Wander Stars Recensione


Benvenuti nella rubrica "Nessuno li conosce (ma meriterebbero)" di Gamesource. Oggi puntiamo i riflettori sul recente, e purtroppo ignorato, Wander Stars, un RPG a turni che propone un'alternativa al classico uso di mosse predefinite. Sviluppato dal team venezuelano Paper Castle Games, il gioco ci catapulta nelle atmosfere vibranti e scanzonate tipiche degli anime shonen anni '90, offrendo un'esperienza particolarmente colorata e dai toni sopra le righe.
Per chi, come me, è cresciuto a suon di pane e kamehameha lanciati contro la TV a ora di pranzo, non può non aver colto immediatamente quello stile inconfondibile del Maestro Toriyama già solo dall'immagine di copertina. Ma non parliamo solo di grafica: anche l'immaginario narrativo di Wander Stars segue una progressione che ricalca da vicino la prima mitica serie di Dragon Ball, ben più di quella Z.
Un'influenza, quella di Dragon Ball, che ha formato un'intera generazione e che si traduce, nel caso di Wander Stars, in un'opera dal ritmo narrativo coinvolgente e leggero, in cui avventura, comicità e dinamiche di crescita dei personaggi si fondono alla perfezione. Ed è proprio con queste premesse che Paper Castle ci invita a scoprire il suo ultimo gioiellino, un titolo che si è rivelato un vero e proprio viaggio fatto di ricordi e nostalgia, e che allo stesso tempo riesce a offrire delle meccaniche di gioco ingegnose e divertenti pad alla mano.
Wander Stars Recensione
Goku...ehm, volevo dire Ringo, è una giovane e abile praticante di arti marziali con una testa sproporzionatamente grande, coperta da capelli rosso scarlatto, vividi come una mela - giocando anche sul fatto che Ringo in giapponese significa proprio mela (che burloni!). Ringo è una praticante del Kiai, un'arte marziale che prevede l'uso delle parole (letteralmente) per combattere e che in Wander Stars è considerata una delle principale forme di intrattenimento più emozionanti dell'universo. Ringo sogna di competere nel torneo di Kiai, il più prestigioso delle galassie, ma il suo obiettivo primario è quello ritrovare il fratello scomparso ormai da tempo. Lungo il suo cammino, Ringo stringe un'improbabile alleanza con Wolfe, una misteriosa canaglia in fuga dal suo passato, che potrebbe essere anche il punto di svolta per esaudire il desiderio di Ringo di ritrovare il familiare perduto. [caption id="attachment_1108098" align="aligncenter" width="1200"]
Quel maledetto tabellone
Se ti parlo di RPG o JRPG, la prima cosa che ti viene in mente è un combattimento a turno con statistiche e numerini su schermo, ma anche fasi esplorative con missioni secondarie da svolgere o armi/oggetti da raccogliere. Beh, nel caso di Wander Stars, l'esplorazione è completamente assente, o meglio, è stata rimpiazzata con una mappa a percorsi ramificati, chiamiamola così. Si tratta di una sorta di tabellone dove spostiamo Ringo in varie direzioni con lo scopo di raggiungere la casella "Goal" per completare l'episodio in corso. Alcune caselle sono vuote, altre presentano dei nemici, mentre altre ancora sono segnate con punto interrogativo che rappresenta un evento o un incontro di natura sconosciuta, un po' tipo gli imprevisti del gioco dell'oca. E proprio come gli imprevisti, alcune di queste caselle possono portare a una perdita di HP durante il nostro viaggio, oppure all'ottenimento di un nuovo potere e oggetto. Nonostante ce l'abbia messo davvero tutta, non sono riuscito ad apprezzare questo tipo di impostazione. Il fatto è che questo sistema di navigazione è piuttosto limitato e ti costringe, in certi casi, a seguire un percorso prestabilito perché più facile rispetto a un altro. Inoltre, i punti sulla mappa sono creati proceduralmente, quindi può capitare di dover affrontare 3-4 battaglie di fila senza avere possibilità di curarsi. [caption id="attachment_1108099" align="aligncenter" width="1200"]
Parole che feriscono
Ti sei mai chiesto se gridare il nome di un attacco/colpo serve davvero a qualcosa? Lo rende più forte, più efficace? Nel mondo di Wander Stars non solo è fondamentale, ma è l'unico modo per caricare veramente l'attacco, sbloccare il suo pieno potenziale e garantirne l'efficacia. Oltre all'aspetto estetico, di cui parleremo tra un po', una cosa che mi ha veramente colpito di Wander Stars è il suo stratificato sistema di combattimento. Ci mette un po' a carburare, ma già dal secondo episodio comincia a diventare complesso e anche gratificante devo dire. [caption id="attachment_1108100" align="aligncenter" width="1200"]

Effetto nostalgia
Se stai leggendo la recensione attratto dall'immagine di copertina, allora sappi che l'intero gioco è stato sviluppato mantenendo questo stile artistico e grafico. Anche le cutscene, quelle poche presenti, conservano lo stesso stile retrò, che fanno sempre la loro splendida figura su schermo. Quello che manca - e che avrei gradito moltissimo - è il doppiaggio, completamente assente nel gioco. Anche il design dei personaggi l'ho trovato curato: si distingue per un approccio stilistico unico che mescola elementi classici da RPG con l'integrazione, a volte audace, di tratti semi-antropomorfi (il cosiddetto stile furry che genera amore/odio tra i videogiocatori), che, pur essendo divisivi in alcuni contesti, l'ho ritenuto adeguato all'universo di Wander Stars. È un po' come vedere il maialino Oscar di Dragon Ball: sta lì nel cast, ma non da fastidio. Ma se da una parte abbiamo un livello artistico davvero apprezzabile, dall'altro troviamo una carenza sulle animazioni dei colpi. Questo perché lo stile scelto ha in un certo modo influenzato quello delle animazioni, quindi ha privilegiato l'impatto visivo delle singole pose, trascurando di fatto la varietà sulle animazioni. Si tratta di un compromesso stilistico a cui, purtroppo, non si poteva fare a meno. [caption id="attachment_1108097" align="aligncenter" width="1200"]
Una piccola sorpresa
Come posso definire Wander Stars se non una piccola sorpresa. Mi è piaciuta molto l'idea delle mosse "fai da te", così il volersi ispirare ai classici shonen degli anni '90 per il comparto grafico. Certo, la storia è volutamente più lineare e orientata all'azione che all'esplorazione profonda e la mancanza di doppiaggio può farsi sentire. Inoltre, il gioco non è stato tradotto in italiano, quindi dovrai accontentarti dei soli sottotitoli in inglese. Il vero fulcro dell'esperienza rimane l'innovativo sistema di combattimento a turni basato sulle parole. La meccanica di combinare i termini per costruire e lanciare attacchi personalizzati è una trovata che ritengo assolutamente geniale. Allo stesso modo, il fatto di accumulare onore non mettendo KO l'avversario, si sposa bene con l'universo e la filosofia dietro Wander Stars. Sono comunque presenti delle criticità all'interno del gioco. La prima riguarda il sistema di esplorazione fatto a tabellone, troppo pilotato e poco stimolante. Altri punti riguardano la mancanza del doppiaggio, che male non avrebbe fatto, e la poca varietà nelle animazioni dei colpi. Ma questi sono piccoli dettagli di fronte alla freschezza e all'originalità complessiva. https://youtu.be/Xnd5JH9mjNU?si=r-v_Ec5LzmmSAWDYWander Stars è disponibile su PlayStation, Xbox Series X|S, Nintendo Switch e PC via Steam.
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