Alla Nature Restoration Law serve anche l’enorme patrimonio di conoscenze scientifiche maturato


Entrata in vigore nell’agosto 2024, la Nature Restoration Law è la prima normativa vincolante dell’Ue per il ripristino degli ecosistemi degradati. L’Italia deve ora definire un piano nazionale che incida su clima, biodiversità e sicurezza alimentare, mantenendo l’enorme patrimonio di conoscenze scientifiche maturato finora. È questo l’appello della Lipu
Il Regolamento Ue 2024/1991, noto come Nature Restoration Law, rappresenta un pilastro del Green Deal europeo e della Strategia Ue per la Biodiversità 2030.
La sua approvazione è stata dettata dall’urgenza di invertire il degrado ambientale: oggi oltre l’80% degli habitat comunitari è in cattivo stato, con ripercussioni su clima, salute pubblica e sistemi agricoli.
Gli obiettivi sono ambiziosi: ripristinare almeno il 20% di terreni e acque entro il 2030, fino a coprire tutti gli ecosistemi degradati al 2050. La norma impone traguardi vincolanti anche per habitat specifici – dal 30% di ripristino entro il 2030 al 90% entro il 2050 – e prevede azioni dedicate per torbiere agricole, fiumi, impollinatori, foreste ed ecosistemi urbani.
Oltre agli effetti diretti sulla biodiversità, la legge introduce un potenziale trasformativo per la resilienza climatica. Il ripristino degli ecosistemi può contribuire a ridurre le emissioni di CO2, prevenire disastri naturali, migliorare la sicurezza alimentare e generare ritorni economici stimati tra 8 e 38 euro per ogni euro investito.
Con l’entrata in vigore della legge, la fase più delicata è ora alle porte: la definizione dei piani nazionali entro il 2026. Per l’Italia, ciò significa tradurre vincoli europei in misure concrete, capaci di affrontare la frammentazione del territorio e la vulnerabilità degli ecosistemi. L’esito dipenderà dalla capacità di coniugare tutela ambientale, sostenibilità economica e coesione sociale.
Nature Restoration Law, l’appello degli ornitologi italiani e della Lipu
Proprio a proposito della definizione dei piani nazionali, riceviamo e pubblichiamo su GreenPlanner la lettera aperta che gli ornitologi italiani e la Lipu scrivono per sensibilizzare il Governo a tenere conto dell’immenso bagaglio di conoscenze scientifiche accumulato in questi anni.
“L’enorme patrimonio di conoscenze scientifiche maturato negli ultimi anni dalla comunità ornitologica, così come delle altre comunità scientifiche interessate, sia utilizzato per la piena e rapida attuazione del Regolamento sulla Nature Restoration Law.
Secondo l’appello sottoscritto, i dati raccolti in questi decenni saranno preziosi per poter guidare le scelte relative all’attuazione della legge europea, in particolare per far sì che vi sia coerenza tra le politiche di gestione e conservazione del territorio nazionale, perché gli effetti positivi del Regolamento europeo sul Ripristino della natura non vengano diluiti o vanificati da altre politiche che agiscono in direzione contraria.
Le proposte dell’appello sono sostenute da molteplici azioni di ricerca e valutazione dello stato di conservazione delle specie, ottenuto anche grazie al coinvolgimento di volontari e progetti qualificati di Citizen Science.
Chiediamo alle autorità referenti un confronto tecnico con la comunità scientifica tramite tavoli di lavoro aperti coordinati da Ispra e dal Mase e predisporre un piano di monitoraggio pre e post sulla base delle linee guida Ispra, con il coinvolgimento delle Regioni e delle Province autonome“.
Crediti immagine: Depositphotos
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