Studenti e casa: una fotografia della situazione abitativa a Milano

Settembre 8, 2025 - 19:00
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Studenti e casa: una fotografia della situazione abitativa a Milano
case per studenti

La condizione abitativa degli studenti milanesi riflette oggi tensioni strutturali del mercato immobiliare: carenza di alloggi a prezzi accessibili, crescita del pendolarismo e disuguaglianze sociali accentuate. Lo rileva un’indagine condotta dal Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca

Il recente studio del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano-Bicocca – che ha coinvolto oltre 19mila studenti, pari al 52% della popolazione dell’ateneo – offre una fotografia nitida delle difficoltà che caratterizzano la residenzialità studentesca.

I dati (qui trovate il documento completo) mostrano come l’accesso a un alloggio non sia soltanto questione economica, ma anche nodo cruciale nella transizione all’età adulta e nel diritto allo studio.

Costi fuori controllo e sostegno familiare

Oltre il 50% degli intervistati ha dichiarato canoni di locazione compresi tra 435 e 650 euro al mese; un ulteriore 25% si colloca nella fascia 650-970 euro. Una spesa difficilmente sostenibile senza il sostegno dei nuclei familiari: quasi la metà degli studenti in affitto dipende interamente dai genitori.

A questa dinamica si sommano i rischi di precarietà contrattuale: numerosi studenti vivono infatti in affitto a breve termine o senza contratto, una condizione che evidenzia la fragilità delle tutele disponibili.

L’indagine mostra come l’autonomia abitativa aumenti con l’avanzare del ciclo universitario. Se per molti studenti triennali il pendolarismo rappresenta una scelta quasi obbligata, i laureandi magistrali tendono a vivere in città, interpretando Milano come piattaforma strategica di inserimento nel mercato del lavoro.

Tale scelta, però, resta onerosa e alimenta la pressione sugli alloggi.

Il sistema delle residenze universitarie copre appena il 9% della domanda, contro una media europea del 20%. A fronte di quasi 70mila studenti fuori sede nel 2022/2023, Milano offriva soltanto 6.500 posti letto in residenze, di cui meno della metà riservati ai beneficiari del Diritto allo Studio Universitario (Dsu).

Una quota residuale, distribuita in maniera disomogenea tra i diversi atenei cittadini, poiché in Lombardia i servizi abitativi sono gestiti direttamente dalle università. Il vuoto lasciato dal pubblico è stato rapidamente colmato dal settore privato.

Le cosiddette purpose-built student accommodation (Pbsa) – residenze private di nuova generazione – mettono oggi a disposizione circa 6.140 posti letto, con tariffe che nel 2023 hanno raggiunto i 1.420 euro mensili per una stanza singola, il livello più alto in Italia.

Milano si conferma così capitale del settore, ma con un modello che rischia di escludere larga parte della popolazione studentesca.

La geografia dell’espansione: dal centro alla cintura metropolitana

I dati raccolti segnalano una crescente disponibilità a spostarsi verso i comuni a nord di Milano e verso Monza. Tuttavia, l’accessibilità ai campus rimane prioritaria nelle scelte abitative, indicando che un’eventuale politica di residenze diffuse dovrà essere accompagnata da infrastrutture di mobilità rapida ed efficiente.

In assenza di questo elemento, la residenzialità rischia di trasformarsi in un nuovo fattore di disuguaglianza sociale e territoriale.

Il sistema abitativo italiano, storicamente sbilanciato verso la proprietà privata, non offre oggi un tessuto sufficiente di alloggi sociali né un supporto adeguato per i giovani.

L’indagine conferma che le famiglie con maggiori risorse riescono a garantire l’autonomia abitativa dei figli, mentre quelle meno abbienti si trovano a fronteggiare ostacoli significativi.

La questione abitativa studentesca emerge dunque come nuovo fronte del diritto allo studio, in grado di determinare inclusione o esclusione dall’esperienza universitaria.

C.A.S.A.: un osservatorio permanente sul tema

Dall’esperienza dell’indagine è nato il Centro di Ricerc-Azione sull’Abitare Studentesco di Ateneo (C.A.S.A.), che si propone come laboratorio interdisciplinare per monitorare le dinamiche abitative e progettare soluzioni innovative.

L’iniziativa intende creare strumenti di supporto all’autonomia abitativa e fornire agli atenei dati solidi per politiche evidence-based.

Il caso milanese, con i suoi oltre 210mila studenti distribuiti tra otto poli universitari, mostra in maniera paradigmatica come l’università sia divenuta un attore decisivo della trasformazione urbana.

Tuttavia, la città che attrae i talenti non può permettersi di respingerli alle soglie delle proprie residenze: la sfida è tradurre l’eccellenza formativa in un sistema abitativo equo, sostenibile e capace di ridurre le disuguaglianze.

Crediti immagine: Depositphotos

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