UniEat: serve filiera forte per valorizzare grano e pasta italiana

Roma, 26 set. (askanews) – Valorizzare le produzioni nazionali di frumento duro e di pasta, stabilizzare le condizioni di mercato condizionate anche dallo scenario internazionale, superare le oscillazioni delle quotazioni a vantaggio di tutta la filiera. Sono le priorità di lavoro di UniEat, l’associazione nata nel gennaio del 2024 dalla sinergia tra Unione Italiana Food e Confagricoltura, presente oggi con Filippo Schiavone al World Durum and Pasta Forum a Roma.
“Il mercato del grano duro italiano e la filiera della pasta sono dimensionati a livello internazionale ed esposti, in ogni fase, alla concorrenza di altri Paesi – ha detto Schiavone – Per questo occorre una filiera unita e forte, dal produttore al consumatore, partendo dalla stabilizzazione o incremento, per quanto possibile, delle superfici coltivate, fino ad arrivare ad un prodotto di qualità riconosciuto dal consumatore e venduto a un giusto prezzo”.
Consolidare il tasso di autoapprovvigionamento (attualmente al 57,8%) è secondo Unieat un passo fondamentale per l’Italia, che è il primo produttore di pasta al mondo con 3,6 milioni di tonnellate, davanti a Turchia e Stati Uniti, e il primo produttore europeo di grano duro, con 1,14 milioni di ettari e 3,8 milioni di tonnellate, ma anche un grande importatore di materia prima proprio per soddisfare la domanda dell’industria.
“Più frumento duro nazionale di qualità significa una filiera nazionale più forte e che può contare su produzioni interne adeguate – ha detto Schiavone – Tutto questo potrebbe inoltre favorire l’approvvigionamento di grano duro nazionale”.
Questo approccio è stato anche recepito dalle istituzioni – evidenzia UniEat – quando sono stati varati gli incentivi per finanziare i contratti di filiera con pagamenti diretti per ettaro agli agricoltori che hanno sottoscritto accordi almeno triennali con i soggetti a valle. Si tratta di uno strumento che può essere ancora migliorato e incentivato. “Se riusciremo in questo – ha concluso Schiavone – costruiremo una filiera forte davvero ‘dal campo alla tavola’ con elementi di competitività che consentano di contribuire ancora di più alla crescita e all’occupazione dell’agribusiness nazionale e allo sviluppo del Paese”.
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