Andrea Murdock Alpini ha portato il pubblico di Materia tra i “meravigliosi relitti degli abissi”

Novembre 26, 2025 - 06:00
 0
Andrea Murdock Alpini ha portato il pubblico di Materia tra i “meravigliosi relitti degli abissi”
Andrea Alpini Materia

A Materia, martedì 25 novembre, il pubblico ha seguito Andrea “Murdock” Alpini là dove di solito non scende nessuno, dentro quel buio compatto che avvolge miniere sommerse, transatlantici spezzati e storie che il mare conserva solo per chi ha la pazienza  (e la testa) di raggiungerle.

È da lì che è iniziata la serata allo Spazio Libero di VareseNews, un attraversamento guidato da una voce che conosce la profondità con metodo e disciplina.

RIVIVI LA SERATA A MATERIA

Il soprannome “Murdock”, racconta Alpini, nasce dall’A-Team: «Era realmente matto ma allo stesso tempo risolveva un sacco di cose» . Una combinazione che sente propria, ma sempre bilanciata: «La creatività ci vuole, ma ci vuole la logica. Se metti solo la logica perdi molto, se metti solo la creatività rischi troppo».

Il percorso che lo ha portato agli abissi più complessi parte dai laghi della provincia di Varese e si allarga alla ricerca scientifica, alla progettazione di materiali, alla fisiologia della decompressione. «Trasformare una passione in lavoro è la cosa più bella che si possa fare, ma rischi di esserne schiavi» ha raccontato. Lavora infatti con università, CNR, e ha ideato attrezzature perché «i materiali esistenti non erano adatti alle mie necessità».

Il primo video ha portato tutti in Sudafrica, nella miniera allagata di Komati Springs, a 1600 metri di altitudine. Un luogo remoto: niente elettricità se non tramite pannelli solari, nessun telefono, intorno cavalli, zebre, scimmie, gnu, elefanti. Qui la profondità cambia significato: «A diciotto metri hai un metro d’acqua e poi roccia». È un ambiente da speleologia subacquea, fatto di sagole posate giorni prima, generatori, silenzi assoluti, e immersioni che vanno pianificate al millimetro.

Poi l’Atlantico. L’emozione più forte, dice Alpini, arriva quando si raggiunge lo specchio d’acqua del naufragio: «Capisci che sei al cospetto di un pezzo di storia». La prima volta non l’ha vista: «L’ho toccata prima che vederla. Ho detto: “Ah, sei tu l’Andrea Doria”».

Prima ancora delle immersioni, però, c’è stato l’ingresso negli archivi dell’Ansaldo: «Non leggi le pagine, leggi i margini: lì trovi chi è venuto prima di te». Sono emerse versioni discordanti della collisione: «Leggi gli svedesi e hanno ragione loro. Leggi gli italiani e hanno mentito gli svedesi. La verità sta altrove».

Da quella spedizione è nato un gesto simbolico: riportare sul relitto un piatto dipinto a mano in Italia, «per riportare qualcosa dell’Italia verso un suo lembo di patria».

L’ultima tappa ha portato il pubblico nelle acque della Grecia, davanti al Britannic, la nave ospedale gemella del Titanic, affondata nel 1916 nel canale di Kea. Un relitto imponente, leggibile grazie alla luce chiara del Mediterraneo. La ricerca storica di Alpini passa dagli archivi scozzesi e dalle fotografie dell’infermiera Sheila Macbeth, superstite del naufragio.

Il pubblico di Materia ha seguito il percorso dalle miniere sudafricane alle correnti dell’Atlantico, fino alla distesa chiara del Mediterraneo. E la frase che Alpini ripete come un fondale comune resta la sua chiave di lettura di ogni immersione: «Il novanta per cento è testa, il dieci per cento è tecnica».

Andrea Murdock Alpini Materia

L'articolo Andrea Murdock Alpini ha portato il pubblico di Materia tra i “meravigliosi relitti degli abissi” sembra essere il primo su VareseNews.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News