e Valeria Golino: “E’ la storia di un percorso interiore”

Settembre 4, 2025 - 21:30
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VENEZIA82 – Presentato alla Mostra del Cinema “Elisa” di Leonardo Di Costanzo con Barbara Ronchi e Valeria Golino: “E’ la storia di un percorso interiore”

“Elisa” di Leonardo Di Costanzo con Barbara Ronchi, Roschdy Zem, Diego Ribon, Valeria Golino, è stato presentato in Concorso alla 82. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Elisa, trentacinque anni, è in carcere da dieci, condannata per avere ucciso la sorella maggiore e averne bruciato il cadavere, senza motivi apparenti. Sostiene di ricordare poco o niente del delitto, come se avesse alzato un velo di silenzio tra sé e il passato. Ma quando decide di incontrare il criminologo Alaoui e partecipare alle sue ricerche, in un dialogo teso e inesorabile i ricordi iniziano a prendere forma, e nel dolore di accettare fino in fondo la sua colpa Elisa intravede, forse, il primo passo di una possibile redenzione.

A inizio conferenza il regista ha letto una lettera a nome del cast e della crew di “Elisa”, per chiedere la fine del genocidio a Gaza, il riconoscimento dello Stato di Palestina ed esprimere il supporto alla Global Sumud Flotilla.

“L’idea del film è nata durante la scrittura e la realizzazione di Ariaferma, e in un certo senso ne rappresenta una continuazione. Se Ariaferma si concentrava sulle relazioni in carcere, Elisa è invece la storia di un percorso interiore, quello di una donna che ha compiuto un atto di estrema violenza. Il film si ispira agli studi dei criminologi Adolfo Ceretti e Lorenzo Natali, che da anni conducono ricerche sull’agire violento e sugli autori di crimini efferati, compresi quelli non derivanti da marginalità sociali, né da patologie psichiatriche. Elisa è un personaggio di cui percepiamo la sofferenza, ma anche la freddezza e la capacità avuta nel manipolare le persone a lei vicine. Seguendo la sua vicenda, oscilliamo tra la comprensione del suo percorso interiore e il rifiuto profondo verso chi è stato capace di compiere un atto tanto estremo. L’idea è trasformativa, Elisa con il criminilogo fa un lavoro su se stessa, sulla propria ricerca di consapevolezza”, ha dichiarato Leonardo Di Costanzo.

Diego Ribon interpreta il padre di Elisa: “Quest’uomo compie un gesto che ritengo personalmente rivoluzionario nel senso che è incomprensibile per la società la cui pubblica morale sbatte il mostro in galera e butta via la chiave, invece lui porge una mano alla figlia che lo ha fatto precipitare nella tragedia perchè si immagina un’ipotesi di futuro per Elisa, una volta scontata la pena, e anche per se stesso. Non ho seguito schemi emulativi per entrare nel personaggio, abbiamo discusso con Leonardo e con Barbara Ronchi su concetti pregnanti come odio, rancore, amore paterno e pietas umana e tutto questo è finito nel padre del film che raccoglie i pensieri e anche la mia persona, nel rispetto di chi ha vissuto veramente questa tragedia”.

A dare il volto ad Elisa è Barbara Ronchi: “Noi avevamo le parole, il libro, la sceneggiatura ma in fondo non sapevamo dove ci avrebbe portato esattamente questa storia. Abbiamo fatto tante prove, all’inizio sembra che Elisa intraprenda questo percorso con un bisogno di parlare di sè come se non parlasse con nessuno da anni per il senso di colpa che sente. Grazie al criminologo capisce che deve indagare profondamente chi è e questo provoca un cambiamento, il bisogno narcisistico di parlare diventa un bisogno di conoscersi per assumersi la responsabilità e poter tornare nella società. Quello che la spaventa è al realtà fuori dal carcere, la paura di fallire, di non essere abbastanza, di aver tolto la vita a qualcuno perchè ne voleva una per sè”.

Valeria Golino interpreta Laura, la madre di Elisa: “Il personaggio che interpreto con la sua presenza, con le cose che dice, riporta il film a delle domande. Quando si parla di questioni etiche non si possono dare delle risposte definitive. Come attrice avevo voglia di entrare nel mondo austero di Leonardo che sembra lontano da me e che mi piace tanto”.

Roschdy Zem è il professor Alaoui: “Fin dalla prima lettura mi sono reso conto che le nostre menti non erano formattate per capire un criminale, questo film invece dà un’altra grammatica, un’altra lettura e comprensione perchè un criminologo deve andare alla ricerca dell’umanità che c’è nel criminale. Elisa è una donna normale, ordinaria ed è questo che ci fa paura perchè in qualche modo possiamo rivederci in lei. Il grande pubblico di solito giudica e condanna, non cerca di capire il percorso che ha portato una persona a compiere un crimine, invece qui abbiamo smussato e cancellato tutto quello che abbiamo imparato da bambini su cosa sia sbagliato, brutto e cattivo. Ci siamo resi conto che il confine è molto più fragile”.

di Francesca Monti

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