Brand Finance Italy, in calo i brand della moda (-9%). Crolla Gucci (-27%)

Gucci perde la corona di principale marchio italiano per valore. Lo evidenzia l’edizione 2025 del report Brand Finance Italy 100 che sottolinea, peraltro, come tutto il settore moda sia sceso in classifica. In particolare, i brand della moda hanno subito un calo rispetto all’anno scorso (-9%), lasciando spazio di crescita alle banche (+26%) e alle assicurazioni (+24%). Sono Generali e Ferrari, infatti, i marchi italiani di maggior valore al vertice della classifica. Lo studio misura il valore monetario e di maggiore forza di attrazione – generato da immagine e reputation – tra i marchi italiani di punta.
Nello specifico, la compagnia di assicurazioni ha conquistato la vetta della classifica (+41%) con un valore di 15,2 miliardi di euro, davanti a Ferrari (+31%), in seconda posizione a 12,9 miliardi. Tonfo invece per Gucci, che ha subito un calo del 27% attestandosi al terzo posto con 10,2 miliardi di euro. Ferrari si conferma il brand italiano più forte, con un punteggio di 90,1 su 100 nel Brand strength index, consolidando ulteriormente la sua reputazione a livello globale. Il CEO del brand del cavallino, Benedetto Vigna, si distingue nel Brand guardianship index 2025, posizionandosi al quarto posto mondiale e superando, in termini di reputazione, leader internazionali come Elon Musk.
A livello settoriale, il 2025, come anticipato, evidenzia una performance negativa per i brand della moda, che segnano una flessione media del 9 per cento. Nonostante Gucci resti il marchio più influente nel settore fashion, perde due posizioni rispetto al 2024, passando dal primo al terzo posto nella classifica generale. Prada mantiene saldamente la nona posizione, risultando stabile e in lieve crescita in termini di valore (-1%). Gli altri grandi nomi del lusso italiano registrano una riduzione sia in valore che in classifica: Armani retrocede dall’undicesimo al dodicesimo posto, Moncler dal 15° al 18°, Bottega Veneta subisce un calo marcato dal 24° al 34°, Zegna scende di un gradino dal 37° al 38° e Brunello Cucinelli dal 68° al 73°. L’insieme del comparto moda risente quindi di una frenata significativa, a fronte di un contesto economico globale più incerto.
La crescita dei brand italiani nel loro complesso nel 2025 è positiva, con un incremento del 5%, superiore a quello registrato dai marchi tedeschi (-1%), cinesi (-1%) e britannici (+0%). L’andamento positivo riflette il miglioramento della capacità delle aziende italiane di attrarre consumatori e investitori, consolidando la competitività del made in Italy nel panorama globale.
”La crescita del valore dei brand italiani è senz’altro una buona notizia, perché indica un miglioramento della capacità di attrarre consumatori, quindi business; d’altra parte, i brand italiani crescono più facilmente di altri perché hanno mediamente un valore inferiore agli altri, quindi hanno maggiori margini di incremento”, sottolinea Massimo Pizzo senior consultant di Brand Finance.
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