La mela olimpica della Valtellina


Scarsa redditività e abbandono dei frutteti caratterizzano le ultime stagioni frutticole valtellinesi. Tra i problemi del territorio spicca anche il caso Melavì. Basterà il riscatto della mela olimpica chiamata Bernina rosata?
La stagione frutticola 2025 in Valtellina è a un anno di svolta, segnato da una tempesta perfetta che ha messo a dura prova i frutticoltori.
L’annata ci consegna un raccolto discreto, stimato intorno ai 200mila quintali ma che in realtà – come sottolinea Daniele Franchetti, operatore biologico del settore – maschera un fenomeno preoccupante: l’abbandono dei frutteti.
Le cause hanno a che vedere con la scarsa redditività della mela, ma anche nel mancato ricambio generazionale e nei costi finanziari crescenti.
Tutto questo comporta una progressiva trasformazione del tessuto agricolo locale, con la sparizione delle piccolissime imprese a vantaggio di realtà di medie dimensioni.
C’è anche il problema clima
Il clima ha avuto un ruolo cruciale anche per la stagione 2025, con gelate primaverili a macchia di leopardo e una grandinata che ha devastato i meleti di Bianzone e delle zone dell’alta valle, mentre il conoide di Ponte in Valtellina ne è stato risparmiato.
In questo contesto già difficile, il settore ha dovuto affrontare il traumatico collasso della storica cooperativa Melavì, posta in liquidazione giudiziaria e che, con l’udienza del 16 ottobre 2025 fissata dal Tribunale di Sondrio, dovrebbe approdare all’omologazione del concordato semplificato.
Questa crisi, iniziata nel marzo 2024, ha avuto un impatto diretto su 71 lavoratori e circa 500 aziende agricole, privando la filiera di un polo logistico e distributivo fondamentale.
Di fronte a un vero e proprio vuoto, i produttori sono stati costretti a cercare soluzioni immediate, come la vendita diretta a cooperative o intermediari del settore, o l’affitto di celle di conservazione in altre regioni.
La Fondazione Fojanini, con la sperimentazione dei droni e il Consorzio Sponda Soliva, con l’irrigazione a goccia, stanno cercando di aiutare i produttori a superare queste difficoltà attraverso l’innovazione.
Anche la Bernina rosata, la mela olimpica che verrà lanciata il prossimo anno in occasione delle Olimpiadi del 2026, è un tentativo di trovare una via d’uscita.
La frutticoltura valtellinese si trova così in una fase di profonda ricostruzione, costretta a trovare nuove configurazioni che generino valore a partire dalla qualità ambientale ed ecologica delle sue produzioni agricole.
articolo redatto da Gianmario Folini
L'articolo La mela olimpica della Valtellina è stato pubblicato su GreenPlanner Magazine.
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