Smalti vietati, ecco cosa fare con tutti quelli che hai in casa

Ci sono oggetti che teniamo nei cassetti senza pensarci troppo, bottigliette colorate che usiamo quasi in automatico. Lo smalto è uno di questi.
Ma da oggi la sua normalità cambia: con l’entrata in vigore della nuova normativa europea, alcune formule non sono più considerate sicure. È strano pensare che un gesto abituale come stendere un velo di colore sulle unghie possa nascondere insidie, ma la verità è che certi ingredienti, usati a lungo, hanno mostrato lati poco rassicuranti. Così ci si trova a guardare quella fila di smalti sul ripiano del bagno con un pensiero nuovo, chiedendosi se sia davvero il caso di usarli ancora.
Chi ha l’abitudine di fare la manicure a casa o di affidarsi a piccole estetiste lo sa. Non è solo una questione puramente di bellezza, è una forma di cura personale. Ecco perché la notizia dei divieti suona quasi come un’invasione in uno spazio intimo. Allo stesso tempo, però, porta con sé un messaggio chiaro, quello di mettere la salute davanti a tutto. Le parole degli esperti aiutano a capire meglio cosa significa e quali sono le conseguenze di continuare a usare prodotti che non rispettano le nuove regole.
Perché gli smalti con TPO e DMTA sono stati vietati
Il cambiamento non è arrivato all’improvviso, se ne parlava da mesi, ma adesso è reale. Dal 1° settembre 2025 chiunque abbia smalti contenenti TPO e DMTA non dovrebbe più usarli. Due sigle difficili da ricordare, che però hanno avuto un ruolo centrale nelle manicure degli ultimi anni, soprattutto nei gel e nei semipermanenti. Le autorità europee li hanno studiati a fondo e il verdetto è stato netto: il rischio per la salute è troppo alto per continuare a chiudere un occhio.
Per chi lavora in un centro estetico la questione è già stata affrontata, con l’obbligo di sostituire le vecchie formule con alternative sicure. Nei saloni ci si prepara a un piccolo aumento dei costi, ma il cliente avrà la garanzia di non mettere sulle unghie sostanze problematiche. Il vero dubbio nasce a casa, davanti a quella collezione di boccette accumulate nel tempo. Gli smalti che sembravano innocui diventano improvvisamente oggetti da maneggiare con attenzione, non più alleati di bellezza ma residui di un passato da archiviare.
Il punto non è se si manifestino subito irritazioni o reazioni visibili. Come spiega chi lavora ogni giorno con le unghie, i danni possono accumularsi nel tempo. Dermatiti, sensibilizzazioni, allergie: non sempre arrivano subito, ma il contatto prolungato con certe sostanze aumenta la probabilità che prima o poi si presentino. È questo l’aspetto più difficile da accettare, perché tocca quella zona grigia in cui la prevenzione sembra eccessiva, finché non ci si trova a dover affrontare un problema reale.
A complicare le cose c’è anche la questione economica. Buttare via decine di smalti può sembrare uno spreco, ma tenerli in un cassetto pensando di usarli ancora è una tentazione che rischia di costare cara. La normativa non riguarda solo i professionisti, ma anche chi fa da sé. Non è questione di mode o di gusti personali, ma di sicurezza. La scelta giusta è sostituirli con formule TPO free, controllando bene le etichette e affidandosi a marchi trasparenti.
La beauty routine non si ferma, cambia. È un passaggio che può sembrare forzato, ma in realtà apre a nuove possibilità. Le aziende hanno già messo sul mercato prodotti più sicuri, con formule che promettono la stessa resa senza i rischi. Gli smalti sono un dettaglio che racconta molto della persona che li indossa, ma il messaggio più importante arriva da questa svolta: la cura di sé parte dalla consapevolezza. Non basta il colore brillante sulle unghie, serve anche la certezza di non danneggiare la pelle e il corpo.
Chi oggi si chiede cosa fare con gli smalti vietati ha già la risposta sotto gli occhi: eliminarli è un atto di responsabilità, un gesto piccolo ma concreto che vale più di una manicure perfetta. Perché l’eleganza, quella vera, passa anche dalla capacità di scegliere cosa non usare.
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