Via libera alla manovra da 18,7 miliardi. Le scelte del governo criticate dalle opposizioni. Il severo monito di Mattarella

Via libera alla manovra. Varata la legge di Bilancio dal Consiglio dei ministri. In sintesi: priorità a casa, famiglia, salari e sanità. L’ultimo complicato nodo è stato sciolto nella notte: le banche e assicurazioni pagheranno 11 miliardi in un triennio. Taglio per il ceto medio sull’Irpef, bonus mamme, aumenta l’età dell’uscita dal lavoro, cambia il calcolo dell’Isee, le sigarette costeranno di più. Operazione da 18,7 miliardi di euro. Giorgia Meloni, in conferenza stampa, ha definito questa manovra “seria, concreta, prudente ma non rinunciataria”. Quattro le priorità che l’hanno ispirata: ”Sostegno alla Natalità, taglio del fisco, contributi alle famiglie e aumento dei fondi per la Sanità“. Soddisfatta Confindustria. Opposizioni critiche.
Il commento delle opposizioni
Ha detto Elly Schlein: ”È una manovra di austerità in cui aumenta solo la spesa militare e si continua a tagliare sulla sanità pubblica: 6 milioni di italiani non riescono più a curarsi e solo chi ha i soldi va dal privato per saltare le liste di attesa. Non ci sono misure per il rilancio economico. Noi proponiamo l’approvazione di un salario minimo e la messa in campo di una politica industriale”. Sulla stessa linea il presidente del M5S Giuseppe Conte: ”Quando si abbatte uno tsunami non si può resistere con un secchiello. È quello che sta facendo il governo con questa manovrina assolutamente inadeguata rispetto alla situazione che stiamo vivendo“. Critico anche il leader della CGIL, Maurizio Landini che ha rilanciato la proposta di una patrimoniale.
Il parere di Confindustria e Confcommercio
Emanuele Orsini presidente di Confindustria ha detto: ”Abbiamo dialogato e credo che siamo stati ascoltati. Mettere al centro le imprese vuol dire parlare di crescita, adesso un piano industriale del nostro Paese. La cosa fondamentale è che ci sia una visione a tre anni”. Anche Confcommercio è sulla stessa linea: ”Bene il rispetto dell’equilibrio dei conti pubblici e alcune scelte che iniziano il percorso di riduzione delle tasse a sostegno del potere d’acquisto delle famiglie e di riduzione del costo del lavoro”.
La denuncia di Mattarella
Il capo dello Stato ha lanciato venerdì un monito, stavolta più incisivo del solito. È andato dritto al punto dolente con una denuncia pesante e, visto i tempi micragni, anche opportuna, ancorché utile e pertinente. Riassumendo: i salari sono ancora troppo bassi e ci sono manager strapagati. Preoccupano le disuguaglianze. “Uno squilibrio che fa male a tutto il Paese”. Il presidente della Repubblica vede tante famiglie che “rischiano di essere sospinte sotto la soglia della povertà nonostante il lavoro di almeno uno dei suoi componenti”, mentre magari nella stessa azienda “super manager godono di remunerazioni centinaia, o perfino migliaia di volte, superiori a quelle dei dipendenti delle imprese”. In buona sostanza: urge una svolta. ”Oggi si procede a velocità diverse, si creano diaframmi tra categorie, tra generazioni, tra lavoratori e lavoratrici, tra italiani e stranieri,tra territori”. Concludendo il pensiero di Mattarella espresso venerdì al Quirinale durante l’incontro con i Maestri del Lavoro: bisogna ricucire ingiustizie e divisioni. Al più presto.
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