Flotilla, il camallo genovese José Nivoi tra gli italiani in viaggio per il rientro da Israele

Ottobre 5, 2025 - 04:00
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Flotilla, il camallo genovese José Nivoi tra gli italiani in viaggio per il rientro da Israele
Generico ottobre 2025

Genova. C’è anche il portuale genovese José Nivoi, punto di riferimento del Calp, nel gruppo dei 26 attivisti italiani della Global Sumud Flotilla che stanno tornando da Israele dopo essere stati fermati a circa 70 miglia da Gaza nella notte tra il 1° e il 2 ottobre. È quanto risulta a Genova24 da fonti vicine alla Farnesina.

Tra chi ha firmato il foglio di rilascio volontario, da quanto si apprende, c’è anche un altro genovese, Luca Viani, un giovane che lavora come cuoco ed è entrato in contatto con gli organizzatori della Flotilla durante la raccolta di generi alimentari avviata da Music for Peace.

A confermare la notizia è Maurizio Rimassa, segretario ligure dell’Usb, sindacato per cui Nivoi è referente dal porto di Genova: “José dovrebbe arrivare in giornata, non sappiamo nemmeno se a Milano o Roma. Non lo abbiamo ancora sentito. Finché non rientrano tutti però non siamo tranquilli, anzi. L’impegno è massimo per farli rientrare tutti incolumi, senza dimenticare chi è sotto le bombe. Non usiamo toni trionfali”.

L’annuncio di Tajani e della Farnesina

Ad annunciare i primi rientri, che fanno seguito ai quattro parlamentari atterrati ieri in Italia, è stato oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani su X: “Un primo gruppo di 26 cittadini italiani che erano sulla Flotilla sta per lasciare Israele con un charter. Li abbiamo inseriti in un volo della Turkish per Istanbul. Sono già stati trasferiti nella base aerea di Ramon e partiranno dall’aeroporto di Eilat”.

Alle 14.50 italiane, secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa turche, l’aereo charter con a bordo gli attivisti è atterrato all’aeroporto di Istanbul. A bordo 137 persone della Flotilla, tra cui 36 cittadini turchi e 23 malesi. Gli attivisti sono stati accolti da funzionari e altre persone in aeroporto. A bordo dell’aereo c’erano anche cittadini di Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti, Algeria, Marocco, Kuwait, Libia, Mauritania, Svizzera, Tunisia e Giordania.

“Gli altri 15 italiani non hanno firmato il foglio di rilascio volontario e dovranno attendere l’espulsione per via giudiziaria, che avverrà la prossima settimana – ha aggiunto Tajani -. Ho nuovamente dato disposizioni all’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv di far assicurare ai connazionali rimasti un trattamento rispettoso dei loro diritti“. Queste persone “rimarranno ancora 2-3 giorni in Israele“, ha confermato poi il ministro a margine di un’iniziativa a Firenze.

Questo gruppo, precisa una nota della Farnesina, “ha accettato di firmare il foglio di via e ha avuto quindi una procedura accelerata per la partenza. Assistito dall’ambasciata a Tel Aviv, il gruppo è stato trasferito dal carcere di Ketziot alla base aerea di Ramon, nei pressi di Eilat”.

“Grazie a un intervento personale del ministro Tajani anche con le autorità turche, il gruppo prenderà un volo speciale della Turkish Airlines che dovrebbe decollare alle 14 circa (ora locale, le 13 in Italia) diretto a Istanbul. In Turchia i connazionali verranno assistiti da un team del Consolato Generale a Istanbul che è pronto anche a fornire documenti di viaggio provvisori a chi ne avesse bisogno. Sono invece 15 – ribadisce il ministero – i connazionali che hanno deciso di non firmare il foglio di via: le autorità israeliane ne disporranno l’espulsione coatta per via giudiziaria nel corso della prossima settimana”. Ulteriori aggiornamenti saranno forniti “appena disponibili”.

Chi sono i genovesi fermati a bordo della Flotilla

José Nivoi, il camallo che da anni si batte per bloccare il traffico di armi in porto, era sulla Morgana, una piccola barca a vela con equipaggio internazionale, abbordata come le altre dai militari israeliani. Nei giorni prima della partenza si era mosso insieme a Music For Peace per promuovere la raccolta di generi di prima necessità tra la popolazione genovese, chiamata a cui hanno risposto migliaia di persone arrivando alla cifra record di 800 tonnellate di cibo raccolte.

