Crolla produzione nocciole, -60% per impatto climate change

Roma, 26 set. (askanews) – Ancora un’annata nera per la produzione delle nocciole che crolla del 60% per l’impatto del climate change. Nel 2023 la produzione nazionale era scesa a 102mila tonnellate, con ulteriore ribasso a 85mila l’anno scorso. Ora, la nuova stagione conferma la grave crisi per il prodotto principe della frutta in guscio, ingrediente indispensabile per moltissime produzioni dell’industria dolciaria Made in Italy. Lo rende noto Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani, ricordando che il crollo della produzione delle nocciole porterà a un aumento del prezzo di vendita, che potrebbe essere doppio rispetto all’anno scorso.
“Riteniamo indispensabile la convocazione di un tavolo di filiera nazionale dedicato – chiede Fini – per affrontare in modo organico le criticità attuali e rafforzare gli investimenti mirati alla ricerca e all’innovazione aziendali, strumenti importanti per restituire competitività e prospettiva al comparto. La drammaticità dell’annata in corso, con gravi perdite produttive e forti difficoltà per le aziende agricole, rende questa richiesta ancora più urgente”.
L’emergenza, secondo Cia, è legata ai cambi climatici: un inverno troppo mite, piogge primaverili violente insieme alle alte temperature e alla siccità di giugno, che hanno messo in ginocchio 95mila ettari di noccioleti, presenti nel Lazio e in Campania, ma concentrati soprattutto in Piemonte.
“A luglio abbiamo cominciato a veder cadere le nocciole vuote a terra e rispetto a una resa normale di 20 quintali a ettaro, la raccolta è ferma a 5”, racconta la produttrice Cia, Daniela Ferrando, dalla provincia di Alessandria, mentre sono in arrivo campioni di nocciole dal Cile o dall’Oregon che potrebbero fare concorrenza in futuro alla produzione nazionale.
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