Il Vangelo secondo gli influencer cattolici, e l’esegesi della religione in chiave pop

Settembre 11, 2025 - 11:00
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Il Vangelo secondo gli influencer cattolici, e l’esegesi della religione in chiave pop

Dalla cattedrale allo smartphone, la Messa diventa un trend, i preti si fanno chiamare influencer e i fedeli si trasformano in follower. Un’istantanea (o un post) sul fenomeno è la canonizzazione di Carlo Maria Acutis, conosciuto anche come “cyber apostolo” o “influencer di Dio”. Il quindicenne, scomparso nel 2006, è stato il primo a usare la rete allo scopo di diffondere il messaggio eucaristico. Complice una passione per la tecnologia, aveva creato un sito dove raccoglieva dati sui miracoli in tutto il mondo. In questi giorni, la comunità cattolica gli ha rimandato lo stesso messaggio d’amore. In piazza San Pietro a Roma, ma anche in tutti quei “non luoghi” che registrano un’altissima percentuale di traffico, i social.

Le stime del Digital Report 2025 suggeriscono un indizio sul perché la Chiesa sia arrivata in rete. Rispondere alla disaffezione dei giovani alla religione con lo strumento che privilegiano è una mossa vincente, se si pensa in termini di hashtag e algoritmi.

A questo proposito, la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) ha stilato un vademecum contenente consigli pratici per le parrocchie da usare nella comunicazione online. I social possono essere, con le parole di Acutis, un’autostrada verso Dio. Saperli usare è indice di una ben calcolata strategia pastorale, che potrebbe anche riportare i più giovani tra i banchi delle Chiese. Sia mai che i contenuti finiscano nei “per te” di qualche wannabe.

Sono tanti i creator, preti social e influencer cattolici che ogni giorno reinventano la missione evangelica, adattando trend e format al seguito e alle piattaforme – YouTube, Instagram e TikTok. Mentre, è su X che Papa Leone XIV (@pontifex) consolida il rapporto virtuale con i suoi oltre diciotto milioni di follower.

«La Chiesa ha sempre abitato i linguaggi del suo tempo e, oggi, il nuovo spazio di missione sono i social perché lì c’è la gente e se lì c’è l’uomo, ci deve essere anche Dio», conferma don Alberto Ravagnani, in un video che conta circa seicentomila visualizzazioni. Il suo account TikTok è seguitissimo, ma su Instagram è una vera star, con tanto di profilo verificato (l’icona blu accanto allo username). Il suo percorso online l’ha visto approdare prima su YouTube, in conversazioni virtuali su videogiochi, palestra o amore. Poi, indossato il collarino ecclesiastico, spendersi in mini-lezioni e Q&A sulla fede. Il tono? Divertente e incalzante. Un profilo curato, quello del prete trentaduenne di Milano che, tra gag divertenti, musica e storie di vita quotidiana, fa luce sulla vita ecclesiastica che si è soliti rinchiudere in superbe guglie o altari barocchi. Se non in polverosi santini regalati dalla nonna.

È sulle note di Ornella Vanoni che don Roberto Fiscer, di Genova, condivide il miracolo dell’Eucarestia. Con “Rossetto e cioccolato” in sottofondo, fedeli o semplicemente affezionati, scrollano il proprio feed e lasciano andare i quindici secondi di clip, dove il prete in servizio canta appassionatamente il tormentone vintage. Una caption azzurra come i suoi tanti braccialetti, recita: «Vi porto a Messa con me». Il prete di Genova però ha un grande seguito anche su Instagram, dove condivide con i suoi follower le attività a cui si dedica. Tra le altre cose, è il fondatore di una radio, detta “Radio fra le nuvole”, dove ogni giorno diffonde messaggi di speranza dall’istituto Gaslini di Genova. E anche tanta musica che fa sorridere i bambini in cura.

Ma il fenomeno che allinea il messaggio eucaristico alla comunicazione sui social non si ferma in Italia. Padre Guilherme Peixoto, anche detto “prete DJ”, ha fatto della tradizione musicale un percorso di fede. I suoi set techno al Giubileo degli influencer cattolici e dei missionari digitali hanno fatto scatenare migliaia di persone. Alle spalle, un curriculum di eventi internazionali tra Miami, Ibiza e Hong Kong, il padre originario di un Braga è, come si suol dire, una hit. È stata l’agenzia di stampa Reuters a raccontare in parte, la storia del prete con un profilo da un milione e mezzo di follower, giustificata dai ritmi coinvolgenti della sua musica. Solo qualche giorno fa, è uscito il suo nuovo EP: “Veneremur et Adoremus”, che follower e curiosi possono trovare nella sua bio. 

Per concludere il viaggio (social) nella religione nel ventunesimo secolo, si torna in Italia. Benedetta Palella è una giovanissima content creator di Bari che usa i trend più virali di TikTok per parlare di Dio. La skincare diventa soulcare. Davanti uno schermo, l’influencer ìalterna creme e sieri sul suo viso, parlando dei “5 Sassi di Medjugorje”, ossia i mezzi indicati dalla Vergine per sfuggire al peccato. Ancora, nei suoi “What’s in my bag”, racconta cosa l’accompagna ogni giorno fuori casa e perché i portachiavi legati alla fede sono un modo per vivere in comunione con Dio. Sul suo blog, invece, c’è sempre il countdown per partecipare al Santo Rosario in una live su TikTok. Un altro modo, questo, che permette all’influencer di rafforzare il rapporto tra la sua comunità e la fede.

Tra video, live e Q&A virali, la religione si reinventa senza snaturarsi. La Chiesa entra nei feed dei giovani e, tra un trend e l’altro, ricorda che anche nel mondo digitale, un miracolo può arrivare con un semplice click.

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