Il Parlamento europeo dà via libera a nuovi obiettivi di riduzione di rifiuti alimentari e tessili

Settembre 10, 2025 - 21:30
 0
Il Parlamento europeo dà via libera a nuovi obiettivi di riduzione di rifiuti alimentari e tessili

Il Parlamento europeo ha dato via libera definitivo a nuove misure per prevenire e ridurre i rifiuti alimentari e tessili in tutta l’Unione europea. Il testo prevede obiettivi vincolanti di riduzione degli sprechi alimentari entro il 2030 e norme in base alle quali i produttori copriranno i costi di raccolta, cernita e riciclo dei rifiuti tessili. Le nuove regole sulla responsabilità estesa al produttore (Epr) riguarderanno prodotti come abbigliamento e accessori, calzature, coperte, biancheria da letto e da cucina, tende e cappelli. Su iniziativa del Parlamento, i paesi Ue potranno estendere i regimi di responsabilità estesa del produttore anche per i materassi. Dopo la pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale Ue, i Paesi comunitari avranno 20 mesi di tempo dalla sua entrata in vigore per recepire le norme nella legislazione nazionale.

Il testo legislativo, frutto di un accordo con il Consiglio europeo del febbraio 2025, è stato adottato senza votazione perché non sono stati presentati emendamenti, in linea con la seconda lettura della procedura legislativa ordinaria.

Per quanto riguarda il dettaglio dei target vincolanti di riduzione degli sprechi alimentari entro la fine del 2030, il testo prevede: il 10% per la produzione e la trasformazione alimentare e il 30% pro capite per i rifiuti provenienti dal commercio al dettaglio, dai ristoranti, dai servizi di ristorazione e dai nuclei domestici. Gli obiettivi saranno calcolati sulla media annua 2021-2023. Tra l’altro, sono previste anche misure per garantire che gli operatori economici con un ruolo rilevante nella prevenzione e generazione di sprechi facilitino la donazione di alimenti invenduti ancora idonei al consumo umano.

Per quanto riguarda il comparto tessile, i produttori che immettono tale merce sul mercato Ue dovranno sostenere i costi di raccolta, cernita e riciclo, tramite nuovi regimi di responsabilità estesa del produttore, da istituire in ciascuno Stato membro entro 30 mesi dall’entrata in vigore della direttiva. Le norme si applicheranno a tutti i produttori, anche quelli che operano tramite l’e-commerce e indipendentemente dal luogo di stabilimento. Le microimprese avranno un anno supplementare per adeguarsi.

Infine, gli Stati membri dovranno considerare le pratiche di ultra-fast fashion e fast fashion nel determinare i contributi finanziari per sostenere i nuovi compiti dei produttori.

Se tra gli europarlamentari la posizione prevalente è di soddisfazione per il testo approvato, nella galassia ambientaliste non mancano critiche perché, è la tesi, si sarebbe potuto fare molto di più per far fronte al problema degli sprechi alimentari e dei rifiuti tessili.

L’European environmental bureau (Eeb) punta il dito sia contro le misure per i rifiuti alimentari e tessili sia contro un’altra approvata sempre a Strasburgo per ridurre l’impatto ambientale dei veicoli dalla progettazione allo smaltimento. «Accogliamo con favore gli obiettivi vincolanti in materia di prevenzione dei rifiuti, in particolare quelli alimentari, ma il testo finale non è all'altezza dell'impegno dell'Ue di dimezzare gli sprechi alimentari lungo tutta la catena di approvvigionamento», dice Fynn Hauschke, responsabile senior delle politiche per l'economia circolare e i rifiuti presso l'Eeeb. «Accontentandosi di meno, il Parlamento ignora la portata della crisi, perdendo un'occasione cruciale per ridurre le emissioni e mettendo ulteriormente a rischio la sicurezza alimentare e la natura».

Per quanto riguarda i tessili e i sistemi di responsabilità estesa del produttore per rendere i marchi più responsabili dei rifiuti che generano, l'Eeb fa notare che sono previsti tempi troppo lunghi e invita gli Stati membri a non rimandare l'istituzione di quanto previsto con scadenza al 2028.

Dice Emily Macintosh, responsabile senior delle politiche tessili presso l'Eeb: «Abbiamo bisogno di programmi ambiziosi di responsabilità estesa del produttore per il settore tessile, al fine di fornire ai comuni e al settore dell'usato il sostegno finanziario necessario per far fronte al crescente volume di indumenti smessi. L'Epr deve anche fornire sostegno a paesi come il Ghana e il Kenya, che sono fortemente colpiti dalle esportazioni di indumenti smessi dall'Ue. È ora che i programmi di responsabilità estesa del produttore affrontino direttamente il problema della sovrapproduzione, penalizzando le aziende per le pratiche commerciali dannose che causano in primo luogo la produzione di così tanti rifiuti».

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia