Echoes of the End Recensione

Settembre 10, 2025 - 16:30
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Echoes of the End Recensione

Echoes of the End RecensioneRecensire titoli come Echoes of the End mi mette sempre in difficoltà. Sono quei giochi dal grande potenziale, ma che scivolano costantemente in una spirale di errori che si protraggono per tutta la loro durata. Allo stesso tempo, però, sono ricchi di sfumature in grado di renderli affascinanti, e alla fine portano a un'esperienza ambigua che in qualche modo ti rimane dentro. Queste sensazioni si ritrovano spesso nei titoli doppia A, categoria a cui appartiene anche Echoes of the End. Sviluppato dal neo studio islandese Myrkur Games, questo ambizioso action adventure segna l'esordio del team sul mercato videoludico. Anche se ci viene proposta come una produzione originale, è chiaro fin da subito a quali opere si è ispirato il team per la sua realizzazione: Il Signore degli Anelli, con tanto di svariati easter egg, e al capolavoro di Santa Monica, God of War (2018) di cui non solo ne replica alcune meccaniche, ma ne riprende anche la vena narrativa che ha reso celebre il titolo. Chiaramente siamo lontanissimi dagli standard qualitativi raggiunti dal Goty del 2018, specialmente in termini ludici. Ma nonostante si tratti di un'avventura più compatta con diverse imperfezioni tecniche e qualche bug, riesce a compensare nel comparto grafico grazie all'utilizzo della nuova tecnologia dell'Unreal Engine 5. Se sei curioso di scoprirne di più sul gioco, ti invito a continuare la lettura della mia Echoes of the End Recensione.

Echoes of the End Recensione

Il punto di forza più evidente di Echoes of the End sta nella sua ambientazione. Il gioco è ambientato ad Aema, una terra ispirata ai paesaggi selvaggi e mozzafiato dell'Islanda. Dalle distese vulcaniche alle montagne innevate, ogni scorcio è curato con attenzione, offrendo scenari visivamente suggestivi. Da questo si può già intuire quanto il team ami la propria terra natia, un amore che si riflette nel design del gioco e che ne celebra la bellezza e la maestosità. Aema, però, è anche sinonimo di desolazione nel gioco. Un tempo rigogliosa e piena di vita, questa terra è stata ridotta a un cumulo di macerie e villaggi fantasma a causa delle incessanti guerre civili. L'unica cosa rimasta intatta in questi anni di conflitti sono le Egide, degli enormi cristalli che canalizzano l'energia presente in tutta Aema. Da sempre considerati come un dono e venerate per il loro potere, adesso questi cristalli sono presi di mira da una delle due fazioni sopravvissute alla guerra: Reigendal. Reigendal fa parte di quelle che nel mondo di Echoes of the End vengono chiamate come "nazioni cadute", e al comando di questa fazione troviamo il crudele Aurick. Fermamente convinto della supremazia della propria civiltà, Aurick vuole utilizzare il potere delle Egide per invadere il territorio dei Noi Syrouve, un'altra nazione caduta che fu fondata come rifugio per chi era in fuga dalla guerra durante gli eventi della Caduta. A proteggere l'equilibrio del mondo e tenere nascosti i segreti legati a questi cristalli ci pensano le sentinelle, che hanno il compito di sorvegliare i confini tra le due nazioni. Qui facciamo la conoscenza della protagonista Ryn, una "Vestigia" con la capacità di tessere la forza vitale, e di suo fratello Cor. Usciti in missione per controllare le condizioni dei cristalli, i due si ritroveranno a dover affrontare l'armata di Aurick che sta tremando qualcosa con le Egide. La situazione sfugge rapidamente di mano e la ragazza si ritrova a dover inseguire i suoi nemici per fermarli, non prima però di aver fatto la conoscenza di Abram, uno studioso che, nonostante l'età, è ancora piuttosto arzillo. [caption id="attachment_1105802" align="aligncenter" width="1200"]Echoes of the End Recensione - Ryn Ryn, la protagonista di Echoes of the End in una scena del gioco.[/caption] La dinamica tra i due personaggi è uno dei motori della narrazione, con un rapporto che si evolve in maniera organica progredendo nella storia. Mi è sembrato quasi di intravedere lo spettro di Kratos e Atreus dietro i due personaggi: Ryn è distaccata e fredda che porta il fardello di essere una Vestigia, mentre Abram cerca in tutti i modi di creare un rapporto con la ragazza, anche se inutilmente. Ho trovato molto interessante il rapporto tra i due protagonisti, su questo non mi posso lamentare. Quello che forse mi ha convinto meno, però, è la trama un po' troppo derivativa e povera. Le situazioni peccano di originalità, utilizzando schemi narrativi già visti e rivisti in altri media. Si poteva costruire meglio, spiegare meglio le fazioni ad esempio, invece è tutto avvolto dal mistero, quasi a non voler approfondire tematiche rilevanti del world building.

