Le sceneggiate disoneste di destra e di sinistra su parlamentari e ministri salvati dai processi

Ottobre 12, 2025 - 06:30
 0
Le sceneggiate disoneste di destra e di sinistra su parlamentari e ministri salvati dai processi

Giovedì scorso, alla Camera, la destra non ha autorizzato il procedimento penale nei confronti dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano sul caso Almasri, pochi giorni dopo avere accusato il Parlamento europeo di avere vergognosamente sottratto la terrorista Ilaria Salis ai meritati rigori della giustizia ungherese.

Specularmente, la sinistra che pochi giorni prima aveva rivendicato l’autotutela politica del Parlamento europeo sul caso di Ilaria Salis ha accusato i deputati di maggioranza di avere oltraggiato sul caso Almasri i principi di giustizia e di avere invocato la ragione di Stato per giustificare il favoreggiamento di un assassino.

Per ricapitolare i termini della questione, che nei discorsi degli scandalizzati di destra e di sinistra sono sconosciuti o contraffatti, il Parlamento europeo e quello italiano nelle due votazioni non erano chiamati a decidere se gli accusati meritassero il processo, ma se meritassero la tutela, cioè se sussistesse o meno un interesse democratico per negare l’autorizzazione al procedimento giudiziario che li vede coinvolti, a prescindere da ogni valutazione sulla loro innocenza o colpevolezza.

Questo interesse democratico nel caso di Salis coincideva con la tutela della rappresentanza popolare, cioè della volontà degli elettori che l’avevano mandata a Bruxelles e dell’integrità dell’organo parlamentare, di cui l’eurodeputata di Alleanza Verdi-Sinistra fa parte. Nel caso di Nordio, Piantedosi e Mantovano l’interesse democratico coincideva con la difesa della sicurezza dello Stato o di altro interesse pubblico costituzionalmente rilevante, perseguito attraverso condotte di cui l’autorità giudiziaria può eccepire un rilievo penale, ma non riconoscere una scriminante politica.

Proprio perché la valutazione della sussistenza di un preminente interesse democratico – preminente rispetto alla stessa pretesa punitiva dello Stato – ha una natura integralmente politica, essa è assunta dall’organo politico investito di una diretta legittimazione democratica, il Parlamento.

Il populismo penale e costituzionale, che ha intossicato il dibattito pubblico ed ha causato un’epidemia di maleducazione civile, innesca però grotteschi riflessi pavloviani. Di qui l’automatica e copiosa salivazione dei cani di destra quando suona il campanellino di un’inchiesta contro i cani di sinistra e viceversa, come se questa sola circostanza bastasse agli uni e agli altri per saziare gli appetiti di dominio e sopraffazione.

Visto che però non esiste fanatismo che non sia anche un tipo particolare di malafede, è diventato assolutamente normale che per gli stessi istituti democratici (o per istituti di natura analoga, come nel caso di specie) si giudichi scandaloso privilegio o sacrosanta garanzia il loro uso, a seconda del colore politico di chi se ne giova.

Ovviamente, come tutte le valutazioni politiche anche quelle sull’autorizzazione a procedere contro un parlamentare o un ministro sono di per sé discutibili e possono essere fondate su presupposti manifestamente erronei o falsi e motivate da ragioni inconfessabili o perfino illecite. Però, in questo come in altri casi, non è l’abuso di un istituto democratico a decretarne l’inutilità o a deporre a favore di soluzioni (e di abusi) non democratici, come invece è stato fatto in Italia nel 1993 con la frettolosa rottamazione dell’autorizzazione a procedere prevista dall’originario articolo 68 della Costituzione per deputati e senatori.

È chiaro che l’uso di istituti democratici particolarmente sensibili riflette la qualità politico-morale dei suoi, chiamiamoli così, utilizzatori. Questo spiega purtroppo perché nella Prima Repubblica l’autorizzazione a procedere fosse diventata una forma di immunità personale dell’eletto o non di garanzia dell’istituzione democratica, e spiega anche perché gli istituti residuati in Italia allo tsunami di Tangentopoli o quelli previsti dalla normativa europea siano trattati in modo così squallidamente settario, con sceneggiate desolanti e disoneste, come abbiamo visto fare in questi giorni sia dalla destra a Bruxelles, sia dalla sinistra a Roma.

L'articolo Le sceneggiate disoneste di destra e di sinistra su parlamentari e ministri salvati dai processi proviene da Linkiesta.it.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News