Antibiotico-resistenza, l’allarme degli urologi: «Rischia di diventare catastrofe sanitaria»

La Società italiana di Urologia spiega come l’antibiotico-resistenza abbia reso complesso curare anche patologie come cistiti e prostatiti: «Si stanno sviluppando batteri ormai resistenti a qualsiasi tipo di terapia antibiotica, e questo lega le mani a noi medici». Durante la conferenza sono stati illustrati i dati più recenti relativi alle infezioni urinarie causate da batteri multi-resistenti
«Quest’anno l’Organizzazione mondiale della sanità ha segnalato un incremento del 40% delle antibiotico-resistenze: un dato che dimostra come il problema stia diventando sempre più urgente. Se continuiamo così, tra pochi anni l’antibiotico-resistenza diventerà una vera e propria catastrofe sanitaria». A lanciare l’allarme è Giuseppe Carrieri, presidente della Società italiana di urologia (Siu), in occasione della conferenza stampa ‘Antibiotico-resistenze in Urologia’ a Roma.
Nel corso dell’evento è stato presentato il nuovo progetto ‘MAGA one – Make antibiotics great again’, un programma strategico Siu che intende riportare al centro il corretto impiego degli antibiotici nella gestione delle infezioni urinarie. L’iniziativa si propone di: sviluppare linee di indirizzo clinico-terapeutiche a rapida consultazione per i professionisti sanitari; creare un osservatorio nazionale multidisciplinare sull’uso dell’antibioticoterapia e dell’antibiotico- profilassi in urologia; avviare la certificazione di centri di riferimento per la gestione delle infezioni urinarie e la prevenzione delle recidive; promuovere campagne di informazione al pubblico per scoraggiare l’autoprescrizione e sensibilizzare sull’importanza dell’uso corretto degli antibiotici.
Prostatiti e cistiti sempre più difficili da curare
«È un’iniziativa volta a sensibilizzare non soltanto l’opinione pubblica, ma anche la comunità medica e scientifica su un tema di estrema importanza – sottolinea Carrieri -. Si stanno sviluppando batteri ormai resistenti a qualsiasi tipo di terapia antibiotica, e questo lega le mani a noi medici, in particolare agli urologi, nel trattamento di patologie comunissime come le cistiti nelle donne o le prostatiti negli uomini».
Secondo il presidente della Siu gli antibiotici sono diventati «inefficaci perché usati troppo e male. La nostra giornata punta a richiamare l’attenzione sulla necessità di cure mirate, basate su antibiogrammi ed esami specifici, e non più su terapie empiriche o sull’autogestione dei pazienti».
50% ceppi escherichia Coli resistente ad antibiotici
Durante la conferenza sono stati illustrati i dati più recenti relativi alle infezioni urinarie causate da batteri multi-resistenti (Mdr), come Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae e Pseudomonas aeruginosa. In particolare, si è sottolineato come: fino al 50% dei ceppi di E. coli sia ormai resistente a Tmp-Smx; le resistenze ai fluorochinoloni interessino circa il 30% degli isolati; si registri una crescita significativa di ceppi ESBL-positivi e resistenti ai carbapenemi. Il fenomeno, strettamente legato all’uso inappropriato degli antibiotici e alla gestione delle infezioni ricorrenti, impone un cambio di paradigma nella pratica clinica.
Una FAD sull’impatto sociale dell’antibiotico-resistenza
In parallelo, la Siu ha annunciato l’attivazione di una Fad nazionale sul tema delle antibiotico- resistenze in urologia, rivolta a medici di tutte le specialità, farmacisti, infermieri e ostetriche. Il corso, accreditato Ecm, affronterà tematiche quali: epidemiologia e impatto sociale dell’antibiotico-resistenza; diagnosi e trattamento delle infezioni urinarie; ruolo dei medici di medicina generale e dei farmacisti nella corretta gestione terapeutica; strategie alternative agli antibiotici e aggiornamento sulle linee guida internazionali. Il percorso formativo, sviluppato con un approccio multidisciplinare che coinvolge urologi, infettivologi, farmacologi e farmacisti, mira a diffondere la cultura dell’antimicrobial stewardship e a promuovere comportamenti clinici appropriati in tutti i contesti assistenziali.
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