Willy Monteiro, Mattarella a Colleferro a 5 anni dall’omicidio: “Italiano esemplare, ucciso da violenza cieca”

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, oggi a Colleferro per partecipare alla cerimonia pubblica in memoria di Willy Monteiro Duarte, il giovane ucciso nella notte tra il 5 e 6 settembre 2020, picchiato a morte dopo aver difeso un amico che era stato aggredito senza motivo. Per l’omicidio la Corte di appello di Roma ha condannato nel marzo scorso i fratelli Marco e Gabriele Bianchi.
Il Capo della Stato, al suo arrivo a Colleferro, ha anche raggiunto il sacrario dedicato alle vittime dell’esplosione della fabbrica di tritolo del 29 gennaio 1938, dove ha deposto una corona di fiori. Mattarella, insieme al sindaco del comune romano, Pierluigi Sanna, si è recato poi a palazzo Morandi per incontrare i parenti del 21enne picchiato a morte, Lucia Monteiro Duarte e Milena Monteiro Duarte, rispettivamente madre e sorella di Willy.
Mattarella: “Willy italiano esemplare, ucciso da violenza cieca”
“Willy è un nostro ragazzo, ucciso da una violenza cieca, insensata, brutale. Ucciso mentre cercava di difendere un amico, di placare gli animi, di evitare che si scatenasse una rissa. Voleva evitare la violenza e la violenza, invece, è esplosa contro di lui”, ha detto Mattarella in apertura del suo intervento alla cerimonia. “Willy è un italiano esemplare“, ha aggiunto il Capo dello Stato.
Mattarella: “Indifferenza spregevole come la violenza”
“Non dimenticare vuol dire non essere indifferenti. L’indifferenza è negativa e spregevole come la violenza. L’indifferenza nasce dalla chiusura in sé stessi, dalla sfiducia, dalla rassegnazione. La violenza si sconfigge con la solidarietà, con le relazioni umane, con l’inclusione, col dialogo, con la comprensione delle opinioni e delle esigenze degli altri”, ha proseguito il presidente della Repubblica.
Mattarella: “Sui social parole d’odio per provocare divisioni e conflitti”
Il capo dello Stato ha poi stigmatizzato il ruolo che i social network possono avere per amplificare la violenza. “Sui social, e non soltanto su di essi, vengono spesso amplificate parole di odio, vengono accompagnate da narrazioni create per generare sfiducia, paura, risentimento, per provocare divisioni, conflitti, scontri“, ha detto Mattarella.
Mattarella: “Sui social violenza rischia di diventare ordinaria e banale”
Sui social “vengono rifiutate la realtà, il rispetto delle opinioni, la critica civile, la responsabilità personale di ciascuno. Il diverso da se stessi viene visto come un nemico da combattere. Lungi dal considerare la diversità di opinione, di condizioni, una sfida all’approfondimento si ritiene che l’altro debba essere annientato. La violenza rischia così di diventare ordinaria e banale. Rischia di fare occultare il suo significato anti-umano e vi è chi arriva a farne ragione di vanto”, ha aggiunto il capo dello Stato.
Mattarella cita Martin Luther King: “L’odio moltiplica l’odio”
“Va ricordato ai giovani come agli adulti – e forse particolarmente agli adulti – che ‘la violenza non è forza ma debolezza‘. Lo scrisse Benedetto Croce, ma questo principio vale per sempre. Chi crede di affermarsi usando la violenza, facendo del male ad altri, cercando di sottomettere chi gli è vicino, è una persona destinata al fallimento. Un grande uomo di pace e di civiltà, come è stato Martin Luther King, ripeteva che ‘l’odio moltiplica l’odio e la violenza moltiplica la violenza’. Poc’anzi ha detto parole simili la Signora Duarte. È così, all’interno delle società e nel mondo, la pace, anche a livello internazionale, nasce da questo modo di pensare e di comportarsi. L’umanità celebra da sempre le persone che – con la loro vita, con i loro gesti – hanno diffuso senso di umanità, di giustizia, passione“, ha aggiunto ancora Mattarella.
Mattarella: “Siamo qui per non dimenticare”
“Ricordiamo con affetto Willy. Insieme ai suoi familiari. E insieme ai suoi amici. E non dimentichiamo. Siamo qui, nel quinto anniversario, appunto perché non vogliamo dimenticare. Fa bene Colleferro, con il suo sindaco, a far memoria di Willy, a proporla all’attenzione dei giovani e della comunità con gesti e con eventi. La storia di una comunità è segnata da eventi e purtroppo da lutti, da lacerazioni e anche da sacrifici che scuotono le coscienze“, ha detto nuovamente il capo dello Stato.
La madre: “Vivere in pace, senza odio e vendetta”
“È un grande onore per me stare qui in questa piazza davanti a lei. Questa piazza che porta il nome di nostro figlio. Nel nostro grande dolore abbiamo sentito l’abbraccio e il conforto dell’Italia intera e non dimenticheremo mai l’aiuto che abbiamo ricevuto. Willy era un ragazzo semplice e amico di tutti. Vi voglio ringraziare per aver onorato la sua memoria”. Queste le parole di Lucia Monteiro Duarte, madre di Willy, intervenendo alla cerimonia e rivolgendosi al capo dello Stato. “In questi cinque anni, il messaggio che abbiamo cercato di mandare, è quello di vivere la propria vita con la pace nel cuore, senza odio. Perché l’odio e la vendetta danno sempre altro dolore e impediscono di vedere le cose belle”, ha aggiunto.
L’omicidio di Willy e il processo
Nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 il 21enne Willy Monteiro Duarte venne massacrato e ucciso con calci, pugni e colpi di arti marziali a Colleferro, in provincia di Roma. L’aggressione fu compiuta dai fratelli Marco e Gabriele Bianchi, da Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. Nel marzo scorso è arrivata la sentenza d’appello bis che ha confermato l’ergastolo per Marco Bianche e ha aumentato la condanna a 28 anni al fratello Gabriele.
Il processo d’Appello bis era stato celebrato dopo che la Cassazione aveva condannato e riconosciuto definitivamente le responsabilità penali per tutti gli imputati, accusati di omicidio volontario, ma aveva disposto un nuovo giudizio per il riconoscimento delle attenuanti generiche ai Bianchi. I giudici del secondo grado avevano ridotto la condanna per i due fratelli dall’ergastolo a 24 anni. Per gli altri due imputati, le condanne a 23 anni per Francesco Belleggia e 21 anni per Mario Pincarelli, sono diventate definitive.
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