Dal supercomputer alla centrale: la corsa USA verso la fusione nucleare
Un nuovo progresso verso l’energia da fusione è stato compiuto negli Stati Uniti, dove la società Type One Energy Group ha utilizzato il supercomputer Summit del Dipartimento dell’Energia per progettare un reattore a fusione più stabile ed efficiente. Il lavoro, condotto insieme all’Oak Ridge National Laboratory (ORNL), si concentra su un avanzato stellarator, una macchina complessa che usa potenti campi magnetici per intrappolare plasma a temperature estreme.
Con 250.000 ore di calcolo messe a disposizione su Summit, i ricercatori hanno potuto simulare migliaia di configurazioni, studiando nel dettaglio il comportamento del plasma e cercando la geometria del reattore più adatta a ridurre le perdite di energia. “Il livello di fedeltà delle simulazioni ci ha permesso di fare previsioni mai tentate prima nella progettazione di un impianto a fusione”, ha spiegato Noah Mandell, scienziato computazionale del team.
La sfida principale di qualsiasi dispositivo a fusione è il controllo della turbolenza del plasma, che tende a disperdere calore e impedire l’autosostentamento della reazione. Mentre molte ricerche puntano ad aumentare le dimensioni degli impianti o l’intensità dei campi magnetici, Type One Energy ha scelto una via diversa: ottimizzare la forma del reattore. In pratica, la struttura intricata dello stellarator è stata modellata in 3D per individuare configurazioni che, in modo passivo, riducessero al minimo la perdita di energia.
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