Una storia (e uno stile) da conoscere

Settembre 5, 2025 - 18:00
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Una storia (e uno stile) da conoscere

Non è mai bastato definirla “la sorella di Jackie Kennedy”. Perché Lee Radziwill era tutt’altro. Principessa per matrimonio, musa per vocazione, collezionista di amici geniali, icona di uno stile senza eguali. Oggi il suo nome torna sulla bocca dei fashion insider, che prevedono che sarà lei l’icona di stile della prossima stagione.

Jonathan Anderson fa sua l’iconica borsa Lady Dior

A rimetterla sotto le luci dei riflettori ci ha pensato Jonathan Anderson, che l’ha scelta per la sua prima campagna da Dior. Ritratta da Andy Warhol negli anni Settanta, appare al fianco di Jean-Michel Basquiat nel moodboard che racchiude tutto ciò che Anderson ha deciso di portare con sé.

Chi era Lee Radziwill

Caroline Lee Bouvier, questo il nome all’anagrafe, nasce a New York nel 1933, seconda figlia di Janet Norton Lee e John Vernou Bouvier III. Sorella minore di Jacqueline Kennedy Onassis, di cui condivise il fascino per la cultura europea e lo stile impeccabile, ma con una direzione tutta sua. Nel 1959 sposa il principe polacco Stanislas Radziwill e ottiene il titolo nobiliare che l’accompagnerà per tutta la vita, anche dopo il divorzio.

socialite new york lee radziwill

Lee Radziwill al Savoy Hotel di Londra. (Photo by Dennis Oulds/Getty Images)

Ma più che principessa per etichetta, Lee fu regina di un mondo fatto di arte, letteratura e moda. Tentò la carriera da attrice (senza grande successo), fu PR per Giorgio Armani negli Anni 80 e grande appassionata di interior design, anche grazie alla collaborazione con il decoratore italiano Lorenzo Mongiardino, con cui creò alcune delle case più affascinanti del jet-set internazionale.Vicina a Truman Capote, Andy Warhol, Rudolf Nureyev e tanti altri protagonisti della scena culturale dell’epoca, era una delle celebri “swans”: le donne rare, coltissime ed eleganti che Capote amava frequentare e raccontare.

Lee Radziwill e Giorgio Armani. (Photo by Ron Galella/Ron Galella Collection via Getty Images)

Il suo stile? L’essenza dell’eleganza borghese

Lee non aveva bisogno di logo né di provocazioni. Vestiva con naturalezza cappotti doppiopetto, tailleur morbidi, bluse in seta e pantaloni palazzo. Il suo guardaroba era costruito intorno a pochi elementi, tutti perfetti. Linee pulite, colori neutri, tessuti pregiati. Un’estetica che oggi chiamiamo “quiet luxury”, ma che lei incarnava molto prima che diventasse tendenza.

Lee Radziwill e Jackie Onassis a Capri.(Photo by Ron Galella/Ron Galella Collection via Getty Images)

Oggi, sulle passerelle Autunno Inverno 2025-2026, lo si rivede ovunque: nei trench cammello, nelle gonne midi, nelle camicie sfiancate. In certe borse strutturate dai manici lunghi, nei completi in tweed rivisitato, nei foulard annodati con nonchalance. È nel ritorno dell’eleganza borghese, che Lee Radziwill torna ad essere un’icona di stile.

Perché piace tanto a Jonathan Anderson (e ne sentiremo parlare ancora)

Scegliere Lee Radziwill come musa non è solo un tributo vintage. È una dichiarazione di intenti. Dior cambia pelle, ma lo fa partendo da una donna che rappresenta tutto ciò che oggi consideriamo desiderabile: misura, grazia, intelligenza. Anderson lo ha detto chiaramente: “Lei rappresenta l’essenza dello stile”. Una qualità difficile da definire, impossibile da imitare, ma riconoscibile quando la si incontra, come Basquiat, l’altro volto scelto da Anderson.

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Redazione Redazione Eventi e News