Gameplay tra combattimenti e puzzle ambientali

Un po' come la trama, anche il combat system di Echoes of the End è parecchio abusato nel genere degli action adventure, ma questo non vuol dire che sia banale. Ryn utilizza principalmente la spada per combattere, ma possiede anche un vasto repertorio di magie che aggiungono varietà agli scontri. L'apprendimento delle magie avviene tramite un albero delle abilità, già in visto in altri giochi simili, che ci consente di sbloccare nuove mosse offensive e difensive. [caption id="attachment_1105800" align="aligncenter" width="1200"]Echoes of the End Recensione - Albero delle abilità Il generico albero delle abilità è presente anche in Echoes of the End.[/caption] Il sistema di combattimento offre due approcci differenti: gli attacchi leggeri, ideali per colpire rapidamente e mantenere la difesa alta, e gli attacchi pesanti, che sono più lenti ma infliggono più danno. Gli attacchi pesanti consumano la barra del mana, quindi non si possono sferrare in successione troppe volte. Diciamo che tutte le abilità di Ryn, comprese quelle di guarigione (non ci sono pozioni nel gioco), utilizzano la barra del mana. Questa barra si ricarica nel tempo oppure nei punti di salvataggio riproposti sotto forma di cairn, delle montagnette di pietra. Oppure, durante gli scontri, si può ricaricare la barra eseguendo una schivata perfetta o anche una parata perfetta, il cosiddetto parry tanto amato dai giocatori soulslike. La finestra per eseguire un parry è molto ampia a difficoltà normale, ma alzando la difficoltà questa diventa più stretta e richiederà al giocatore un tempismo impeccabile per eseguirlo. Durante i combattimenti, inoltre, potrai contare anche sul buon vecchio Abram, che, proprio come Atreus in God of War, ti aiuterà distraendo e immobilizzando i nemici, offrendoti preziosi momenti per riorganizzarti. Abram diventa a tutti gli effetti parte del gameplay, con una sezione dedicata tutta a lui in cui possiamo sbloccargli nuove mosse. Il sistema di combattimento è solido a livello concettuale, ma presenta gravi lacune tecniche che rendono l'esecuzione delle manovre frustrante e inutilmente difficile durante i combattimenti. Si verificano spesso problemi come mancate registrazioni dei comandi, tempistiche errate per le schivate, un sistema di aggancio dei nemici inaffidabile e i nemici non reagiscono in modo adeguato ai colpi subiti. È chiaro che il team aveva bisogno di più tempo per rifinire il proprio lavoro, almeno per quanto riguarda i combattimenti. [caption id="attachment_1105801" align="aligncenter" width="1200"]Echoes of the End Recensione - Sistema di combattimento Il sistema di combattimento risulta tutto sommato appagante, specialmente quando si effettua un parry con il giusto tempismo.[/caption] Discorso diverso, invece, per quanto riguarda l'esplorazione e i puzzle ambientali. Echoes of the End strizza l'occhio più alla parte adventure che action, e i puzzle ambientali ne sono la diretta testimonianza. Ogni sezione di gioco è piena di enigmi che vanno risolti per avanzare nella trama, e devo dire che, nel complesso, si sono rivelati essere divertenti nel loro svolgimento. Purtroppo però anche qui, come per il sistema di combattimento, i problemi di natura tecnica ci sono e si sentono tutti. Compenetrazioni, scalate molte artificiose, bug di varia natura e persino crash del gioco durante alcune fasi. Questi problemi minano l'esperienza finale, rendendola meno coinvolgente del previsto e anche frustrante in alcune fasi del gioco, specialmente in quelle più avanzate.

