La rete Caritas: «Per Gaza è una condanna a morte»

51 organizzazioni umanitarie e della società civile avvertono che l’assalto israeliano a Gaza City «equivale a una condanna a morte». «L’intensificarsi degli attacchi militari israeliani a Gaza City e gli ordini di sfollamento forzato per l’intera città stanno lasciando le famiglie di fronte a un dilemma impossibile – dichiarano -: fuggire e rischiare la morte per strada e in aree di sfollati sovraffollate, oppure rimanere e affrontare bombardamenti incessanti nei loro rifugi. Fame e assedio li attendono in ogni caso».

«La nostra unica richiesta è la vita – ha detto Ayman (nome di fantasia), un padre che ha trovato rifugio con la sua famiglia a Gaza City – Siamo umani proprio come voi. Vogliamo vivere con dignità e sicurezza, non morire di fame o di bombe».

Quasi un milione di palestinesi, affamati, in lutto e sfollati più volte, rimangono a Gaza City. Se l’operazione israeliana a Gaza City continua, gli ospedali saranno isolati e attaccati, i rifugi e le scuole bombardati, i convogli di aiuti bloccati e coloro che sono troppo deboli, anziani o malati per fuggire saranno lasciati morire. «Siamo stanchi di correre da un posto all’altro», ha detto Abeer (nome di fantasia), un operatore umanitario.

Allo stesso tempo, denunciano le organizzazioni, «Israele sta deliberatamente ostacolando le operazioni umanitarie. I camion degli aiuti continuano a essere negati e le ONG internazionali sono lasciate nel limbo da un opaco sistema di registrazione, mentre la carestia si aggrava».

«La Corte Internazionale di Giustizia ha riconosciuto che i palestinesi di Gaza hanno il diritto di essere protetti dal genocidio – conclude la dichiarazione -. Ogni atto di sfollamento forzato e ogni ondata di fame rendono questo pericolo più certo, e il mondo non può affermare di non averlo previsto. Fate entrare i nostri beni. Lasciateci lavorare. Fermate questo assalto».