Sprechi alimentari: tonnellate di cibo nella spazzatura, 8% popolazione mondiale soffre la fame

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Purtroppo ogni anno che passa la stiuazione in materia di sprechi alimentari non cambia: ogni anno tonnellate di cibo nella spazzatura, mentre l’8% della popolazione mondiale soffre la fame. Focus a cura di Fabio Ascenzi.
Il 29 settembre si è celebrata la Giornata internazionale di sensibilizzazione sulle perdite e sugli sprechi alimentari, istituita dalle Nazioni Unite nel 2019 con lo scopo di sostenere il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile previsti nell’Agenda 2030, come dimezzare lo spreco globale pro-capite, ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione, di fornitura e post-raccolto.
In Italia, tale ricorrenza si è andata ad affiancare a quella del 5 febbraio, Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, istituita per la prima volta nel 2014.
Queste occasioni favoriscono la riflessione su un’ingiustizia inaccettabile, che viene a galla in tutta la sua crudezza incrociando diversi studi: ogni giorno tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura delle parti più ricche del Mondo, mentre in altri luoghi si contano milioni di persone che non hanno garantito l’accesso a un’alimentazione adeguata.
C’è un Mondo ricco che spreca… E un altro che soffre la fame
Dal rapporto Waste Watcher International 2025 si apprende che ogni anno nel Mondo finiscono distrutte 1.05 miliardi di tonnellate di cibo, ossia 1/3 della produzione alimentare globale (19% a livello di vendita al dettaglio, ristorazione e famiglie; 13–14% nella fase di produzione e raccolta).
D’altro lato, il Rapporto FAO 2024 sulla sicurezza alimentare globale The State of Food Security and Nutrition in the World ci informa che 673 milioni esseri umani soffrono la fame, pari all’8.2% della popolazione mondiale (20.2% in Africa e il 6.7% in Asia); 2.3 miliardi di persone vivono in condizioni di insicurezza alimentare, senza accesso garantito a un’alimentazione sufficiente e nutriente.
Solo il 34% dei bambini di età compresa tra 6-23 mesi e il 65% delle donne tra 15-49 anni hanno raggiunto una diversità alimentare minima.
I dati sono in leggero miglioramento, erano l’8.5% nel 2023 e l’8.7% nel 2022, grazie ai progressi fatti nell’Asia sudorientale, nell’Asia meridionale e in Sud America.
Ma non possono certo essere accolti con soddisfazione se si considera che, secondo le attuali proiezioni, nel 2030 potrebbero esserci ancora 512 milioni di persone cronicamente denutrite, di cui quasi il 60% in Africa.
Le cifre italiane sullo spreco alimentare
A monitorare gli italiani sul tema ci ha pensato il rapporto Cross Country Report – Italia 2025.
Dai risultati emerge che lo spreco settimanale medio pro-capite è di 555.8 grammi di cibo, oltre 1.7 milioni di tonnellate all’anno; tendenza in miglioramento rispetto al passato (nel 2015 eravamo sui 650 g), ma ancora molto lontani dall’obiettivo di 369.7 g settimanali fissato per il 2030.
Tra i cibi deperiti primeggiano frutta fresca (22.9 grammi) e verdura fresca (21.5 g); poi pane (19.5 g), insalata (18.4 g) e cipolle/tuberi (16.9 g).
Si spreca meno nelle Regioni del Centro (490.6 grammi settimanali a testa) rispetto al Nord (515.2 g) e al Sud (628.6 g). Inoltre, sono più virtuosi i grandi comuni (-9%) e le famiglie con figli (-17%).
I comportamenti migliori arrivano dai giovani, che praticano il riutilizzo degli avanzi (+10% rispetto alla media), la condivisione del cibo (+5%), l’acquisto di frutta e verdura di stagione (+2%) e l’attenzione all’impatto ambientale (+2%).
Ciononostante, il nostro Paese resta ancora indietro: in Germania la media pro capite settimanale è di 512.9 grammi, nei Paesi Bassi 469.5 g, in Francia 459.9 g, in Spagna 446.5 g.
Attualmente, 33 milioni di cittadini europei risultano in situazione di insicurezza alimentare, di cui ben 4.9 milioni italiani.
Cosa possiamo fare per migliorare la situazione: il decalogo dell’ISS
Confidando in una crescita continua della coscienza collettiva, intanto possono tornare utili alcuni consigli rilasciati dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
Secondo gli esperti del Reparto Alimentazione Nutrizione e Salute occorrono innanzitutto tre elementi: equilibrio negli acquisti, creatività e attenzione. Ed ecco un decalogo di buone pratiche:
- Pianifica con intelligenza: Fai una lista della spesa basata su ciò che hai già in casa e su un piano settimanale dei pasti. Riduci gli acquisti impulsivi e compra solo ciò che ti serve davvero.
- Attento alle offerte: Evita le confezioni giganti o le promozioni “3×2” se non sei certo di consumare tutto in tempo. Lo sconto non vale lo spreco.
- Acquista con consapevolezza: Frutta, verdura, pane e altri freschi sono tra gli alimenti più Scegli quantità adeguate e valuta la possibilità di acquistare prodotti “brutti ma buoni”.
- Leggi bene le etichette: Controlla sempre le date di scadenza e le modalità di Etichette chiare aiutano a conservare meglio e più a lungo.
- Leggi e interpreta con attenzione le scadenze: “Da consumarsi entro” = il prodotto va consumato entro quella data (es. latte fresco). “Da consumarsi preferibilmente entro” = può essere consumato anche dopo, se ben conservato, senza rischi per la salute (es. biscotti o pasta).
- Cucina il giusto: Presta attenzione alle Cuocere più del necessario spesso porta a sprechi. Se cucini in eccesso, pre-porziona e conserva.
- Valorizza gli avanzi: Riutilizza il cibo del giorno prima in nuove ricette: zuppe, frittate, .. Creatività e risparmio vanno a braccetto.
- Festa con consapevolezza: Dopo pranzi o cene con ospiti, condividi con loro il cibo avanzato. Un piccolo dono gastronomico è sempre gradito.
- Chiedi la doggy bag: al ristorante, non esitare a chiedere di portare a casa ciò che non hai È segno di rispetto per il cibo e per chi lo ha preparato.
- Dona il surplus: Se hai cibo in eccesso ancora buono, informati sui programmi locali di recupero e donazione alimentare. Aiuterai chi è in difficoltà.
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