City of London: verso multe più severe per i ciclisti

Settembre 24, 2025 - 16:00
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City of London: verso multe più severe per i ciclisti

Il dibattito sul ciclismo a Londra è tornato al centro dell’attenzione: la City of London Police e la Corporation of London stanno valutando la possibilità di introdurre multe più severe per i ciclisti recidivi, soprattutto per infrazioni come passare con il rosso, usare le e-bike in modo pericoloso o circolare su marciapiedi e aree pedonali. Una proposta che nasce dal desiderio di migliorare la convivenza tra ciclisti, pedoni e automobilisti, in un contesto in cui il numero di biciclette in circolazione è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi vent’anni.

L’aumento dei ciclisti e i problemi di convivenza

Secondo i dati presentati in commissione, i ciclisti quotidiani nella City sono passati da circa 8.000 nel 1999 a oltre 52.000 nel 2024. Questo incremento straordinario è stato reso possibile grazie agli investimenti di Transport for London (TfL) e della stessa Corporation in nuove piste ciclabili, infrastrutture dedicate e parcheggi per biciclette.

Parallelamente, il traffico veicolare è crollato e il numero di incidenti per ciclista è diminuito del 45% dal 2016-2017. Si tratta di risultati importanti, come riportano le statistiche di UK Government – Road Safety, che confermano come la mobilità sostenibile abbia reso le strade della City più sicure e più vivibili.

Tuttavia, le autorità locali segnalano come a questa crescita non sia sempre corrisposto un adeguato livello di cultura della sicurezza e del rispetto reciproco. I reclami più frequenti riguardano comportamenti “antisociali e molesti”, come biciclette che attraversano incroci con il semaforo rosso, e-bike utilizzate ad alta velocità tra i pedoni, o ciclisti che percorrono i marciapiedi, in particolare nelle zone residenziali e negli spazi pedonali come i walkways del Barbican Estate.

Il quadro normativo attuale

Al momento, la legge nazionale limita le sanzioni per le infrazioni ciclistiche a un massimo di £50 di multa fissa (Fixed Penalty Notice). Una cifra considerata troppo bassa, soprattutto per i casi di recidiva, e che spesso non rappresenta un deterrente efficace.

Per questo la City of London Police sta valutando l’introduzione di strumenti più incisivi, come i Community Protection Warnings (CPWs) e i Community Protection Notices (CPNs). Si tratta di strumenti legali già usati in altri contesti per contrastare comportamenti antisociali, che permettono di imporre conseguenze più severe, fino ad arrivare – nei casi più gravi – a procedimenti penali.

Le autorità locali hanno inoltre annunciato che continueranno a fare pressione sul governo affinché vengano concessi poteri più ampi per regolare le infrazioni dei ciclisti, ritenute sempre più frequenti e problematiche.

Le posizioni dei residenti e dei consiglieri

Il tema è stato discusso nella Streets and Walkways Sub-Committee, dove sono emerse opinioni e proposte diverse.

  • La consigliera Jacqueline Webster ha chiesto di puntare non solo sulle multe, ma anche su un cambiamento culturale, promuovendo una vera e propria “cultura della cortesia” tra i ciclisti.

  • Diversi residenti hanno segnalato anche il problema del parcheggio disordinato delle biciclette a noleggio, spesso lasciate in mezzo ai marciapiedi o davanti agli ingressi di case e negozi.

  • La Corporation ha assicurato che il tema è già al centro del lavoro con gli operatori dei servizi di bike sharing e con TfL, che nei prossimi anni dovrebbe ottenere poteri di licenza per regolamentare meglio il settore.

L’obiettivo dichiarato è quello di rendere la città non solo più sicura, ma anche più ordinata, garantendo un equilibrio tra i vari utenti della strada.

Tra incentivi e controlli: la sfida del ciclismo urbano

La questione solleva un dibattito più ampio sul futuro del ciclismo a Londra. Negli ultimi anni, la capitale ha investito molto per incentivare l’uso della bicicletta come alternativa sostenibile all’auto privata. Le piste ciclabili, le aree di parcheggio e i servizi di noleggio hanno contribuito a cambiare radicalmente la mobilità urbana.

Eppure, proprio questo successo ha portato nuove sfide. La presenza massiccia di bici ed e-bike in alcune zone crea frizioni con i pedoni, in particolare nelle aree ad alta densità come la City e i quartieri residenziali del centro. Le autorità si trovano quindi davanti a un equilibrio difficile: continuare a incentivare la mobilità sostenibile senza trascurare i problemi di convivenza.

Da un lato, infatti, il ciclismo riduce l’inquinamento, migliora la salute dei cittadini e contribuisce a rendere le città più vivibili. Dall’altro, la mancanza di regole chiare e di controlli efficaci rischia di generare tensioni tra le diverse categorie di utenti della strada.

Prospettive future e possibili sviluppi

Se verranno approvate, le nuove misure potrebbero trasformare in profondità il modo in cui la City gestisce il ciclismo. Le CPWs e CPNs permetterebbero di distinguere tra infrazioni occasionali e comportamenti abituali, punendo più duramente i recidivi e responsabilizzando chi usa la bicicletta in maniera scorretta.

Parallelamente, la richiesta di un maggiore coinvolgimento del governo lascia intendere che il dibattito potrebbe presto allargarsi a livello nazionale. Già in passato si era discusso della possibilità di equiparare alcune infrazioni ciclistiche a quelle commesse dai conducenti di veicoli a motore, soprattutto nei casi di incidente grave.

Resta inoltre aperta la questione della regolamentazione delle e-bike e dei monopattini elettrici, sempre più diffusi a Londra e fonte di controversie per il loro utilizzo improprio su marciapiedi e strade non adatte.

Un cambiamento necessario?

Molti analisti sottolineano che il vero nodo non è tanto l’inasprimento delle multe, quanto la costruzione di un nuovo patto di convivenza urbana. La crescita del ciclismo è un dato positivo e irreversibile, ma per funzionare deve essere accompagnata da regole chiare, controlli adeguati e un cambiamento culturale che metta al centro il rispetto reciproco.

Londra ha già dimostrato di saper trasformare la propria mobilità in senso sostenibile, con un calo netto del traffico automobilistico e un aumento senza precedenti dell’uso della bicicletta. Ora il passo successivo è garantire che questa trasformazione non generi nuove forme di conflitto, ma contribuisca a costruire una città più sicura, vivibile e inclusiva.


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