Usa: leggero rimbalzo di import ed export a luglio, il deficit commerciale sale a 78,3 miliardi di dollari

Le importazioni e le esportazioni degli Stati Uniti hanno registrato un leggero rimbalzo a luglio dopo diversi mesi di calo, grazie in particolare a un aumento della domanda di oro, beni di consumo e altri prodotti esteri da parte dei consumatori prima dell’entrata in vigore dei dazi più duri imposti dal presidente Donald Trump. Lo indicano i dati del dipartimento del Commercio, secondo cui le importazioni di beni e servizi sono cresciute del 5,9 per cento e le esportazioni dello 0,3 per cento rispetto al mese precedente. Poiché le importazioni sono aumentate più delle esportazioni, il deficit commerciale complessivo è salito del 32,5 per cento, attestandosi a 78,3 miliardi di dollari. Il deficit commerciale di beni è aumentato in particolare per un’impennata nell’acquisto di oro, con la bilancia commerciale verso la Svizzera che ha registrato un incremento di 7,6 miliardi di dollari e quella verso la Cina di 5,3 miliardi di dollari. Il mese di luglio ha posto inoltre fine a mesi di forti oscillazioni nelle esportazioni, influenzate dalle manovre tariffarie di Trump.
L’imposizione di dazi altissimi sulla Cina in primavera aveva invece ridotto drasticamente le importazioni, abbassando anche il deficit commerciale. Durante l’estate, Trump ha tuttavia sospeso temporaneamente molte tariffe verso altri Paesi per permettere negoziati commerciali, sostenendo così la ripresa degli scambi a luglio, anche se l’effetto potrebbe essere temporaneo. Dal 7 agosto, sono entrati in vigore dazi più alti, tra il 10 e il 50 per cento, sulle importazioni da decine di Paesi. Gli economisti sentiti dal “New York Times” avvertono che tali politiche potrebbero rallentare l’economia aumentando i prezzi dei beni di consumo e i costi delle materie prime estere necessarie alle industrie locali. Lo scorso luglio, Trump ha definito il deficit commerciale una “emergenza nazionale” e ha celebrato la riduzione del deficit rispetto ai primi mesi della sua presidenza, periodo in cui le importazioni erano aumentate per l’imminente entrata in vigore dei dazi introdotti ad aprile, che hanno poi invertito il flusso commerciale riducendo drasticamente il deficit. Lo scorso anno, il deficit commerciale Usa ha raggiunto il record di 1.200 miliardi di dollari, a riflettere un’elevata domanda interna di beni esteri rispetto alle esportazioni.
Le importazioni e le esportazioni degli Stati Uniti hanno registrato un leggero rimbalzo a luglio dopo diversi mesi di calo, grazie in particolare a un aumento della domanda di oro, beni di consumo e altri prodotti esteri da parte dei consumatori prima dell’entrata in vigore dei dazi più duri imposti dal presidente Donald Trump. Lo indicano i dati del dipartimento del Commercio, secondo cui le importazioni di beni e servizi sono cresciute del 5,9 per cento e le esportazioni dello 0,3 per cento rispetto al mese precedente. Poiché le importazioni sono aumentate più delle esportazioni, il deficit commerciale complessivo è salito del 32,5 per cento, attestandosi a 78,3 miliardi di dollari. Il deficit commerciale di beni è aumentato in particolare per un’impennata nell’acquisto di oro, con la bilancia commerciale verso la Svizzera che ha registrato un incremento di 7,6 miliardi di dollari e quella verso la Cina di 5,3 miliardi di dollari. Il mese di luglio ha posto inoltre fine a mesi di forti oscillazioni nelle esportazioni, influenzate dalle manovre tariffarie di Trump.
L’imposizione di dazi altissimi sulla Cina in primavera aveva invece ridotto drasticamente le importazioni, abbassando anche il deficit commerciale. Durante l’estate, Trump ha tuttavia sospeso temporaneamente molte tariffe verso altri Paesi per permettere negoziati commerciali, sostenendo così la ripresa degli scambi a luglio, anche se l’effetto potrebbe essere temporaneo. Dal 7 agosto, sono entrati in vigore dazi più alti, tra il 10 e il 50 per cento, sulle importazioni da decine di Paesi. Gli economisti sentiti dal “New York Times” avvertono che tali politiche potrebbero rallentare l’economia aumentando i prezzi dei beni di consumo e i costi delle materie prime estere necessarie alle industrie locali. Lo scorso luglio, Trump ha definito il deficit commerciale una “emergenza nazionale” e ha celebrato la riduzione del deficit rispetto ai primi mesi della sua presidenza, periodo in cui le importazioni erano aumentate per l’imminente entrata in vigore dei dazi introdotti ad aprile, che hanno poi invertito il flusso commerciale riducendo drasticamente il deficit. Lo scorso anno, il deficit commerciale Usa ha raggiunto il record di 1.200 miliardi di dollari, a riflettere un’elevata domanda interna di beni esteri rispetto alle esportazioni.
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