Assassinato Charlie Kirk, il leader dei giovani trumpiani

L’attivista conservatore Charlie Kirk, volto noto dell’estrema destra trumpiana, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco ieri durante un evento con gli studenti della Utah Valley University a Orem, nello Utah. Kirk stava parlando alla folla sotto un gazebo. Poi si è sentito uno sparo, un proiettile lo ha colpito al collo. Mentre la folla cercava riparo e scappava, Kirk è stato portato via d’urgenza, è morto poco dopo. Il colpo è stato sparato probabilmente dal tetto di un edificio vicino.
Donald Trump ha subito condannato l’episodio come un «assassinio atroce» e un «momento buio per l’America». Quindi ha ordinato di abbassare a mezz’asta le bandiere del Paese in onore di Kirk. «Il grande, e persino leggendario, Charlie Kirk, è morto», ha scritto su Truth Social. Il presidente americano ha poi pubblicato un video di quattro minuti in cui esprime «dolore e rabbia» per l’omicidio di Kirk e promette di affrontare quella che definisce violenza politica della sinistra radicale. «Per anni, la sinistra radicale ha paragonato meravigliosi americani come Charlie ai nazisti e ai peggiori assassini di massa e criminali del mondo», ha detto Trump. «Questo tipo di retorica è direttamente responsabile del terrorismo a cui assistiamo oggi nel nostro Paese, e deve cessare immediatamente».
L’omicidio di Kirk è stato condannato sia dai repubblicani sia dai democratici, da Barack Obama a Kamala Harris a George W. Bush, definendolo un atto di violenza politica. L’episodio è avvenuto meno di tre mesi dopo l’assassinio di una deputata del Minnesota, e di suo marito, in un attacco mirato. Già all’inizio del 2025, il governatore democratico della Pennsylvania Josh Shapiro è stato vittima di un incendio doloso e di un tentativo di assassinio. E la scorsa estate c’erano stati i due tentativi di assassinio di Trump durante la campagna elettorale. Sono le estreme conseguenze di una politica americana sempre più polarizzata, aggressiva, violenta. Una politica in cui il dibattito è stato sostituito dal valore della forza e dell’odio. Trump, in tutto questo, è uno dei principali agitatori, non una vittima come sta cercando di far credere in queste ore.
«Il suo omicidio rientra anche in una terrificante ondata di violenza politica in America», ha scritto il board editoriale del New York Times poco dopo la morte di Kirk. «Questo è il momento di abbassare il volume e riflettere sulla nostra cultura politica. È il momento della moderazione, piuttosto che di cicli di vendetta o di sospensione delle libertà civili, come alcuni hanno sollecitato ieri. È anche il momento di confrontarsi con persone che hanno opinioni diverse dalle nostre. Quando le società perdono la capacità di discutere pacificamente e ricorrono alla violenza per risolvere i dibattiti politici, di solito finisce molto male».
Kirk aveva trentun anni, una moglie e due figli piccoli. Era uno dei personaggi più conosciuti e influenti dell’estrema destra trumpiana. Era molto vicino al presidente e guidava un’organizzazione politica giovanile, la Turning Point Usa, che aveva fondato per portare avanti idee conservatrici dentro i college statunitensi. È a lui che Trump deve buona parte dei consensi raccolti alle ultime elezioni presidenziali fra i giovani.
Kirk aveva un suo programma radiofonico quotidiano, con cui diffondeva le sue idee. Il podcast del “Charlie Kirk Show” è stato scaricato tra le cinquecentomila e le settecentocinquantamila volte al giorno, l’anno scorso.
Anche l’evento nello Utah al quale stava partecipando era stato annunciato come l’inizio di un “American Comeback” tour nei campus universitari. Quasi tutti i suoi comizi attiravano grandi folle: nel campus della Utah Valley University, ieri, erano presenti più di tremila persone.
Con la sua retorica limpida e affilata, Kirk si metteva spesso in gioco davanti a un pubblico ostile alle sue idee estremiste: era quello che lui stesso definiva un «tavolo per dimostrare che mi sbagliavo», dove si impegnava in sessioni di domande e risposte spesso aggressive con il pubblico. Spesso questi incontri avvenivano dentro le università, e lui ribatteva colpo su colpo alle domande e alle critiche con la faccia tosta di chi deve sfidare l’autorità: un modo per dimostrare la grande influenza della sinistra nei college degli Stati Uniti.
Questi video raggiungevano milioni di visualizzazioni, e gli spezzoni che circolavano sui social ne amplificavano la visibilità, granzie a un profilo Instagram seguito da più di sette milioni di persone. Proprio per questo la sua organizzazione riceveva un grande aiuto economico da diversi finanziatori del Partito Repubblicano.
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