L’Eurocamera vuole più flessibilità sulle regole ambientali della PAC. E boccia i ‘veggie burger’

Ottobre 9, 2025 - 07:00
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L’Eurocamera vuole più flessibilità sulle regole ambientali della PAC. E boccia i ‘veggie burger’

Bruxelles – Il Parlamento europeo ha messo nero su bianco oggi (8 ottobre) le proprie richieste su due importanti file legati all’agricoltura: la semplificazione della Politica agricola comune e la modifica al regolamento sull’organizzazione comune dei mercati agricoli. In entrambi i casi, i partiti di destra ed estrema destra hanno fatto sentire il loro peso: alla fine, ciò che emerge è che a Strasburgo non c’è più spazio per quella che l’universo conservatore taccia come ‘ideologia woke‘.

Il testo sulla semplificazione della PAC –  approvato con 492 voti favorevoli e la sola opposizione di Verdi, Sinistra e di un manipolo di socialisti e liberali – va per certi versi oltre la proposta della Commissione europea. Gli eurodeputati vogliono infatti maggiori flessibilità sul rispetto delle regole ambientali da parte delle aziende agricole. Da cui chiedono di esentare non solo le aziende interamente biologiche, ma anche quelle parzialmente certificate come tali, quelle situate in aree di conservazione speciale e quelle di dimensioni inferiori ai 50 ettari.

Secondo Camilla Laureti, eurodeputata del Partito democratico, è “grave che le ambizioni ambientali e climatiche abbiano subito un ennesimo attacco”. Ma d’altra parte, “la riduzione degli oneri amministrativi e il maggiore sostegno ai piccoli e medi agricoltori vanno nella giusta direzione per semplificare e tutelare il loro lavoro”. Per consentire a un numero maggiore di agricoltori di ricevere sostegno in caso di perdita del reddito o di parte della produzione dovuta ad “eventi al di fuori del loro controllo”, l’Eurocamera suggerisce di abbassare la soglia per accedere ai fondi nazionali: dal 20 per cento di perdita della produzione o di reddito annuo medio proposto dalla Commissione, al 15 per cento.

Contemporaneamente, gli eurodeputati chiederanno di aumentare i massimali per il sostegno ai piccoli agricoltori: un pagamento annuale fino a 5 mila euro – rispetto ai 2.500 proposti dalla Commissione – e un nuovo pagamento una tantum per lo sviluppo aziendale fino a 75 mila euro – anziché i 50 mila indicati dall’esecutivo. “Stiamo inviando un chiaro segnale a quasi nove milioni di agricoltori nell’UE: l’Europa ha ascoltato. Basta con il labirinto burocratico che devono affrontare: avranno regole più semplici, meno scartoffie e maggiore prevedibilità”, ha esultato il relatore del testo, il socialista portoghese André Rodrigues.

Regolamento Omc: Mai più veggie burger e salsicce di tofu

Ancora più netta la maggioranza con cui è stato approvato il mandato negoziale dell’Eurocamera sulla modifica al regolamento sull’organizzazione comune dei mercati agricoli (Omc): 532 voti favorevoli, 78 contrari e 25 astensioni. Anche Verdi e Sinistra hanno condiviso l’obiettivo di riequilibrare i rapporti di forza nella filiera agroalimentare, rafforzando la posizione degli agricoltori. Tra i contrari, spiccano una trentina di eurodeputati del Partito Popolare e altrettanti dei liberali.

Con l’introduzione dei contratti scritti obbligatori “correggiamo uno squilibrio nella filiera alimentare e riconosciamo per la prima volta che i costi di produzione devono essere centrali nella definizione del prezzo“, ha esultato il dem Dario Nardella. L’Eurocamera punta a ridurre a 4 mila euro – rispetto ai 10 mila proposti dalla Commissione – la soglia di valore al di sotto della quale gli Stati membri possono decidere che i contratti per la distribuzione di prodotti agricoli non siano obbligatori. “Dobbiamo porre fine a rapporti commerciali precari e disequilibrati. Serve garantire una remunerazione equa a chi ci nutre, tenendo conto dei costi di produzione”, ha spiegato la relatrice, l’eurodeputata del Ppe Céline Imart.

A tenere banco però, su questo testo, è stata la querelle sui ‘veggie burger’: la relatrice stessa aveva messo sul tavolo un emendamento – già approvato in commissione parlamentare – per far sì che termini come bistecca, scaloppina, salsiccia, o hamburger possano essere utilizzati solamente per prodotti che contengono carne. Specificando che per carne si intende “parti commestibili di animali”. L’emendamento è passato con 355 voti a favore, 247 contrari e 30 astenuti. I socialisti – e tra loro anche il Pd – si sono spaccati: metà contro le salsicce di tofu e gli hamburger vegani, metà a favore.

Valentina Palmisano, eurodeputata del Movimento 5 Stelle, ha denunciato “l’ennesima e paradossale caccia alle streghe contro l’uso e il consumo delle proteine vegetali”. Una caccia alle streghe in atto da tempo: solo due anni fa, il Parlamento europeo respingeva in blocco una serie di emendamenti alla Politica Agricola comune presentati dall’estrema destra, che chiedevano proprio di eliminare l’uso delle denominazioni di carne per i prodotti a base vegetale. Questa volta, la stessa Eurocamera prova a sancirne la fine. Nel mezzo, le elezioni europee che hanno spostato gli equilibri dell’Aula decisamente a destra.

Sui due file, l’Unione europea vuole correre spedita. I negoziati con i Paesi membri inizieranno già il 9 ottobre per quanto riguarda la semplificazione della PAC e il 14 ottobre per le modifiche al regolamento Omc. L’obiettivo è adottare definitivamente le norme già nella sessione plenaria di novembre.

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