Volano gli stracci fra 5Stelle e Lega, Appendino alzo zero su Conte, tutti contro Vannacci e Meloni gongola

Volano gli stracci tra i 5Stelle e anche nella Lega. Era chiaro che prima o poi sarebbe dovuta scoppiare la rissa dopo il voto disastroso della Toscana.
Non si è raggiunto nemmeno lo scoglio dello sbarramento, mentre il Carroccio è addirittura sprofondato: se si pensa che alle precedenti elezioni aveva raggiunto il 21 per cento. Una batosta che non poteva passare sotto silenzio.
Una giornata di tregua per occuparsi di quel che accade in Medio Oriente, poi il “redde rationem”. A lanciare per prima il sasso che arriva puntualmente sulla testa del vertice è Chiara Appendino, ex sindaco di Torino e ora vice presidente dei pentastellati.
Appendino a gamba tesa nei 5Stelle

Legge e rilegge i numeri, poi interviene a gamba tesa durante l’assemblea congiunta del Movimento. Non si possono continuare a chiudere gli occhi dopo un simile flop. Che cosa è che non va, si chiede? Chi non vuole guardare in faccia la realtà sostiene che non bisogna preoccuparsi perché alle regionali il voto è andato sempre così. Il problema è diverso e non si può sottovalutare.
“Le autoassoluzioni non risolvono nulla, anzi peggiorano la situazione perché rimandano le discussioni al nostro interno”. La dirigente in gonnella dei 5Stelle non ha peli sulla lingua: ritiene che si è troppo assoggettati al Pd, ragione per cui è necessario cambiare pelle. Come, di grazia? “Allontanandosi dal campo largo che non ci favorisce”.
La Appendino non lo dice espressamente, ma lo pensa, eccome se lo pensa. Vuol dire una rottura con Giuseppe Conte? Non si arriva a tanto, ma non c’è dubbio che il leader dei 5Stelle si porrà da oggi questo nuovo problema. Fare da traino al carro di Elly Schlein non porta bene, perché quando si vince il merito è tutto della segretaria: quando si perde si mette in primo piano il declino degli ex grillini e il loro insignificante apporto. “Io sono anche pronta a dimettermi”, sostiene Chiara.
La platea che l’ascolta quasi non crede ai propri orecchi, ma non sono pochi ormai gli esponenti del partito che si interrogano sul futuro e si domandano cosa fare.
Se non allearsi e fare un tutt’uno con il campo largo quale altra strada si potrà seguire?
Conte non molla
Giuseppe Conte un disegno lo ha sempre bene in testa: quello di dimostrare che a guidare la sinistra sarà in futuro lui ed è con lui che si dovrà scontrare la maggioranza. Non è un compito facile, ma tutto si può dire tranne che l’ex presidente del consiglio non abbia la caparbietà necessaria per tagliare questo traguardo.
Ok, staccarsi dal Pd e poi? Rimanere isolati e contare per anni quanto il due di bastoni quando la briscola è danari? In breve: rompere gli indugi e incamminarsi da soli è un grande pericolo, quindi per il momento Giuseppe Conte non ci pensa nemmeno.
Certo è che la violenta discussione che si è aperta fra i 5Stelle preoccupa non poco anche il vertice di via del Nazareno e quindi Elly Schlein. Lei si sta giocando il suo futuro politico basandosi su quella che è ormai una idea fissa su cui batte e ribatte Uniti si vince, altrimenti si rimarrà per anni all’opposizione.
Però, il disegno non può avere crepe perché un solo abbandono potrebbe rappresentare il definitivo crollo del progetto. Questo ha anche detto il voto della Toscana che ha comunque fatto prendere alla sinistra una vera e propria boccata d’ossigeno.
Vannacci porta male alla Lega
L’ultimo voto delle regionali non ha risparmiato nemmeno la Lega. Dal 21 al 4 per cento di preferenze non può essere considerato solo uno stop temporaneo. In questo caso si deve parlare di crisi e nell’occhio del ciclone ecco esserci non solo Matteo Salvini, ma anche il generale Roberto Vannacci, il cui estremismo sarebbe dovuto servire alla Lega per tornare ai vecchi bagliori.
È lui, da toscano di Viareggio, ad aver condotto in solitario la campagna elettorale ed è lui, naturalmente, a pagare le conseguenze del flop. Salvini si guarda bene dal dire una parola di conforto al “trombato”, preferisce rimanerne fuori per non finire nel tritacarne dei suoi amici-nemici.
Giorgia Meloni è preoccupata da quanto è avvenuto in Toscana per la Lega? La premier è forte in sé, non teme gli scrolloni temporanei, ci vuol ben altro per tentare di farle lo sgambetto. Ha un prestigio internazionale che tutti le riconoscono e mai come in questo pericolosissimo momento con una guerra ancora alle porte si può temere la spinta nel baratro che l’opposizione sogna.
In Medio Oriente si cammina sul filo del rasoio, la tregua vacilla, la fase due tarda ad entrare in azione perchè Hamas temporeggia, è scossa al suo interno per la battaglia che divide le varie fazioni.
A tutto ciò si aggiunga il pianto delle prefiche che vivevano all’ombra di una guerra che potevano strumentalizzare a loro piacimento, guidata da Francesca Albanese e Maurizio Landini. Contro questa truppa ci vuole un governo stabile che possa contare sui numeri senza se e senza ma. Ma dove trovare altri voti? “Nel c’entro”, come suggerisce stamane la prima pagina del Riformista. Un semplice gioco di parole?
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