La montagna affascina sempre più i giovani: ecco le vere opportunità


Lo spopolamento delle aree montane ha effetti sociali, economici e ambientali rilevanti: i territori si degradano, la popolazione invecchia e i servizi lentamente spariscono. Una somma di circoli viziosi che però, in alcuni casi, è possibile interrompere. Per farlo servono per prima cosa connettività e amministrazioni pubbliche efficienti, che attraggono giovani disposti a rischiare e innovare le tradizioni
È uno degli effetti, forse tra i più prevedibili, del riscaldamento globale: le montagne, che per anni hanno visto diminuire abitanti e servizi, in alcune zone tornano a ripopolarsi di persone e famiglie che salgono per sfuggire al caldo e alle condizioni, spesso davvero difficili, della pianura.
È uno dei dati raccolti nel Rapporto montagne Italia 2025, curato dall’Unione delle comunità montane (Uncem), secondo cui tra il 2018 e il 2023 il numero delle persone che vivono nei 3.471 comuni di montagna dell’Italia è aumentato di 100.000 unità.
Non si può però parlare di un’inversione di tendenza definitiva, sono ancora moltissime le aree che stanno scivolando nell’abbandono, ma in alcune aree di Piemonte, Lombardia e appennino tosco-emiliano arrivano non solo immigrati extracomunitari (che in passato avevano fornito manodopera alle aziende dei territori), ma in oltre due casi su tre persone che vengono dalle aree urbane e in età lavorativa.
Secondo il rapporto, preparato nell’ambito del Progetto italiae del Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’avvio del fenomeno è coinciso con il Covid, quando con il miglioramento della connettività hanno iniziato a diffondersi nuovi modi di lavoro da remoto e si è consolidato negli anni successivi, complice l’aumento dei costi della vita nelle aree urbane, con gli affitti sempre più alti e l’inflazione che morde.
Far rivivere le montagne: la connessione non basta…
Tuttavia, dal rapporto emerge che non basta spostarsi in montagna e avere una connessione internet che funziona: perché la comunità in quota torni a vivere servono intraprendenza e creatività, sempre con un occhio alla sostenibilità e occorre anche che il quadro normativo e istituzionale faccia la sua parte.
Infatti, dopo l’abolizione delle comunità montane le unioni dei comuni, che avrebbero dovuto rimpiazzarle creando sinergie ed economie di scala, hanno faticato parecchio, restituendo un assetto molto disomogeneo.
Se al Nord le unioni ci sono e funzionano, nelle terre alte del Centro e del Meridione (con l’eccezione della Sardegna) stentano ancora moltissimo.
Non aiuta poi che spesso queste unioni accorpino comuni distanti tra loro e nemmeno che ancora viene spesso disattesa la norma che prevede che i piccoli comuni si associno per erogare i servizi essenziali.
In sostanza, se i comuni delle aree montane vogliono prosperare, devono associarsi e fare rete, valorizzando le specificità dei territori.
E moltiplicare le storie positive che già ci sono, come quella per esempio di Bobbio, comune del primo appennino tosco-emiliano, in cui nel giro di pochi anni sono stati messi in cantiere due asili nido e si sono moltiplicate le attività commerciali gestite da giovani che coniugano spesso bio e tecnologie digitali.
Crediti immagine: Depositphotos
L'articolo La montagna affascina sempre più i giovani: ecco le vere opportunità è stato pubblicato su GreenPlanner Magazine.
Qual è la tua reazione?






