Neanche i quindici droni di Putin bastano a svegliare l’Italia

Ieri mattina, alla notizia dei quindici droni russi entrati nello spazio aereo polacco e dell’allarme lanciato dal primo ministro Donald Tusk, oltre alla naturale preoccupazione, lo confesso, avevo cominciato a coltivare una timida speranza. Nella mia infinita ingenuità, avevo pensato che l’evidente provocazione di Vladimir Putin se non altro ci avrebbe risparmiato per un po’ il deprimente dibattito sulla necessità di inventare sempre nuove e sempre più fantomatiche iniziative diplomatiche, anziché fare l’unica cosa che finora si è dimostrata capace di fermarlo, e cioè armare gli ucraini e aumentare le nostre capacità di difesa. Ovviamente mi illudevo, come testimonia, tra le tante, la singolare dichiarazione di Romano Prodi riportata da Repubblica, secondo cui la risposta all’attacco russo dovrebbe essere, testualmente, una «vigorosa mediazione europea, cioè gente che prende su e va a piedi a mediare». Dove non si sa se sia più incongruo il termine «mediazione», come se avessero attaccato qualcun altro («E che mi chiamo Pasquale, io?», avrebbe detto Totò) o l’idea che i suddetti mediatori dovrebbero andare in Russia «a piedi». E perché mai? Basta con queste mezze misure, diciamo pure in ginocchio.
Con tutte le mie critiche a Ursula von der Leyen, che confermo integralmente, devo dire che rispetto al livello del dibattito italiano il suo discorso sullo Stato dell’Unione ha brillato per consapevolezza storica e senso della realtà. Da noi invece sembra essere rimasto solo il presidente della Repubblica a mostrare una lucida percezione di quanto sta avvenendo e a pronunciare parole adeguate, come ha fatto ancora ieri nel corso della sua visita in Slovenia, evocando lo scoppio della Prima guerra mondiale. Per il resto, nel voto sulle mozioni riguardanti l’aumento delle spese militari in ambito Nato, ieri in parlamento è andata in scena l’ennesima replica di uno spettacolo che ormai sappiamo a memoria: dalle solite divisioni del centrosinistra, in cui ciascuno presenta il suo testo per non litigare con gli altri, a quelle della maggioranza, dove per lo stesso motivo non se ne presenta nessuno e si fa finta di niente. Se a questo aggiungiamo il contributo di giornali e talk show, la qualità del dibattito è talmente misera da consentire di escludere, almeno nella maggior parte dei casi, qualunque ipotesi di influenza russa. Con quelle risorse a disposizione, ci fosse dietro davvero qualcuno che paga, avrebbe preteso senza dubbio un servizio migliore.
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