Smile 2, film del 2024 e seguito del primo Smile, uscito nel 2022 e successo al botteghino (17 milioni di budget contro più di 200 guadagnati nelle sale), aveva allo stesso tempo una missione impossibile e la strada spianata: la mitologia aperta dal primo film ha un potere immortale e, forse più di altre IP, ha un'innata possibilità di reinventarsi. 2 anni dopo il primo film Parker Finn torna alla regia e lo fa con un film che più di un passo in avanti, è un passo di lato.
Per un film che parla di un demone nato dal trauma psicologico, che si propaga quando una persona assiste al suicidio violento di un'altra, e che si manifesta facendo vedere alla persona "infetta" persone che sorridono in modo inquietante... di potere metanarrativo ce n'è molto, no?
Smile 2 Recensione Blu-ray
Senza necessariamente spoilerare il finale del primo film, dato che Smile 2 è godibilissimo senza necessariamente aver visto Smile, questo sequel inizia seguendo un personaggio che già conosciamo. Sappiamo che destino lo aspetta, e non rimane che attenderlo manifestarsi a schermo. Quello che però Smile 2 ha in serbo è un'interessante piano sequenza, di circa 5 minuti, che alza di molto le aspettative sul resto del film.
Dopo l'intro e il title drop (solitamente il momento del film, se presente, nel quale si vede il titolo del film stesso), facciamo la conoscenza di Skye Riley (una Naomi Scott magistrale e meritevole di tutta l'attenzione possibile), pop-star famosissima che torna sulle scene dopo un anno di silenzio, in seguito ad un incidente d'auto che non solo le ha ucciso il fidanzato, ma che le ha stroncato il successo. Skye era infatti in procinto di iniziare il suo primo tour mondiale, ma l'incidente ha avuto la meglio e interrotto tutti i piani.
Non sono solo cicatrici fisiche quelle che Skye porta con sé. Dopo la disintossicazione da droghe e alcool Skye ha un mondo ben più chiaro, di fronte a sé, ma non per questo più accettabile: la madre manager riversa su di lei troppe speranze e aspettative, il dolore alla schiena non smette di farsi sentire, e il debito che Skye sente di avere verso il suo pubblico sembra sempre un prezzo troppo moralmente alto, ma è il prezzo che noi, pubblico metanarrativo, sembriamo voler richiedere.
[caption id="attachment_1106227" align="aligncenter" width="1200"] Non sono solo cicatrici fisiche quelle che Skye porta con sé[/caption]
Ecco, anche solo con questo accenno di trama puoi capire la potenza potenziale di Smile 2. Il fatto di aver scelto una popstar sulla falsa riga di un'Ariana Grande si connette in modo intellettivamente caparbio all'idea di "demone legato al trauma" che l'entità Smiley rappresenta. Non solo: Smile 2 sembra parlare da horror agli horror in generale, o meglio al suo pubblico. Come nella vita vera, non possiamo distogliere lo sguardo dal dramma che si manifesta davanti a noi, e il prezzo siamo sempre noi a pagarlo.
Non è certo perfetta, la vita di Skye, e noi la seguiamo per un po' prima che lei incroci il suicidio di qualcuno e, con esso, la manifestazione in lei di Smiley. Smile 2 alza il tiro sul gore e sugli effetti visivi, già dall'intro, e i pochissimi contenuti extra del blu-ray mostrano lo straordinario lavoro del reparto trucco ed effetti visivi per rendere tutte le più malsane idee di Parker Finn a schermo, da pesi da bilanciare smaltati su volti, a scalpi strappati e mandibole rotte.
Brava Naomi, ma il resto
Come nel primo film, è chiaro che l'impegno nel casting sia andato tutto nella protagonista: Smile 2, esattamente come il primo Smile, mette al centro un'attrice capacissima e profondamente poliedrica. Scott è infatti ballerina e cantante, oltre che attrice, e veste i panni di Skye con una naturalezza che non ricordo da altre attrici o attori di recente.
Più di qualche spezzone delle 2 ore e 7 minuti di film è infatti dedicato a scene di coreografia o spezzoni di video musicali di Skye stessa, ed è in queste scene che la capacità artistica della Scott si mostra senza filtri. Le sue capacità attoriali non sono da meno, e rimane credibile per tutto il film, sia nelle scene più calme che in quelle più violentemente orrorifiche. Sul resto del cast, però, non c'è molto di positivo da dire.
[caption id="attachment_1106230" align="aligncenter" width="1200"] Come nel primo film, è chiaro che l'impegno nel casting sia andato tutto nella protagonista[/caption]
Tolta una piccolissima parte di Ray Nicholson (si, è il figlio di Jack), gli attori e le attrici attorno alla Scott fanno il minimo indispensabile, costantemente sopra le righe come solo i comprimari di un horror riescono - e possono - essere. Se la qualità dell'intero cast fosse mediocre forse lo noterei meno, ma vedere la Scott recitare con un cast pigro e poco capace fornisce una non salutare dose di frustrazione.
