Foliage: la bellezza dell’autunno sotto pressione climatica


L’autunno nei boschi è una magia anche grazie ai colori caldi del foliage. E non sono poche le attività turistiche che puntano a fare vivere l’emozionante visione del foliage. A patto che la crisi climatica non ci tolga anche questo spettacolo
Ogni autunno, boschi e parchi italiani si trasformano in un caleidoscopio di colori: dal giallo oro al rosso intenso, fino alle sfumature brune e ramate. Questo fenomeno, noto come foliage, non è solo uno spettacolo estetico, ma un processo biologico complesso che oggi risente in modo evidente dei cambiamenti climatici.
Le foglie verdi devono la loro tonalità alla clorofilla, pigmento fondamentale per la fotosintesi. Con l’arrivo dell’autunno e la riduzione delle ore di luce, gli alberi ne riducono la produzione.
Questo fa emergere altri pigmenti già presenti nelle foglie come i carotenoidi responsabili proprio delle tonalità gialle e arancioni o gli antociani che sono più rossi e violacei e sono prodotti in risposta a particolari condizioni di stress.
Poi, sempre in questo periodo, soprattutto per le querce esplodono anche i tannini che sono portatori di tonalità brune. Il foliage è dunque il risultato di un bilanciamento chimico che riflette lo stato fisiologico delle piante.
L’impatto dei cambiamenti climatici
Negli ultimi decenni, il calendario naturale del foliage è cambiato. Studi europei (tra cui i monitoraggi dell’Ispra e di reti fenologiche internazionali) dimostrano che l’estate si allunga con temperature più elevate in settembre e ottobre ritardano la senescenza delle foglie.
Ma non solo: gli stress idrici, ovvero siccità e ondate di calore estive, accelerano la caduta delle foglie, riducendo la durata del foliage.
Insomma, eventi estremi come piogge improvvise o venti forti anticipano la defogliazione anche se è vero che a specie diverse, risposte diverse: aceri e faggi, sensibili agli stress climatici, modificano più rapidamente i tempi e l’intensità cromatica rispetto a querce o platani.
In sintesi, il foliage tende a essere più breve e meno spettacolare in molte aree, con un impatto anche sul turismo naturalistico e sulla biodiversità forestale.
Non per niente gli scienziati considerano il foliage una vera e propria cartina tornasole del cambiamento climatico. Monitorando le date di inizio e fine della colorazione autunnale, si raccolgono dati preziosi sulla risposta degli ecosistemi.
Questo rientra nel più ampio campo della fenologia, che studia le relazioni tra cicli biologici e variabili ambientali.
Foliage e turismo sostenibile: il caso dell’alto Piemonte
L’autunno in Alto Piemonte è la stagione dei colori, del movimento e delle esperienze a contatto con la natura. Il territorio si propone come laboratorio green nel segno del turismo lento e consapevole, grazie al progetto SustainEvents, finanziato dal Programma Interreg Vi-A Italia Svizzera 2021-2027 e promosso dalla Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte.
Il viaggio inizia a bordo del celebre Treno del Foliage, che dall’11 ottobre al 16 novembre percorre i 52 chilometri della Ferrovia Vigezzina-Centovalli tra Domodossola e Locarno. Inserito da Lonely Planet tra i percorsi ferroviari più belli d’Europa, il treno offre vedute spettacolari su boschi variopinti e vallate alpine, trasformandosi in un simbolo di mobilità dolce e turismo sostenibile. Un invito a scoprire il territorio con uno sguardo rispettoso, che lega bellezza naturale e responsabilità ambientale.
Oltre all’Alto Piemonte, altre località italiane – dalla Val di Fiemme al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi – promuovono percorsi esperienziali che uniscono natura, cultura e gastronomia.
Tuttavia, la riduzione della durata e dell’intensità cromatica del foliage, legata ai cambiamenti climatici, rappresenta una sfida anche per questo settore economico.
Per preservare lo spettacolo dei boschi autunnali – soprattutto la salute delle foreste – servono strategie di gestione sostenibile, dalla tutela delle risorse idriche al contrasto della frammentazione degli habitat.
Il foliage non è soltanto un’esperienza estetica, ma un processo biologico che riflette in tempo reale la salute delle nostre foreste. Se oggi ci regala ancora meraviglia, domani rischia di diventare una bellezza fragile, spenta dal clima che cambia.
Conservare la magia dei boschi autunnali significa agire concretamente contro la crisi climatica e promuovere un turismo che sappia essere parte della soluzione.
Crediti immagine: Depositphotos
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