Ferentillo, il paese delle mummie e dei silenzi della Valnerina

C’è un silenzio particolare a Ferentillo, una quiete che non pesa ma osserva. Del resto, si tratta di un borgo che si arrampica tra case di pietra, che scivola lungo viuzze strette e che si ferma davanti all’ingresso della cripta dove il tempo ha deciso di non passare più. Qui, tra le pieghe della Valnerina, il paese vive sospeso tra la vita e la memoria, tra la curiosità dei viaggiatori e la presenza immobile delle sue mummie.
Ferentillo è un luogo che mette di fronte al passato con una calma disarmante. E mentre il vento porta l’eco del Nera e il profumo di bosco e pietra bagnata, ci si rende conto che la vera meraviglia non è nella morte che conserva, ma nella vita che continua a respirare attorno.
Dove si trova e come arrivare a Ferentillo
Il borgo di Ferentillo si trova in Umbria, nella provincia di Terni, immerso nella Valnerina, quella zona stretta e selvaggia che segue il corso del fiume Nera, È un centro abitato che non si incontra per caso, perché bisogna volerlo raggiungere. Le strade che portano fin qui si arrampicano lente, seguendo curve che aprono scorci sempre nuovi sulla valle.
Da Terni bastano circa venti chilometri in auto. Chi arriva da Roma può imboccare l’A1 fino a Orte, poi proseguire verso Terni e da lì risalire la valle; da Perugia, invece, il viaggio scorre lungo le colline umbre fino a Spoleto, per poi scendere verso Ferentillo seguendo il Nera. Non serve correre: la strada stessa è parte del paesaggio, un preludio al silenzio e alla calma che sono in attesa quando si arriva.

Perché Ferentillo è il borgo delle mummie?
A Precetto, una delle frazioni storiche di Ferentillo, la storia sembra ancora far parte del presente. Qui, sotto la Chiesa di Santo Stefano, riposano ventiquattro corpi mummificati (più teste, teschi e molto altro ancora), alcuni risalenti al XVI secolo, altri al XIX. Le mummie non sono il frutto di rituali o segreti occulti, ma di un fenomeno naturale. La combinazione di terreno, aria secca e ventilazione costante ha infatti conservato corpi e dettagli con una precisione sorprendente: capelli, unghie, abiti e perfino piccoli segni anatomici ancora visibili, come impronte di vite vissute secoli fa.
Ci sono una giovane donna deceduta di parto con il neonato, due soldati napoleonici con evidenti segni di sofferenza, una contadina con gli abiti ancora intatti, e persino un avvocato ucciso, custodito nella sua bara sigillata. Sorprendentemente non c’è morbosità, ma una strana quiete: ogni mummia racconta una storia, un frammento di vita quotidiana, e restituisce al borgo il suo fascino unico, sospeso tra memoria, scienza e mistero.
Cosa vedere a Ferentillo
In questo angolo di Valnerina la storia si intreccia con la pietra e con il silenzio. Le case sembrano crescere dal monte, i vicoli si inerpicano come vene antiche, e ogni passo svela tracce di un tempo ormai andato.
La Chiesa di Santa Maria e il Museo Parrocchiale
Nel cuore del borgo, a colpire è la Chiesa di Santa Maria (edificata nel XII secolo) con i suoi affreschi del Quattrocento e altre opere che testimoniano la vitalità artistica della valle. Accanto, il Museo Parrocchiale di Arte Sacra custodisce dipinti, arredi e reliquie provenienti dalle chiese circostanti: un piccolo scrigno che racconta la fede contadina dell’Umbria profonda.
L’Abbazia di San Pietro in Valle
Poco fuori dal centro abitato, immersa tra ulivi e silenzio, sorge l’antica Abbazia di San Pietro in Valle, fondata dai longobardi nel VIII secolo. È uno dei luoghi più suggestivi della regione, grazie alla presenza di affreschi di varie epoche, sarcofagi romani e un’atmosfera che sembra sospesa. Da qui si domina la valle, e per un attimo si ha la sensazione che il tempo abbia davvero smesso di muoversi.
Matterella e Precetto
Ferentillo è diviso in due borghi che si guardano dalle sponde opposte del fiume Nera. Matterella, in alto, è il cuore nobile: è il posto in cui resistono le rovine della rocca medievale, che a loro volta dominano le viuzze che si intrecciano tra archi e case di pietra. Precetto, invece, è la parte bassa, più raccolta e intima, la culla della Chiesa di Santo Stefano con la celebre Cripta delle Mummie.
La Chiesa di Santo Stefano e la Cripta delle Mummie
A Precetto, la Chiesa di Santo Stefano (risalente al XV secolo) non punta a stupire. È una costruzione semplice, in pietra, con un interno chiaro e spoglio, segnato da qualche dipinto superstite e da un silenzio che pesa più di qualsiasi decorazione. Ma basta scendere pochi gradini per capire perché questo luogo è diverso da ogni altro: sotto, nella cripta, riposano le famose mummie di Ferentillo, conservate naturalmente per secoli. L’impatto può essere forte, ma più che inquietudine lascia sensazioni di curiosità e rispetto, soprattutto per la fragilità e la resistenza del corpo umano.
Cosa fare a Ferentillo
Bisogna essere onesti: a Ferentillo non si viene solo per guardare, ma per stare. Passeggiare tra la pietra e il verde, ascoltare il fiume, respirare un tempo più lento è solo l’inizio, perché il borgo offre natura viva, tradizioni ancora vere e un modo di vivere che non ha fretta.
- Camminare tra i sentieri della Valnerina: intorno al borgo si diramano percorsi che conducono all’Abbazia di San Pietro in Valle o più in alto, verso i paesi abbandonati e le creste dei monti.
- Arrampicarsi sulle pareti di roccia: le falesie di Ferentillo sono tra le più apprezzate d’Italia per l’arrampicata sportiva. Pareti verticali, calcare solido e una valle che regala ombra d’estate e quiete d’inverno.
- Salire alle rocche di Precetto e Matterella: ci sono solo muri e torri spezzate, ma da lassù la vista sulla Valnerina è un qualcosa di veramente speciale.
- Partecipare alle feste e alle sagre: in estate si celebra la Sagra degli Strangozzi al Tartufo, profumata e rumorosa come deve essere. In inverno, il Presepe Vivente di Precetto trasforma il borgo in una scena antica. Poi ci sono le feste di paese, le processioni, i pranzi improvvisati e molto altro ancora.
- Vivere il borgo: dopo i sentieri e le rocche, si torna giù. Una panchina, un bicchiere di rosso, l’odore di legna e il pane.
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