Grafica affascinante in Unreal Engine 5

Come già anticipato prima, uno dei punti di forza del gioco risiede nelle sue ambientazioni, che raggiungono un livello grafico davvero sublime. Questo risultato è stato ottenuto principalmente grazie all'utilizzo del motore grafico Unreal Engine 5, una nuova tecnologia che ha permesso al team di raggiungere ottimi livelli sia sul comparto grafico, come potete benissimo vedere nella foto qui sotto, che sugli effetti di illuminazione. [caption id="attachment_1105799" align="aligncenter" width="1200"]Echoes of the End Recensione - Ambientazioni La grafica delle ambientazioni è semplicemente stupenda.[/caption] I personaggi principali presentano un design complessivamente riuscito, con modelli dettagliati che si apprezzano in particolare durante le scene d'intermezzo, ma lo stesso non si può dire per il design dei nemici, davvero deludente e privo di originalità. Inoltre, quest'ultimi si ripetono per tutta la durata del gioco, portandoci ad affrontare nemici dal moveset sempre uguale. In poche parole, il comparto grafico si salva principalmente per le ambientazioni molto ispirate. Se andiamo ad analizzare anche le animazioni facciali, di combattimento e di movimento, ci ritroveremo in mano un prodotto riuscito a metà, con movenze legnose in certe situazioni, oppure troppo "scivolose" in altre, ad esempio durante l'arrampicata. Non parliamo poi delle compenetrazioni con i personaggi che si clippano tra loro in scene davvero esilaranti. Insomma, anche qui, secondo me, il team necessitava di più tempo per rifinire il tutto.

Un'opera prima promettente ma imperfetta

Echoes of the End è un primo approccio verso il mercato da parte del team islandese con delle fondamenta solide. Si intravede chiaramente un titolo che, se sviluppato al meglio, potrebbe diventare un'esperienza indimenticabile e una serie valida. Al momento, però, il gioco sembra non aver raggiunto la sua piena maturità. Dal punto di vista grafico, si presenta con luci e ombre. Le ambientazioni sono semplicemente mozzafiato, con un design curato e dettagli che immergono il giocatore in un mondo fantasy affascinante con dei personaggi principali dal design accattivante. Purtroppo, lo stesso livello di cura non si ritrova nei nemici, che risultano meno ispirati e a tratti un po' scarni nel loro design. Questa discrepanza si nota fin da subito, soprattutto in un gioco dove l'impatto visivo è così importante. Echoes of the End è un'esperienza che vale la pena provare per il suo potenziale inespresso e per la bellezza dei suoi scenari. Il combat system funziona con il suo sistema delle magie, ma presenta diversi problemi di natura tecnica che difficilmente si possono ignorare. Promossi i puzzle ambientali e l'esplorazione che spezzano in modo intelligente l'avventura che altrimenti sarebbe fin troppo monotona. Speriamo che, in un eventuale seguito, il team riesca ad alzare il tiro e raggiungere il pieno potenziale perché di carne sul fuoco ce n'è davvero tanta! https://youtu.be/W6SzAhkHgAw?si=-Di3AkZdyTJ7Kw7k

Echoes of the End è disponibile ora su console PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC via Steam. Se sei interessato, puoi acquistarlo a un prezzo scontato a questo indirizzo.

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