La fine del conflitto (Russia-Ucraina)


La fine del conflitto (Russia-Ucraina)
Si incontrarono su un’isola deserta. Lontano da telecamere e proclami.
Basta con questa guerra. E si guardarono negli occhi. In tre anni sono morti un milione di esseri umani. Facciamo così: tu mandi il migliore dei tuoi e io farò lo stesso. Si affronteranno in duello, se vince il russo tutta l’Ucraina sarà russa, se vince l’ucraino i russi tornano a casa e perderanno le loro conquiste.
Il giorno dopo due barche a remi approdarono sulla spiaggia. Da una scese Dmytro, il soldato ucraino. Con voce ferma recitò: Le notti sono piene di pianto muto, ma al mattino sorge il sole, e con esso un sogno di libertà. (1)
Vladimir, dell’ex Armata Rossa, replicò: La quiete si posa sull’anima, come neve che tutto ricopre, il cuore si placa, e ritrova la propria dimora nel mondo. (2)
Dmytro si fece portare un pianoforte e suonò Preghiera per l’Ucraina di Mycola Lysenko. O Dio, grande unico, dai libertà, dai saggezza, dai felicità di un buon mondo. Vladimir non rimase indietro, si mise alla tastiera e pensò a Sergej Rachmaninov. Benedetto sei tu, oh Signore, fai riposare l’anima inquieta, e porta la concordia nei cuori.
E il soldato Dmytro, ferito al braccio nella battaglia di Mariupol’, evocò Ivan Franko, uno che diceva chiaro e tondo La letteratura costruisce la pace e la dignità umana, e di lui citò Negli occhi di ciascuno brilla un fuoco d’amore.
A questo punto Vladimir, con il volto solcato da una cicatrice dall’orecchio alla bocca, si appellò al grande Dostoevskij: Amate gli uomini anche nel loro peccato, perché questo è già un riflesso dell’amore divino e porta la pace all’anima.
E Dmytro:
– Ti prego, continua con l’amico Fedor.
– Allora eccoti la più celebre: La bellezza salverà il mondo.(3)
I due risero insieme.
– E di Gogol che ne facciamo? Era ucraino perché nato a Sorocynci, o russo perché scriveva in russo?
– Scusa se cambio discorso. Conosci Andriy Shevchenko, il calciatore?
– Come no, era il centravanti del Milan e vinse il Pallone d’oro.
Dmytro sorrise.
– E dimmi, qual è stato il vostro più grande?
– Lev Jashin, senza dubbio. L’unico portiere in Europa a vincere il Pallone d’oro.
– E allora che ne dici di cinque rigori a testa?
– Va bene, ma la rivincita a pallanuoto.
– E una partita a scacchi?
– Si può fare.
Note
1) Taras Hryhorovyč Ševčenko, poeta ucraino; 2) Boris Pasternak, poeta russo; 3) da L’Idiota di Fedor Dostoevskij.
Racconto di Abramo Vane (www.ilcavedio.org), Progetto “Anmig per la Pace”.
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