Insieme a lui sulle barche della Flotilla c’erano altri due genovesi. Oltre a Luca Viani, che era imbarcato sulla Selvaggia e ha firmato per tornare subito in Italia, si attende ancora il ritorno di Pietro Queirolo Palmas, marinaio 23enne che lavora in giro per il mondo, sequestrato mentre si trovava a bordo della All in, colpita con getti d’acqua a pressione e sostanze urticanti. I suoi genitori hanno lanciato un appello nelle scorse ore alle istituzioni: “Vi chiediamo di intervenire al più presto per difendere un vostro cittadino e condannare l’operato illegale dello Stato di Israele, sul cui primo ministro pende un mandato d’arresto della corte penale internazionale per il reato di genocidio”.

Ci sono 26 italiani che stanno per rientrare mentre 15 restano nelle prigioni – ha detto la portavoce italiana della Global Sumud Flotilla Maria Elena Delia in una conferenza stampa a Roma con i quattro parlamentari rientrati dopo la missione sulla Flotilla -. In questa situazione chi rientra prima è perché sceglie di accettare una procedura di rito abbreviato. Chi rientra lo fa perché è importante raccontare, chi resta è perché con i nostri passaporti privilegiati possono tutelare gli altri. Sono scelte concordate dall’inizio – spiega – Questo è un movimento internazionale e internazionalista”.

L’annuncio durante lo sciopero generale: “Stanno bene”

Ieri, durante lo sciopero generale per Gaza con occupazione dei binari a Principe, era stato Francesco Staccioli dell’esecutivo nazionale Usb a riportare le ultime notizie sugli attivisti fermati: “Jose e Pepe sono in carcere ma stanno bene, potranno fare rientro in Italia tra 72 ore, a cui dobbiamo aggiungere lo Shabbat. Ci dicono che siamo stati bravi, abbiamo bloccato tutto, e non solo a Genova”.

corteo 3 ottobre principe

A Genova decine di migliaia di persone sono scese in piazza al mattino (40mila secondo le stime della Cgil) in un corteo, lanciato dalla Cgil con una delegazione dell’Usb, che ha percorso tutta la Sopraelevata fino a piazza De Ferrari. Alcuni manifestanti hanno bloccato i binari della stazione di Sampierdarena. Poi, nel pomeriggio, la seconda mobilitazione coordinata da Usb che ha portato al sit-in sui binari di Principe finché non sono arrivate notizie rassicuranti sui membri della Flotilla sequestrati da Israele. Tutte le manifestazioni si sono svolte senza scontri né tensioni con le forze dell’ordine.

Oggi è il giorno della grande manifestazione nazionale a Roma per la popolazione palestinese. Attese in piazza 150mila persone da tutta Italia, tra cui anche genovesi. A organizzare pullman sono stati, tra le realtà sindacali, l’Usb e la Cgil, ma tanti hanno intrapreso il viaggio in autonomia pur di essere presenti.

Gli aiuti ancora bloccati a Genova

Le barche sono sequestrate con tutto quello che c’era dentro. Su alcune barche sono state tolte le bandiere palestinesi e messe quelle israeliane. Sulle barche c’erano viveri e bisogna chiedere a Israele che cosa ne abbiano fatto”. Lo ha detto l’europarlamentare di Avs Benedetta Scuderi, nella conferenza stampa a Roma con gli altri parlamentari rientrati in Italia dopo la missione sulla Flotilla. “Ci sono 400 tonnellate di aiuti bloccati a Genova, che sono il grosso degli aiuti raccolti e che non potevano essere messi tutti su quelle barchette“, ha spiegato il deputato del Pd Arturo Scotto, rispondendo alle domande dei cronisti in conferenza stampa. “I video che mostrano le barche senza gli aiuti sono stati girati dopo che sono state sequestrate le nostre barche”, ha chiarito l’europarlamentare dem Annalisa Corrado.

Negli scorsi giorni Music for Peace aveva spiegato che dieci container con pacchi alimentari per la popolazione di Gaza erano ancora fermi perché, per consegnare i viveri alla Jhco (Jordan Hashemite Charity Organization), le regole imposte da Israele prevedevano di togliere gli alimenti con zuccheri e amidi, cioè gli alimenti energetici per i bambini. Niente biscotti, miele, marmellata, tutto ciò appunto che può dare energia. “Ci è stato anche comunicato che il materiale che verrà tolto dai pacchi, che erano stato composto proprio con i corretti valori nutrizionali per le famiglie verrà distrutto” spiegava Stefano Rebora.

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Redazione Redazione Eventi e News