Lupo abbattuto in Trentino, Wwf: «Inammissibile che sia considerata una soluzione ordinaria»

Nella notte tra il 19 e il 20 settembre il Corpo forestale del Trentino ha eseguito il decreto firmato il 4 settembre scorso dal presidente della Provincia autonoma di Trento, procedendo all’abbattimento di un lupo maschio adulto appartenente al branco che da anni gravita nella Lessinia trentina.
L’animale è stato colpito in un pascolo nei pressi di malga Boldera, nel Comune di Ala, mentre – secondo quanto riporta la nota della Provincia – stava tentando la predazione di un bovino. Il provvedimento è stato adottato sulla base della legge provinciale e del parere favorevole dell’Ispra, che ha confermato la sussistenza delle condizioni previste dalla Direttiva Habitat per un intervento di rimozione.
Per il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, si tratta di «un segnale, a nostro modo di vedere, che può essere solo considerato come iniziale. Poi ci sono tante altre problematiche che in questo caso i lupi stanno causando in alcune aree del Trentino, penso a quella della Bassa Valsugana, e occorre sicuramente continuare».
Durissima la replica del Wwf Italia, che parla di «un ulteriore grave passo indietro nella strada della coesistenza fra uomo e grandi carnivori in Trentino».
In una nota, l’associazione sottolinea: «È inaccettabile infatti che, nonostante le evidenze scientifiche dimostrino come l’unica soluzione al conflitto sia investire nella prevenzione, anche oggi si sia preferito abbattere un lupo (a caso), con la falsa speranza di diminuire i danni. In quell’area è presente da anni un branco e eliminare uno o due individui avrà poco effetto se non si migliorano le strategie di prevenzione messe in campo».
Il Wwf ricorda che «ancora oggi il lupo è una specie rigorosamente protetta nel nostro Paese, ed è inammissibile che il ricorso agli abbattimenti venga considerato una soluzione ordinaria, anziché un'ultima spiaggia da evitare a ogni costo, rispettando sempre e comunque gli stringenti criteri previsti dalla Direttiva Habitat, per primo quello che non esistano soluzioni alternative. In questo caso la prevenzione era certamente migliorabile, come sottolineato anche nella nota di Ispra, che nonostante questa osservazione ha espresso parere positivo alla richiesta della Provincia».
L’associazione conclude chiedendo con forza alle istituzioni di cambiare rotta:
«Serve un impegno concreto per supportare gli allevatori nell’adozione delle migliori pratiche di prevenzione, fornendo risorse economiche e supporto tecnico. La convivenza è possibile, ma richiede un approccio basato sulla conoscenza, il rispetto e la lungimiranza, non su scelte dettate dall’emergenza e dalla scarsa volontà politica».
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