Regionali, Falcomatà ‘vince da secondo’: l’incastro dei seggi lo rende un Highlander

Eravamo stati buoni profeti. Sei mesi fa, seppur in relazione ad altre dinamiche (la possibilità per i sindaci delle città sopra i 15 mila abitanti di avere un terzo mandato) avevamo definito Falcomatà ‘sindaco Highlander’. Nel day after delle elezioni regionali, la definizione veste ancor più come un abito sartoriale al primo cittadino.
Falcomatà entra in Consiglio Regionale, per il sindaco si apre un nuovo capitolo della carriera politica da consigliere di opposizione: questo il dato nudo e crudo, dietro il quale però si celano una serie di considerazioni. Il primo, è relativo alle sfide interne al Pd del primo cittadino: il sindaco di Palmi Giuseppe Ranuccio e il consigliere regionale uscente (ex fedelissimo) Giovanni Muraca erano i due competitors di Falcomatà, l’esito delle urne è stato chiarissimo.
Falcomatà ha abdicato rispetto al duello con Ranuccio, poche centinaia di voti di scarto a favore del sindaco di Palmi, con un esito che (almeno questo) era scontato alla vigilia: netto lo scarto a favore di Falcomatà nella città di Reggio Calabria, opposto invece il risultato -a favore di Ranuccio-nella provincia.
La resa dei conti tra Falcomatà e Irto -che ha sostenuto Ranuccio- vede entrambi entrare a Palazzo Campanella, ma le tensioni rimangono in casa. Eccome. Il sindaco di Reggio Calabria invece ha superato l’uscente Giovanni Muraca, che una volta deciso di candidarsi ugualmente (nonostante la decisione di Falcomatà di scendere in campo) aveva davanti oggettivamente due Everest da scalare.
Buona la resa di Muraca: 5500 preferenze ottenute, tutte espressione personale e del lavoro condotto in questi anni all’interno di Palazzo Campanella, considerato il mancato sostegno del sindaco Falcomatà e delle altre anime del partito.
L’analisi dei dati, in provincia, permette di evidenziare alcune argomentazione: i numeri importanti fatti registrare da Ranuccio a Palmi (fatto scontato) ma soprattutto in comuni quali Siderno (boom di preferenze ottenute), Grotteria, Caulonia e Taurianova, evidenziano come il Pd provinciale -con il contributo ad esempio di Seby Romeno- in modo compatto e solido lo abbia sostenuto, di fatto ‘isolando’ politicamente Falcomatà.
Il senatore e segretario regionale Nicola Irto -che dovrà leccarsi le ferite per la batosta ricevuta da Forza Italia\Occhiuto Presidente in generale, e in particolare dalle preferenze ottenute dal recordman Salvatore Cirillo-, può dirsi soddisfatto per il risultato ottenuto da Ranuccio, il quale ha sfondato in provincia e superato nelle preferenze generali Falcomatà, nonostante i quasi 12 anni di quest’ultimo da sindaco della città di Reggio Calabria e sindaco metropolitano.
Allo stesso tempo però, Falcomatà (con un pizzico di fortuna, che non guasta mai e che aiuta gli audaci secondo un vecchio adagio) è riuscito ad entrare a Palazzo Campanella potendo contare sul sostegno di qualche fedelissimo e pochi altri. Senza il supporto del Pd, senza il supporto dell’ex fedelissimo Muraca e con numerosi consiglieri-assessori-consiglieri metropolitani in campo direttamente o indirettamente, Falcomatà ha intrapreso un percorso in salita e scivoloso, ma si trattava di un ‘all in’ per il primo cittadino, giunto ormai alle ultime curve da sindaco.
Adesso inizierà una nuova vita, e sarà interessante vederlo all’opera da consigliere di opposizione, con la battaglia sulle funzioni da attribuire alla Città Metropolitana che senza alcun dubbio continuerà ad alimentare lo scontro con il rieletto presidente Roberto Occhiuto. Ma perchè Falcomatà è stato eletto? E’ materia da tecnici.
Il quoziente circoscrizionale fatto registrare dal collegio centro ha fatto abbassare il residuo, con il Collegio Sud che forte del 37% (a differenza del Collegio centro che si è fermato ad appena un punto sotto, con il 36%) ha fatto scattare il seggio strappato dal sindaco Falcomatà, nonostante i 3 mila voti in più fatti registrare dal Pd a Catanzaro.
Al di là dei tecnicismi, quel ridottissimo 1% ha fatto tutta la differenza del mondo, in primis per il sindaco di Reggio Calabria e in generale per gli equilibri del Pd e del duello interno con Nicola Irto. L’Highlander Falcomatà si appresta a lasciare Palazzo San Giorgio (con i tempi tecnici che richiederanno almeno un paio di mesi), ma prima dei saluti dovrebbe arrivare l’ultimo colpo di coda, l’ideale ‘coup de théâtre’ ad anticipare il commiato: il rimpasto della resa dei conti, con il prevedibile ghigno a fare da cornice…
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