Commercio, sono pronti i nuovi accordi dell’Ue con Mercosur e Messico. Ma la ratifica sarà lunga

Bruxelles – La Commissione europea ha finalmente pubblicato i testi giuridici dell’accordo tra l’Ue e i Paesi del Mercosur, il blocco commerciale dell’America Latina composto da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Dopo decenni di negoziati, rallentati da numerose interruzioni e bracci di ferro politici, i documenti verranno ora sottoposti al Consiglio e all’Eurocamera per l’approvazione, dopodiché gli Stati membri dovranno procedere alla ratifica definitiva. Presentato anche l’aggiornamento dell’accordo di libero scambio col Messico, che seguirà il medesimo iter.
Si leggeva una certa soddisfazione sui volti dell’Alta rappresentante Kaja Kallas e del commissario al Commercio Maroš Šefčovič quando stamattina (3 settembre) hanno presentato alla stampa il frutto del lavoro del Collegio sull’accordo Mercosur. Il capo della diplomazia a dodici stelle ha enfatizzato la rilevanza non solo economica ma geopolitica degli accordi: “L’Europa sta rafforzando le sue alleanze strategiche e ne sta stringendo di nuove”, ha dichiarato, sostenendo che si tratta di “rafforzare i partenariati globali dell’Ue”.
Le ha fatto eco Šefčovič, che ha parlato di “strumenti strategici che contribuiranno a plasmare il ruolo dell’Europa nell’economia globale nei prossimi decenni” e ha evidenziato in particolare l’importanza di “diversificare le catene di approvvigionamento“, una necessità in quest’epoca di sconvolgimenti internazionali al fine di creare le basi per “un ambiente commerciale globale più stabile e più prevedibile“.
Ci sono buone ragioni per essere soddisfatti al Berlaymont. Quello odierno rappresenta un passo fondamentale per avvicinare un po’ di più l’entrata in vigore definitiva dello storico accordo di associazione tra l’Unione e i quattro membri del Mercosur (sigla di Mercado común del sur): Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay (la Bolivia, che sta entrando nel blocco, dovrà negoziare bilateralmente un’eventuale associazione con l’Ue).
L’accordo (acronimo inglese Empa) rappresenta il partenariato più ampio mai stipulato da Bruxelles, dal quale dovrebbe emergere l’area di libero scambio più grande al mondo con oltre 730 milioni di cittadini sulle due sponde dell’Atlantico. I negoziati erano stati avviati nel lontano 1999 ma si sono interrotti a più riprese; tra il 2016 e il 2019 è stata elaborata la sezione commerciale del partenariato, la più importante, e infine nel dicembre scorso è stato raggiunto l’accordo globale sull’intero pacchetto, siglato personalmente da Ursula von der Leyen a Montevideo, sede dell’organizzazione sudamericana.
Con l’Empa vengono messi nero su bianco una serie di impegni reciproci relativi all’interscambio commerciale tra le due sponde dell’Atlantico, inclusa la riduzione di una vasta gamma di dazi che limitavano l’accesso di beni made in EU nella regione (soprattutto automobili, macchinari, distillati e prodotti farmaceutici) e costavano alle imprese europee circa 400 miliardi di euro all’anno. Secondo le stime di Bruxelles, l’export agroalimentare verso il Mercosur dovrebbe aumentare del 50 per cento e l’accordo avrà anche l’effetto di tutelare oltre 300 marchi di indicazioni geografiche.
Uno degli elementi centrali è il meccanismo di salvaguardia, che dovrebbe consentire di proteggere la produzione agricola dei Ventisette. Il dispositivo è contenuto in un documento separato che sarà giuridicamente vincolante solo per i membri Ue, col quale l’esecutivo comunitario punta a mitigare le preoccupazioni più urgenti dei governi e disinnescare l’opposizione delle cancellerie più recalcitranti. Paesi come Francia, Italia e Polonia si sono messi di traverso per anni sul dossier Mercosur, temendo che i loro comparti agricoli venissero penalizzati dall’apertura dei mercati europei alla concorrenza (potenzialmente sleale) del Mercosur.
Con tali salvaguardie, la Commissione intende regolare i volumi delle importazioni di una serie di prodotti agroalimentari “sensibili” come carne bovina, pollame, zucchero e riso, limitandole ad una frazione della produzione interna all’Unione (ad esempio l’1,5 per cento per il manzo e l’1,3 per cento per il pollame). Sono inoltre previste diverse misure di compensazione per gli agricoltori europei. Ai 300 miliardi di sostegno al reddito previsti nella politica agricola comune (Pac) post-2027, l’esecutivo Ue aggiunge una rete di sicurezza, ribattezzata Unity, con una dotazione di 6,3 miliardi. Gli agricoltori sono saliti ripetutamente sulle barricate negli scorsi mesi per protestare contro la stipula dell’Empa.
Gli esperti della Commissione sottolineano inoltre che non cambieranno i requisiti sanitari e fitosanitari in vigore: le norme in materia di sicurezza alimentare e salute animale continueranno ad applicarsi, e anzi aumenteranno sia i controlli sull’import sia le verifiche nei Paesi terzi. Rimarrà alta anche l’attenzione sull’azione climatica e la sostenibilità ambientale, dicono dal Berlaymont, sottolineando che l’Empa include norme vincolanti per garantire il rispetto degli impegni presi ad esempio con gli accordi di Parigi del 2015 (così, se l’Argentina dovesse uscire da quest’ultimo, verrà sospeso in tutto o in parte anche il partenariato di Buenos Aires con l’Ue).
Ora la palla passa ai co-legislatori Ue. Il Consiglio dovrà approvare a maggioranza qualificata il testo dell’accordo commerciale ad interim (che copre le parti dell’Empa di competenza esclusiva dell’Ue), previo consenso dell’Europarlamento. L’accordo provvisorio rimarrà in vigore finché non si concluderà il processo di ratifica nei singoli Stati membri. Gli occhi sono puntati sulle capitali, a partire da Parigi e Varsavia. Emmanuel Macron è sempre stato uno dei critici più agguerriti dell’accordo – tra pochi giorni dovrebbe per giunta ritrovarsi senza un governo, rallentando tutto il carrozzone – mentre Donald Tusk ha reiterato proprio in queste ore l’opposizione al piano di Bruxelles. Palazzo Chigi “accoglie con favore le salvaguardie aggiuntive” proposte dalla Commissione.
Ma non va dato per scontato nemmeno il via libera degli eurodeputati. Una pattuglia di parlamentari provenienti da diversi gruppi politici – dai Verdi ai Patrioti – ha già messo in discussione la compatibilità dell’accordo targato von der Leyen coi Trattati e starebbe preparando un ricorso presso la Corte di giustizia dell’Ue, lamentando una serie di problemi dalla scarsa trasparenza dei negoziati al rischio che venga compromessa la capacità dell’Ue di legiferare sulle questioni ambientali.
Parallelamente, la Commissione ha presentato oggi anche i testi giuridici per l’aggiornamento dell’accordo di libero scambio col Messico, che seguirà il medesimo processo di ratifica dell’Empa (accordo provvisorio e ratifica globale). Anche qui vengono eliminati dazi proibitivi su molti beni europei – tra cui formaggio, pollame, carne suina, pasta, mele, marmellate, cioccolato e vino – e, come col Mercosur, si allarga l’accesso dell’Ue a una serie di materie prime critiche indispensabili, dalla fluorite al bismuto e all’antimonio. Il patto originario con la seconda economia latinoamericana risale al 2000 e la quadra sulla “modernizzazione” del patto era stata raggiunta all’inizio di quest’anno.
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