Resident Evil Requiem Switch 2 Anteprima

Quando è stata annunciata la versione Switch 2 di Resident Evil Requiem molti si sono domandati se la console ibrida di Nintendo potesse restituire un esperienza godibile del nuovo horror di Capcom e rappresentare una valida periferica tramite cui vivere l'incubo di Grace Ashcroft.

Durante la nostra prova a Tokyo, il porting non ha soltanto raggiunto le nostre aspettative, ma le ha sorpassate in maniera così ampia da lasciarci senza parole, confermando la qualità straordinaria del RE Engine all'interno delle ambientazioni chiuse nonché la solidità dell'architettura dell'ammiraglia giapponese.

La porzione dai noi sperimentata è la stessa già mostrata durante gli appuntamenti precedenti e pertanto non focalizzeremo la nostra analisi sulle caratteristiche strutturali del gioco di cui abbiamo ampiamente fatto menzione e ci concentreremo maggiormente sui tecnicismi e sulla solidità generale dell'esperienza in portabilità.

Come gira Resident Evil Requiem su Switch 2

Le vicende di Grace Ashcroft (di cui abbiamo parlato nell'articolo dedicato) si sono aperte nella penombra di quello che apparirebbe essere un ospedale ormai fatiscente, con la nostra protagonista legata ad un letto posto in verticale e trafitta da un ago che ne prelevava il sangue. Con un aiutino da parte delle leggi della fisica siamo riusciti a divincolarci e sfuggire alla nostra prigionia, venendo catapultati nei bui corridoi dell'edificio.

Mai come in Resident Evil Requiem, la popolare saga di survival horror giapponesi ha voluto donare centralità alla luce, cucendo un'arazzo di tenebre e bagliori ch'ora disvela e ora nasconde. Proprio per tale ragione una resa adeguata dell'illuminazione non è un mero dettaglio per soddisfare gli amanti della grafica ma una componente necessaria per il corretto funzionamento dell'atmosfera del gioco. [caption id="attachment_1109228" align="alignnone" width="1200"] Anche nella versione per Switch 2 di Resident Evil Requiem gli interni sono rappresentati con somma perizia di dettagli.[/caption]

Proprio su questo, Capcom è sembrata concentrare la maggior parte delle proprie attenzioni ed il risultato lo dimostra inequivocabilmente. Pur non potendo raggiungere i livelli di chiarezza delle versioni per console fisse, né imitare i virtuosismi del path tracing su pc, quanto osservato sull'hardware Nintendo è perfettamente capace di restituire fin nei minimi dettagli la direzione artistica del titolo.

Dai velati riflessi delle finestre, fino ai neri più profondi, il pannello LCD di Switch 2 ci è apparso in grado di esibire immagini gradevoli e tali da non sfigurare affatto. Riteniamo, dunque, che a scanso di tutta una serie di piccole limitazioni, quanto visto non scenda affatto a compromessi visivi così grandi da inficiare il godimento dell'esperienza.

Altra area che ci ha lasciato estremamente soddisfatti è quella delle texture. Il Re Engine è sempre stato eccellente nel rendere anche i dettagli più piccoli degli elementi dello scenario ma ha sempre richiesto a tale scopo una potenza di calcolo non indifferente e capace di mettere in difficoltà anche pc di fascia medio-alta.

Il rischio che si dovessero fare troppe concessioni in tale ambito era elevatissimo, eppure la situazione è di gran lunga migliore di quanto potessimo prevedere. Gli ambienti, in particolare, fanno quasi pensare che non si stia giocando sulla piccola ibrida giapponese, con una resa piuttosto realistica, coadiuvata da ottime interazioni con la luce circostante.

Anche i modelli dei personaggi, sebbene lievemente più abbozzati fanno la loro sporca figura e completano un quadro di inaspettata qualità. Ove sono più appariscenti le limitazioni tecniche è nelle capigliature (sempre state molto pesanti nei titoli Capcom) e nei liquidi, entrambi fattori che dovrebbero essere poco importanti soprattutto qualora si decida di giocare in prima persona.

Tutto questo assume un valore assai più elevato nel momento in cui ci si rende conto che il gioco non solo raggiunge i 60fps ma li riesce a mantenere senza alcuna problematica per l'intera durata della partita in quella che è stata per noi una sorpresa completamente inaspettata.

Ciò non significa che tutta una serie di fattori, al momento ignoti, non possano dimostrarsi ulteriormente provanti per la console della compagnia di Kyoto e solo la release completa ci permetterà di saggiare la solidità a lungo termine di una produzione che appare come il risultato di un vero e proprio incantesimo. [caption id="attachment_1109229" align="alignnone" width="1200"] Anche la fattura dei volti dei personaggi ci è apparsa notevole pur con qualche difetto minore.[/caption]

Innanzitutto all'interno del lugubre sanatorio vagava una sola presenza ostile, la quale svolgeva la funzione di nemico stalker e braccava la sventurata protagonista. I pattern di movimento della creatura non ci sono, inoltre, apparsi oltremodo complessi e ci sono sembrati ben incastonati su binari precisi.

Non è detto, dunque, che all'aumentare dei nemici non si scopra una delle tipiche debolezze del RE Engine a detrimento della stabilità della build. Bisognerà, poi, comprendere se vi saranno o meno porzioni più aperte dell'avventura le quali metterebbero certamente a dura prova le abilità nell'ottimizzazione di Capcom.

Conclusioni

La versione di Resident Evil Requiem da noi provata su Nintendo Switch 2 ha l'aspetto di un vero e proprio miracolo grazie a texture di altissimo livello, un illuminazione estremamente godibile ed un frame rate che nella nostra esperienza ci è apparso fisso intorno ai 60 fps.

Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro né se all'aumentare degli elementi a schermo e della vastità delle ambientazioni seguiranno o meno notevoli compromessi in termini grafici. Ciò che possiamo dirvi è che lungi dall'essere un mero esperimento la produzione appare capace di reggersi sulle sue gambe e fa ben sperare per il futuro del supporto di terze parti alla console Nintendo.

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