Smile 2 è in fondo un film sul trauma, ed è solitamente un mondo credibile e delle performance all'altezza a rendere onesto e verosimile un trauma: ecco, in mano alla Scott è tutto così credibile e vero che trovo assurdo sia il resto del cast a minarne la potenza... ma è così.
Ma è un sequel o no?
Poco sopra ho definito Smile 2 un passo di lato. A livello di mitologia, di regola, i sequel degli horror più moderni servono normalmente a introdurre nuove regole: l'esempio più palese è stato Scream, al suo tempo, o più recentemente Final Destination e, perché no, The Conjuring.
Prendo proprio questo ultimo esempio per definire un'altra categoria di progressione horror, per quanto riguarda i sequel: The Conjuring 2 stesso, ad esempio, spingeva ad allargare la mitologia spiritica del film di James Wan, permettendo al mondo narrativo di aprirsi ben oltre i limiti della pellicola. C'è poi l'horror vecchio stile, quello che in realtà con i suoi sequel pretendeva solamente di spingere un po' di più sull'orrore, magari con più gore, magari cercando di sovvertire più o meno violentemente le aspettative del pubblico.
[caption id="attachment_1106229" align="aligncenter" width="1200"] Non posso certo smettere di elogiare il formato Blu-ray con un film recente come Smile 2[/caption]
Parlo di 3 categorie, ma nel leggermi sicuramente ti si sarà manifestato alla mente almeno un titolo che si piazza in tutte e 3: Aliens è un esempio validissimo, come lo era Lo Squalo, come lo sono stati - in minor parte - REC 2 e V/H/S 2.
Se consideriamo valida questa suddivisione, Smile 2 non ricade in nessuna categoria, ed è in modo indelebile che fallisce nello spingere l'orrore "in avanti", nell'allargare la mitologia narrativa del mondo, o nell'introdurre nuove regole. È quindi un po' senza bussola, la fatica di Parker Finn: con una parte centrale che si trascina un po' troppo, se non per qualche scena, e con un finale deludente, Smile 2 abbandona l'intimità del primo titolo per, essenzialmente, non guadagnarci molto.
La spinta metanarrativa dell'incentrare tutto attorno alle vicende di un popstar di fama mondiale alzano piacevoli parallelismi, per i più attenti, ma il film è sempre più attento a far sorridere per l'ingenuità di certe soluzioni che a spingere ad un ragionamento o comprensione oltrela pellicola. Ed è un enorme peccato, perché un'attrice del calibro della Scott si merita di meglio che uno script che vola così basso.
Considerazioni tecniche ed extra
Non posso certo smettere di elogiare il formato Blu-ray con un film recente come Smile 2. Alcune scene, girate su pellicola per restituire un effetto più "grumoso" agli ambienti che Skye naviga, aggiungono una piacevole grana all'immagine, ma sono le scene dedicate agli stacchetti musicali quelle che più sfruttano la pulizia dell'immagine e la "capacità tecnica" offerta dal supporto, pur nei limiti di una traccia video 1080p Letterbox.
[caption id="attachment_1106228" align="aligncenter" width="1200"] La spinta metanarrativa dell'incentrare tutto attorno alle vicende di un popstar di fama mondiale alzano piacevoli parallelismi[/caption]
La traccia inglese è Dolby Atmos, mentre le altre sono 5.1 Dolby Digital. Con una buona soundbar la differenza si nota, ma devo confessare che, nell'alternare la traccia audio regolare con quella con il commento del regista (forse il contributo extra di maggior valore), anche in cuffia la qualità audio si percepisce in modo abbastanza evidente. Il mixaggio audio brilla in particolare nelle scene più quiete, quando sei sempre lì ad aspettarti un jumpscare e il silenzio diventa sempre più profondo.
Come dicevo non trovo troppo interessante gli extra presenti, una manciata di filmati da circa 5 minuti l'uno che offrono un rapidissimo e fin troppo superficiale sguardo al dietro le quinte di Smile 2: tolta la traccia audio con commento del regista, che comunque non mi ha restituito troppo in più rispetto alla visione "tradizionale"; la featurette dedicata alla creazione dell'entità Smiley stessa è forse la più interessante, anche solo per la portata creativa del team di effetti visivi. Fa onestamente piacere vedere un film così convinto di voler sfruttare al meglio i VFX invece che la solita stanca CGI.
https://www.youtube.com/watch?v=odu5SdnUTdw
Smile 2 è un sequel che non spinge in là l'asticella alzata dal primo film: un canovaccio relativamente su rotaie, un finale deludente, troppe sequenze oniriche e un cast - tolta la protagonista - con la marcia in folle, ancorano un horror che di potenziale ne aveva molto, viste le premesse narrative e metanarrative, ma soprattutto viste le premesse da lui stesso dettate nella splendida introduzione. Il contributo di Smile 2 all'IP non è quindi uno zero assoluto, ma non la cifra risolutiva che mi sarei aspettato. Complimenti però al reparto VFX e a Naomi Scott per essere così poliedrica e capace.
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