Tasca (A2A): “La competitività europea si costruisce con il debito comune e un approccio meno ideologico alla sostenibilità”

Settembre 9, 2025 - 03:00
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Tasca (A2A): “La competitività europea si costruisce con il debito comune e un approccio meno ideologico alla sostenibilità”

politica industriale

Tasca (A2A): “La competitività europea si costruisce con il debito comune e un approccio meno ideologico alla sostenibilità”



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In un intervento al Forum della Competitività di Assolombarda il presidente di A2A, Roberto Tasca, sottolinea la necessità di affrontare le sfide legate al cambiamento degli equilibri geopolitici e alla transizione sostenibile con una politica europea meno frammentata e più solidale. Tasca rilancia la proposta di un debito comune per superare il gap di investimenti necessari a promuovere la competitività dell’UE.

Pubblicato il 8 set 2025



Tasca

Energia, sostenibilità, il ruolo dell’Italia all’interno dell’UE e il ruolo dell’UE come promotore di competitività e traghettatore dell’industria verso la sostenibilità: sono questi i temi al centro dell’intervento di Roberto Tasca, Presidente di A2A al Forum della Competitività.

L’evento, organizzato da Assolombarda e A2A, ha chiamato a raccolta imprese e istituzioni per una riflessione unitaria e strategica sugli effetti dei profondi cambiamenti in atto sullo scenario globale.

L’emergere di un nuovo ordine mondiale e la necessità di un approccio “solidale e integrato”

L’emergere di un nuovo ordine mondiale è un processo ormai consolidato e irreversibile. L’ascesa della Cina, il crescente potere dei paesi arabi e il mutamento di rotta degli Stati Uniti – che si discostano dalla logica che ha caratterizzato la politica estera post-bellica -, impongono all’Italia una riflessione sulla propria identità.

In questo scenario l’Europa rappresenta l’unica “aggregazione” che può garantire un’emancipazione sistematica e strategica al nostro paese.

Nuove sfide e nuovi scenari richiedono però anche soluzioni basate su una logica differente rispetto a quella del passato. L’Unione, infatti, ha affrontato in passato le situazioni di crisi con una visione prevalentemente improntata all’austerità, fondata su un approccio rigorista.

Questa impostazione, pur avendo risposto a determinate esigenze di bilancio, non è più sufficiente ad affrontare le sfide attuali.

Oggi è necessario affermare una logica diversa, quella della solidarietà comune, un passo imprescindibile per sostenere la competitività delle imprese e per garantire all’Italia la possibilità di contare e far leva nell’arena internazionale.

“L’Europa deve non solo provvedere alla propria difesa, ma anche sostenere la competitività delle sue imprese, assumendo un’identità che sia pienamente allineata e sostenitrice di un vero mercato unico”, commenta Tasca.

Per raggiungere l’obiettivo di una piena integrazione è necessario colmare un significativo divario di investimenti. Il presidente di A2A richiama l’attenzione sul bilancio annuale dell’UE, che prevede oltre due miliardi in sette anni, e sul Fondo per la competitività da 410 miliardi, ritenendoli importanti ma insufficienti a coprire il fabbisogno stimato nel rapporto Draghi in circa 800 miliardi annui.

Per finanziare questa cifra il presidente di A2A rilancia la proposta della Banca d’Italia per un “Production Compact” basato sull’emissione di debito comune europeo che permetterebbe di ottenere due vantaggi significativi per le imprese: rafforzare l’euro come valuta di riserva internazionale e, al contempo, abbassare il costo del capitale per le aziende, rendendo più competitivi gli investimenti in tutta Europa.

Energia e sostenibilità: due aspetti cruciali per la competitività europea

La necessità di un’azione comune e coordinata si riflette anche nel dibattito sulla sostenibilità e sulla transizione energetica, temi centrali per il futuro industriale dell’Europa.

Sul fronte della sostenibilità un importante passo in avanti è stato fatto con la presentazione, lo scorso febbraio, del Clean Industrial Deal, un “patto per l’industria pulita” con cui la Commissione ha voluto rivedere l’approccio rispetto alle politiche di sostenibilità precedenti che, commenta Tasca, “avevano affrontato i temi della sostenibilità in modo ‘rude’ e, per certi versi, ideologico.

Pur riconoscendo a quel primo approccio il merito di aver fatto nascere la consapevolezza di un problema ambientale irrinunciabile, il nuovo accordo segna una maturazione nella strategia europea.

“Ignorare il problema ambientale non è un’opzione: i costi che deriverebbero da un tale atteggiamento sarebbero di gran lunga superiori agli investimenti necessari per affrontarlo. La transizione non è un’opzione, ma una necessità economica”, commenta Tasca, sottolineando la necessità di trasformare la sfida della sostenibilità in un’opportunità di crescita e di competitività per le imprese europee.

L’efficacia di questa nuova visione strategica si misura anche nella sua implementazione e, in questo senso, un altro banco di prova per la politica europea è rappresentata dall’Energy Action Plan, parte integrante del Clean Industrial Deal.

Il Piano di azione per l’energia si pone infatti l’obiettivo di rendere l’energia accessibile a tutti a prezzi ragionevoli all’interno dell’UE.

Ma la sua concreta applicabilità solleva alcuni dubbi. Tasca menziona, ad esempio, provvedimenti come l’Energy release 2.0 che, pur permettendo gli aiuti di stato, rischiano di creare un’ulteriore asimmetria tra i paesi con diversa flessibilità finanziaria. L’auspicio, quindi, è che la cornice normativa europea si muova in modo integrato e non frammentato, per evitare di vanificare gli sforzi volti a rendere il mercato unico una realtà.

Innovazione e sostenibilità: il ruolo delle imprese e la strategia di A2A

A2A si pone come un attore cruciale nel processo di transizione. Il gruppo ha redatto un piano industriale decennale che affianca obiettivi economico-finanziari a impegni chiari in termini di sostenibilità.

“Le imprese hanno l’occasione e la responsabilità di governare i processi trasformativi che interessano i territori in cui operano. Un esempio concreto è l’opportunità creata dai data center: strutture strategiche la cui crescita può rendere la digitalizzazione una risorsa condivisa se accompagnata da una visione chiara”, sottolinea Tasca.

A2A non intende diventare un costruttore o gestore di data center, ma si propone come “soggetto complementare”. L’idea è quella di accompagnare lo sviluppo di queste infrastrutture, riducendone le “diseconomie ambientali”.

La proposta è quella di riutilizzare il calore di scarto dei data center per alimentare le reti di teleriscaldamento. Un piccolo esperimento in tal senso è già stato realizzato a Brescia, dove il data center di A2A è stato collegato alla rete di riscaldamento cittadina.

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