Ha 100 anni la Croce sul Resegone


In cima al Resegone c’è una croce. Lo sanno bene i lecchesi, che la intravedono ogni volta che alzano lo sguardo alla loro amata montagna. Come lo sanno i bergamaschi che vivono sul versante orobico della Valle Imagna. Ma anche i numerosi gitanti che in ogni stagione, ma soprattutto d’estate, salgono fino al Rifugio Azzoni, che si trova ai piedi dell’imponente manufatto. Una croce che è lassù da un secolo esatto: a vegliare su chi vive nei luoghi di Renzo e Lucia, cantati dal Manzoni. E in fondo un po’ su tutti, come la Madonnina dal Duomo di Milano.
Per festeggiare il centenario numerose sono state le iniziative, tra un versante e l’altro del Resegone, culminate a fine agosto con l’ascensione alla Punta Cermenati, a 1875 metri d’altezza, e le celebrazioni all’ombra della croce. Sabato 30 agosto, in particolare, durante la santa Messa presieduta dal prevosto di Lecco, monsignor Bortolo Uberti (leggi qui), alla base della croce è stata collocata una statua di bronzo che riproduce la venerata immagine della Madonna addolorata che è custodita nel santuario della Cornabusa a Sant’Omobono Imagna. Un’effigie alla quale era particolarmente devoto Angelo Roncalli, papa Giovanni XXIII, il santo pontefice del Concilio vaticano II, del quale si ricorda quest’anno il centenario della sua consacrazione episcopale: così che a memoria si è aggiunta memoria.
Proprio nell’Anno Santo 1925 si tornò a parlare della croce da mettere sul Resegone come segno di alto significato simbolico. Dell’impresa si occupò l’Opera Cardinal Ferrari di Milano, che affidò il progetto a uno dei suoi collaboratori più brillanti, l’ingegnere Giovanni Terruggia.
Innanzitutto venne fatto uno sbancamento della cima, per gettare la massicciata in cemento, alta due metri: ne servirono ben dodici quintali che furono portati in vetta da una carovana di muli. Nel mentre veniva realizzata la struttura in ferro della croce, alta dieci metri, costituita da longheroni tenuti insieme da duemila bulloni, a cui lavorarono gli studenti dei laboratori della Cardinal Ferrari stessa.
Terminati i lavori di posizionamento, la croce sulla cima più alta del Resegone attendeva solo di essere inaugurata ufficialmente. La cerimonia, un’autentica festa di popolo che ebbe risalto anche sulla stampa nazionale, avvenne l’ultima domenica di agosto, con la partecipazione dell’allora arcivescovo di Milano, il cardinale Eugenio Tosi. Già provato da problemi cardiaci, il pastore ambrosiano volle comunque benedire personalmente la nuova croce: per questo, dalla canonica di Morterone poté raggiungere la cima della montagna su una portantina sostenuta da «gagliardi valligiani» – come si legge nelle cronache – che si davano il cambio alle stanghe.
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