Flotilla, i genovesi José Nivoi e Luca Viani tornano a casa. Le testimonianze: “Condizioni umilianti”


Genova. Tornano a casa José Nivoi e Luca Viani, due dei tre genovesi partiti con la Global Sumud Flotilla per portare aiuti alla popolazione di Gaza e fermati dall’esercito israeliano. Secondo quanto riportato dall’Ansa, il gruppo dei 26 italiani che hanno firmato per il rilascio immediato, dopo l’arrivo a Istanbul, è stato smistato su due voli della Turkish Airlines diretti uno a Roma Fiumicino e l’altro a Milano Malpensa, con atterraggio nella tarda serata di sabato. A quanto riferito, le spese del volo di rientro sono state sostenute dalla compagnia aerea turca.
Erano stati il ministro Antonio Tajani e la Farnesina ad annunciare in mattinata che sarebbero rientrati in Italia. A bordo del volo che li ha portati a Instabul da Eliat c’erano in tutto 137 attivisti della Flotilla.
“Gli altri 15 italiani non hanno firmato il foglio di rilascio volontario e dovranno attendere l’espulsione per via giudiziaria, che avverrà la prossima settimana – ha aggiunto Tajani -. Ho nuovamente dato disposizioni all’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv di far assicurare ai connazionali rimasti un trattamento rispettoso dei loro diritti“. Queste persone “rimarranno ancora 2-3 giorni in Israele“, ha confermato poi il ministro a margine di un’iniziativa a Firenze.
Chi sono i genovesi della Flotilla
José Nivoi, il camallo che da anni si batte per bloccare il traffico di armi in porto, era sulla Morgana, una piccola barca a vela con equipaggio internazionale, abbordata come le altre dai militari israeliani. Nei giorni prima della partenza si era mosso insieme a Music For Peace per promuovere la raccolta di generi di prima necessità tra la popolazione genovese, chiamata a cui hanno risposto migliaia di persone arrivando alla cifra record di 800 tonnellate di cibo raccolte. Il suo volo è quello diretto a Roma. Da lì dovrebbe fare rientro a Genova, probabilmente domenica.
Luca Viani è un giovane cuoco che è entrato in contatto con gli attivisti della Flotilla durante la raccolta di generi alimentari organizzata da Music for Peace. Era sulla Selvaggia insieme a persone provenienti da Spagna, Portogallo, Svizzera e Francia. Con lui sulla stessa barca c’era l’italiana Gessica Lastrucci.
È ancora detenuto in Israele invece Pietro Queirolo Palmas, marinaio 23enne che lavora in giro per il mondo, sequestrato mentre si trovava a bordo della All in, colpita con getti d’acqua a pressione e sostanze urticanti. I suoi genitori hanno lanciato un appello nelle scorse ore alle istituzioni: “Vi chiediamo di intervenire al più presto per difendere un vostro cittadino e condannare l’operato illegale dello Stato di Israele, sul cui primo ministro pende un mandato d’arresto della corte penale internazionale per il reato di genocidio”.
Le testimonianze: “Condizioni umilianti”
Il giornalista italiano Lorenzo D’Agostino ha dichiarato di essersi sentito “in un luogo davvero barbaro” mentre era detenuto da Israele in acque internazionali dopo il fermo delal Global Sumud Flotilla. Lo ha detto all’agenzia turca Anadolu al suo arrivo a Istanbul con un volo speciale, e ha raccontato che lui e gli altri passeggeri sono stati sottoposti a condizioni “umilianti” in Israele.
D’Agostino, riporta Anadolu, ha citato specificamente il trattamento riservato all’attivista svedese Greta Thunberg, a bordo della stessa Flotilla. “È stata umiliata, avvolta in una bandiera israeliana ed esibita come un trofeo”, ha detto. “Avevo la sensazione di trovarmi in un luogo davvero barbaro e speravo davvero che questa barbarie finisse presto“, ha aggiunto. D’Agostino ha descritto l’arrivo al porto di Ashdod come ostile, sottolineando la presenza del ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir. “Ben Gvir era fuori dal punto di arrivo al porto di Ashdod quando siamo arrivati. Si è assicurato che fossimo trattati come terroristi perché pensava che lo fossimo“, ha detto. “Quindi sono stato abbastanza fortunato da riuscire a uscire proprio mentre Ben Gvir stava arrivando”, ha aggiunto Agostino. Il giornalista ha raccontato ad Anadolu che i militanti sono stati sottoposti a bendaggi, manette strette, abiti inadeguati e temperature gelide in un furgone con aria condizionata per ore.
“Il nostro team legale ha presentato un esposto alla Procura di Roma per il sequestro degli attivisti e per l’attacco subito in acque internazionali “. Così la portavoce del Global Movement to Gaza, Maria Elena Delia, in una conferenza stampa. Gli attivisti della Flotilla “sono stati detenuti illegalmente senza alcuna base giuridica – sottolinea – prelevati dalla Marina militare israeliana senza che avessero commesso alcun reato. Sono stati sequestrati, non arrestati perché l’arresto presuppone un’ipotesi di reato. In prigione sono stati negati i diritti basilari di difesa e la fornitura di beni e servizi fondamentali come acqua, cibo e accesso ai servizi igienici”.
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