7 consigli da tenere bene a mente se vuoi sembrare di classe e mai volgare

L’eleganza non è un trucco di luce né una dote per pochi eletti. Capita a tutte di chiedersi come mai certi look reggano tutto il giorno con naturalezza mentre i nostri sembrano stanchi già a metà mattina.
La risposta non vive nei loghi né nelle tendenze dell’ultima ora, ma in una serie di abitudini piccole e precise che migliorano la percezione di noi stesse e il modo in cui gli altri ci leggono. È una questione di armonia tra presenza e cura, tra gesto e intenzione, tra quello che vogliamo comunicare e ciò che davvero stiamo mostrando. Negli anni ho capito che la classe non è severa, è una forma di gentilezza applicata allo stile.
Ha a che fare con la postura con cui entriamo in una stanza, con la qualità di due o tre capi affidabili, con l’attenzione ai dettagli che spesso ignoriamo perché sembrano minuzie. È il contrario dell’ostentazione e non ha bisogno di urlare, anzi, funziona proprio quando smettiamo di voler dimostrare qualcosa e iniziamo a raccontarci con misura. In queste righe condivido ciò che vedo funzionare ogni giorno nel lavoro con donne diverse per età, corpo e vita. Sentirsi di classe non significa trasformarsi, significa riconoscersi.
I segnali che distinguono chi sa vestirsi con gusto
La prima cosa che cambia tutto è il modo in cui il corpo occupa lo spazio. Quando le spalle rientrano e il petto si apre l’abito più semplice acquista autorevolezza, il viso si illumina e la voce sembra più ferma. È un effetto ottico e insieme emotivo, perché la postura influenza l’umore e l’energia che portiamo con noi durante la giornata.
Fare pace con lo specchio significa raddrizzare la schiena prima ancora di scegliere una giacca, camminare con passo naturale e ricordare a muscoli e mente che eleganza vuol dire presenza. Funziona anche a casa, con tre minuti di esercizi fatti bene, perché l’allenamento più utile è quello che riusciamo a ripetere senza fatica.
Subito dopo entra in gioco la vestibilità. Non è un concetto astratto, è quella sensazione limpida che provi quando un cappotto chiude al punto giusto, la manica arriva all’osso del polso, il giro manica non tira e la linea scivola senza creare pieghe. Scegliere capi che ci vestono, e non semplicemente capi che ci piacciono, richiede attenzione e un briciolo di fermezza in negozio, perché non tutto ciò che è bello sull’appendino lo è su di noi.
I dettagli trasformano un look normale in un look curato. Un bottone dorato in dialogo con l’anello, una fibbia che riprende il tono del metallo degli orecchini, una borsa con finiture coerenti con la scarpa. Il cervello legge le corrispondenze senza che ce ne accorgiamo e le interpreta come ordine. L’ordine è classe.
Qui rientra anche la gestione delle stampe. Non è un invito a bandirle, tutt’altro, ma a considerarle come un ingrediente saporito. Se la stampa è preziosa sosteniamola con gioielli essenziali e linee pulite, se è economica preferiamo tinte unite raffinate che mantengono l’insieme elegante. Giocare con i colori aiuta moltissimo. Blu scuro, beige, panna, grigio morbido, bordeaux usato al posto del solito nero danno subito un’aria più sofisticata.
I tessuti sono la grammatica del guardaroba. Una camicia in popeline compatto regge la giornata meglio di un tessuto molle che si stropiccia dopo un’ora. Una maglia in lana fine o in viscosa ben fatta cade con grazia e non segna. Un pantalone in tessuto con mano più piena sostiene la linea e snellisce l’insieme. Quando non possiamo puntare su fibre nobili scegliamo qualità medie che garantiscono una bella resa e usiamo strumenti semplici per mantenerla, come il vapore verticale che distende senza stressare le fibre.
Gli accessori meritano un capitolo a parte perché sono il nostro accento e definiscono il tono della frase. Non serve riempirsi di oggetti, bastano pochi pezzi credibili. Una cintura che mantiene la forma, una décolleté con pelle che conserva la sua struttura, una borsa curata nelle cuciture. Se abbiamo gioielli di famiglia valorizziamoli con naturalezza, anche una spilla su un cappotto moderno può diventare elegante senza risultare datata. Mani e capelli raccontano quanto ci rispettiamo. Unghie pulite e ordinate, non necessariamente laccate, e una piega semplice ma in ordine sono un messaggio forte.
C’è poi un tema delicato che non riguarda divieti ma proporzioni. Vestirsi in modo coerente con l’età significa conoscere il proprio corpo e la propria vita e scegliere cosa mettere in evidenza e cosa bilanciare. Una gonna corta con maniche lunghe e scollo contenuto ha un’eleganza immediata. Un pantalone lungo consente un taglio più generoso sul décolleté senza sfiorare l’ostentazione. La stessa regola vale per aderente e morbido, lucido e opaco, corto e lungo.
Infine, una verità semplice che libera dal senso di rincorsa. Classe non vuol dire noia. Possiamo giocare con un rossetto pieno su un look essenziale, scegliere una micro stampa grafica in una palette neutra, indossare un mocassino maschile con un abito femminile, usare un trench per addomesticare un denim deciso. L’importante è mantenere chiaro il filo narrativo.
Se teniamo a mente queste coordinate la sensazione di classe non arriva per caso. Arriva perché abbiamo costruito un rapporto onesto con la nostra immagine, fatto di postura consapevole, scelte sartoriali intelligenti, attenzione al tessuto e rispetto per i dettagli. Non serve un guardaroba enorme, serve un guardaroba affidabile. E quando l’immagine esterna si allinea con ciò che siamo, la parola elegante smette di essere un’etichetta e diventa un modo di stare al mondo, pulito e presente, mai volgare.
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