Contraffazione e crollo in Borsa: così il fenomeno Labubu inizia a perdere magia

Novembre 27, 2025 - 00:00
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Contraffazione e crollo in Borsa: così il fenomeno Labubu inizia a perdere magia
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La Labubu Fever inizia a scricchiolare. Nel primo semestre dell’anno, la serie ‘Monsters’, di cui fanno parte le note action figure, ha rappresentato circa il 35% del fatturato totale di Pop Mart, rispetto al 14% dell’anno precedente. Un’elevata dipendenza dell’azienda cinese da un unico prodotto che alimenta le preoccupazioni degli investitori. Il valore delle azioni di Pop Mart, quotata a Hong Kong, è infatti già calato di oltre il 30% rispetto al picco di agosto. Parte delle perdite, riporta Bloomberg, è arrivata quando, durante una live-streaming, un dipendente si è lasciato andare a commenti sul prezzo del prodotti che hanno un entry price di circa 20 euro ma possono superare i cento per quanto concerne edizioni speciali e limited edition.

Solo pochi mesi fa l’unico store italiano della catena cinese, in corso Buenos Aires a Milano, era quotidianamente preso d’assalto da migliaia di clienti in cerca dell’oggetto del desiderio: il piccolo mostro con orecchie appuntite e denti seghettati alto circa 20 centimetri, protagonista di centinaia di unboxing sui social network. Pop Mart è un player specializzato proprio nel settore dei giocattoli da collezione, noto per la progettazione, lo sviluppo e la vendita di action figure originali. A rendere popolare il marchio è il concetto di ‘blind box’, l’acquisto  a scatola chiusa, senza conoscere quale personaggio è presente nella scatola. Il successo dei Labubu nel Belpaese ha spinto l’azienda cinese ad aprire domani una boutique romana e, secondo quanto risulta a Pambianconews, inaugurerà ancora a Milano, in via Dante, nei prossimi mesi.

Da cosa scaturisce lo scetticismo sul successo a lungo termine dei Labubu? Secondo Melinda Hu, analista senior per i consumi asiatici presso Bernstein a Hong Kong, “la scarsità, la caccia, lo stimolo dopaminico e il mercato secondario” ricordano da vicino la dinamica speculativa di Beanie Babies, prodotti dalla Ty Inc. a partire dal 1993, spesso citati come il primo fenomeno commerciale di Internet al mondo; collezionati non solo come giocattoli, ma anche come investimento finanziario a causa del loro alto valore di rivendita, crollato nel 1999. Hu avverte che, senza cambiamenti fondamentali nella strategia aziendale, non consiglierebbe a un investitore di lungo termine di puntare sulle azioni di Pop Mart.

“Non ho ancora visto prove che le altre proprietà intellettuali possano generare da sole un interesse duraturo. C’è visibilità limitata sul potenziale di crescita sostenibile di Pop Mart nel lungo termine”. La possibilità che i Labubu raggiungano una popolarità stabile e duratura paragonabile a quella di brand come Hello Kitty o Barbie è molto bassa. Questi brand ormai iconici non fanno leva su marketing speculativo, scarsità artificiale o sul meccanismo delle ‘blind box’, sono infatti sempre disponibili e accessibili, fattore cruciale per una crescita stabile nel lungo termine.

Alcuni analisti sono invece più ottimisti e segnalano come punti di forza del gruppo la fase iniziale di penetrazione globale e un tentativo di diversificare la gamma di prodotti. Secondo Morgan Stanley, oltre a lanciare nuovi prodotti, Pop Mart sta puntando sull’intrattenimento con parchi a tema, film, collaborazioni con celebrità. In particolare, la linea ‘Twinkle Twinkle’, viene vista come una possibile alternativa ai Labubu. Un’analisi di JPMorgan Chase & Co. stima che le vendite di ‘Twinkle Twinkle’ arriveranno a rappresentare l’8 % del fatturato di Pop Mart entro il 2027, contro il 2,8 % del primo semestre di quest’anno. Le peculiarità di ‘Twinkle Twinkle’ però sembrano difficilmente accostabili al boom che i Labubu hanno avuto in target anagrafici imprevedibili, ben oltre la fascia kids e teen. Sempre più spesso sono agganciati a borse di lusso, da Chanel a Hermès passando per Dior e Gucci. Senza contare le sempre più numerose collaborazioni con il mondo del lusso. La piattaforma di aste Joopier, di proprietà del direttore creativo del menswear di Louis Vuitton Pharrell Williams, ha ospitato una partnership esclusiva che ha unito il fashion brand Sacai, il fenomeno K-pop Seventeen e i Labubu. I pupazzi nati dalla penna dell’artista Kasing Lung sono anche protagonisti di una collezione firmata dalla maison francese di accessori Moynat, di proprietà di Lvmh, lanciata a ottobre, in concomitanza con il decimo anniversario dei ‘Monsters.

Ad intaccare la crescita dei Labubu potrebbero, infine, essere i cosiddetti Lafufu, la versione contraffatta che dilaga in tutto il mondo a causa della scarsità degli originali, acquistabili solo attraverso gli store Pop Mart e online ma spesso sold out. Il fenomeno dilaga anche in Italia, solo il mese scorso La Guardia di Finanza del comando provinciale di Palermo ha sequestrato oltre 10mila Labubu falsi (di cui 3mila presso un negozio di giocattoli all’interno di un noto centro commerciale palermitano). Pochi giorni fa a Milano sono stati sequestrati oltre mille pupazzi contraffatti durante un controllo in corso Buenos Aires, tra cui i Labubu, quindi proprio a pochi passi dallo store Pop Mart.

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Redazione Redazione Eventi e News