Electronic Arts: Il senato USA esprime preoccupazione


Lo scorso settembre, il fondo di investimento pubblico saudita (PIF) ha acquistato Electronic Arts per 55 miliardi di dollari, rendendola la prima azienda di videogiochi di proprietà statale e segnando l’acquisizione più costosa nella storia dell’industria dell’intrattenimento, non solo di quella videoludica.
A seguito di questo acquisto, i senatori statunitensi Richard Blumenthal ed Elizabeth Warren hanno inviato una lettera al segretario del Tesoro americano, Scott Bessent, esprimendo profondo sconcerto e preoccupazione per i possibili rischi di influenze estere sull’opinione pubblica, che potrebbero rappresentare una minaccia alla sicurezza nazionale.
Le preoccupazioni derivano dal fatto che l’acquirente, il fondo sovrano PIF, è gestito e controllato dal governo dell’Arabia Saudita. Già proprietario di diverse aziende in vari settori (tra cui il Manchester City in Premier League e il Palermo Calcio in Serie B) il fondo effettua investimenti per conto dello Stato saudita. Ciò, secondo alcuni osservatori, potrebbe permettere al Regno Saudita di ottenere un vantaggio strategico e d’influenza, sfruttando i videogiochi come mezzo di propaganda soft power.
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Il logo del fondo PIF[/caption]
Gli USA potrebbero bloccare l'acquisto di Electronic Arts?
Affronterò più nel dettaglio questi temi in un editoriale in uscita questo fine settimana. Tuttavia, dietro le dichiarazioni ufficiali del governo statunitense sembra celarsi un’altra preoccupazione: la perdita di uno dei principali strumenti di influenza culturale americana. Il Senato USA sostiene che, considerata la volatilità finanziaria di EA che lo scorso anno ha perso circa 6 miliardi di dollari, l’acquisto da parte del PIF non risponda a logiche economiche, ma piuttosto a strategie d’influenza geopolitica. La lettera dei senatori, inoltre, sottolinea non solo i rischi legati all’influenza saudita, ma anche quelli relativi alla privacy dei giocatori. Con l’acquisizione di EA, l’Arabia Saudita potrebbe infatti avere accesso ai dati personali di milioni di utenti in tutto il mondo. Un problema che, in realtà, non riguarda soltanto Electronic Arts, ma l’intera industria videoludica: molti dei contratti di licenza che i giocatori accettano prima di utilizzare un titolo concedono alle aziende un accesso quasi totale ai dati degli utenti, spesso senza sufficiente trasparenza su come e dove tali dati vengano utilizzati. Resta da vedere se questa lettera porterà a conseguenze concrete e se riuscirà a bloccare l’acquisizione di EA da parte del PIF, o se invece l’accordo verrà ratificato ufficialmente. In ogni caso, questo non è il primo investimento del fondo saudita nel settore videoludico: il PIF ha già finanziato il DLC “The Valley of Memory” di Assassin’s Creed Mirage, in uscita prossimamente, ed è anche uno dei principali investitori di Nintendo. [caption id="attachment_1109054" align="alignnone" width="1200"]
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