L’EDICOLA, Repubblica: “Nuovo vertice Trump-Putin: a Budapest per fermare la guerra”. Il Corriere: “Vedrò Putin, basta guerra”. Il Fatto: “6.800 miliardi”

Ottobre 18, 2025 - 09:30
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L’EDICOLA, Repubblica: “Nuovo vertice Trump-Putin: a Budapest per fermare la guerra”. Il Corriere: “Vedrò Putin, basta guerra”. Il Fatto: “6.800 miliardi”

Sono due le notizie principali di oggi in apertura sui quotidiani: l’annuncio di un nuovo vertice tra Trump e Putin, previsto a Budapest nelle prossime settimane per trovare un accordo per far finire la guerra fra Russia e Ucraina, e la riunione della maggioranza di governo per definire i contenuti della prossima legge di bilancio. “Vedrò Putin, basta guerra”, titola il Corriere. “Nuovo vertice Trump-Putin: a Budapest per fermare la guerra”, è l’apertura di Repubblica. “6.800 miliardi”, è la prima pagina del Fatto Quotidiano.

Ecco la rassegna stampa di oggi: 

“Nuovo vertice Trump-Putin: a Budapest per fermare la guerra” (La Repubblica).

“Vedrò Putin, basta guerra” (Il Corriere della Sera).

“Il buono (e il brutto) della manovra”. L’editoriale di Carlo Cottarelli: “Traendo ispirazione dal celebre film di Sergio Leone, vi spiego cosa mi sembra bello, brutto e cattivo nella «manovra» per il prossimo anno (come descritta nel recente Documento Programmatico di bilancio, Dpb). Partiamo dal bello, o per lo meno da quello che mi piace. La manovra non prende rischi sulla tenuta dei conti pubblici. Finiamo il 2025 con un deficit più basso dell’obiettivo del 3,3% del Pil fissato un anno fa e, mi arrischio a dire, penso che alla fine chiuderemo un po’ sotto il 3% del Pil incluso nel Dpb, uscendo in anticipo dalla procedura di deficit eccessivo iniziata dall’Unione europea nel 2024. Per il 2026-28, viene confermato il tracciato di graduale calo del deficit definito l’anno scorso, e non sarei sorpreso se anche il prossimo anno il deficit consuntivo fosse più basso dell’obiettivo”.

“Trump-Putin, summit a Budapest” (La Stampa).

“Irpef, salari e famiglie: 5 miliardi dal Pnrr. Contributo banche, tensioni poi l’intesa” (Il Sole 24 Ore).

“Trump-Putin: segnali di pace” (Il Messaggero).

“La sfida a sinistra su chi sarà il leader”. L’editoriale di Luca Ricolfi: “La vittoria dell’alleanza progressista in Toscana ha riacceso qualche speranza a sinistra, dopo le sconfitte nelle Marche e in Calabria. Le speranze di un’inversione di tendenza, tuttavia, sono mitigate dalle preoccupazioni per l’astensionismo, cresciuto di ben 15 punti in Toscana, e per la crisi del Movimento Cinque Stelle, ossia di quello che – sulla carta – è il principale alleato del Pd in vista delle elezioni politiche del 2027. Alcuni analisti e sondaggisti fanno notare che l’astensionismo è un pericolo soprattutto per la sinistra: a differenza che in passato, sarebbero proprio i suoi elettori a disertare le urne quando non apprezzano le proposte dei leader progressisti. I due grandi mali dell’alleanza di sinistra, dunque, sarebbero l’astensionismo e la “evaporazione” del Movimento Cinque Stelle”.

“Ecco chi ci guadagna (e quanto) dalla manovra” (Il Giornale).

“Droni a colazione” (Il Manifesto).

“6.800 miliardi” (Il Fatto Quotidiano).

“E una fettina di culo”. L’editoriale di Marco Travaglio: “Bisogna ringraziarli, questi pazzi scatenati che chiamiamo Ue, perché confessano senza neppure accorgersene: 6.800 miliardi in 10 anni per le armi (1.500 l’anno per ogni europeo, bimbi compresi). E tutti ai piedi di Zelensky che ci chiede “il 2,5% del vostro Pil per un totale di 60 miliardi nel 2026”.

“Giorgia chiude il bordello Landini” (Libero).

“La rivolta sociale ha traslocato all’osteria”. L’editoriale di Mario Sechi: “Cosa spinge Maurizio Landini a fare un’uscita da bordello? Quali pulsioni primitive si scatenano nel segretario della Cgil? Ho la risposta: Landini va fuori di testa alla vista di Giorgia Meloni con Donald Trump e i potenti della Terra, è posseduto da uno spettro, non è uscito dal reparto traumatizzati della sinistra aperto dopo le elezioni politiche del 2022. Landini è caduto nella trappola del salottino televisivo di La7, un mondo autoreferenziale dove se la cantano e se la suonano da soli, con l’illusione di potersi permettere tutto, anche un linguaggio da osteria numero 1000”.

“Guerra alla fame” (Avvenire).

“Patto Ursula-sindaci di sinistra. Faremo da cavie per le auto robot” (La Verità).

“Il grande ritorno di TrumPutin. I leader da Orbán, schiaffo all’Ue” (Domani).

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