Cure gratis a cani e gatti: la nuova proposta di legge

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Un Servizio Sanitario per gli Animali: la proposta di legge ha l’obiettivo di offrire cure gratis a cani e gatti e di implementare una sanità veterinaria pubblica per chi ha redditi bassi.
Un sistema sanitario veterinario pubblico e accessibile, pensato per garantire cure agli animali domestici anche quando i loro proprietari non possono permettersele. È questo l’obiettivo della proposta di legge presentata da Michela Vittoria Brambilla, parlamentare di Noi Moderati e presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente (Leidaa).
L’iniziativa punta a introdurre in Italia una sorta di Servizio sanitario nazionale per gli animali da compagnia, capace di assicurare prestazioni gratuite o a costo ridotto a chi vive in condizioni economiche fragili.
Cure veterinarie per tutti: un aiuto alle famiglie in difficoltà
Il progetto di legge mira a tutelare i proprietari di cani e gatti con redditi molto bassi, in particolare coloro che non superano la soglia di 7 mila euro annui. Per questa fascia di cittadini, il servizio veterinario convenzionato diventerebbe completamente gratuito, eliminando l’ostacolo economico che spesso impedisce di garantire cure tempestive agli animali.
La proposta riconosce il legame affettivo sempre più stretto tra le persone e i propri animali, considerandoli parte integrante del nucleo familiare. In molti casi, infatti, soprattutto tra anziani soli, disoccupati o famiglie in difficoltà, gli animali rappresentano una presenza affettiva indispensabile, ma le spese veterinarie possono diventare insostenibili.
Un sistema pubblico di assistenza per cani e gatti
L’idea è quella di creare una rete di strutture convenzionate con il Servizio sanitario nazionale, in grado di offrire visite, vaccini, interventi chirurgici e farmaci veterinari a titolo gratuito per chi rispetta i requisiti di reddito.
Il servizio sarebbe riservato ai proprietari esenti dal pagamento delle spese sanitarie ordinarie per motivi economici, con l’intento di estendere il principio di equità che regola la sanità umana anche alla sfera animale.
In Italia, dove si stima vivano oltre 16 milioni di cani e gatti, il costo delle cure veterinarie rappresenta un problema crescente. La proposta di Brambilla nasce quindi dall’esigenza di evitare che, in assenza di risorse, molti animali vengano trascurati o abbandonati.
Inclusi anche randagi e animali assistiti da associazioni
La legge non si limita agli animali di proprietà. Tra i beneficiari rientrerebbero anche cani e gatti randagi, quelli ospitati nei rifugi o seguiti da associazioni animaliste riconosciute e senza scopo di lucro.
Una parte del progetto è infatti dedicata a sostenere le organizzazioni che ogni giorno si occupano di animali abbandonati o maltrattati, spesso affrontando spese ingenti per vaccini, sterilizzazioni e cure veterinarie.
Rientrerebbero tra gli aventi diritto anche i cosiddetti “cani di quartiere”, cioè gli animali liberi che vivono stabilmente in un territorio urbano e vengono accuditi da volontari o associazioni in collaborazione con i Comuni. Si tratta di una figura riconosciuta da molte amministrazioni locali, che hanno scelto di gestire la presenza dei randagi non con la reclusione nei canili, ma con la tutela e la cura sul territorio.
Pet therapy e animali da assistenza inclusi
Un’attenzione particolare viene riservata agli animali impiegati in terapie o attività assistite, come la pet therapy, utilizzata a fini riabilitativi o terapeutici per persone con disabilità, disturbi psichici o difficoltà relazionali. Anche i cani guida per ciechi e le colonie feline riconosciute dalle Asl rientrerebbero nel nuovo sistema di assistenza sanitaria veterinaria.
In questo modo, la proposta si inserisce in una visione più ampia del benessere animale, inteso come parte integrante del benessere umano e sociale.
Una misura con valore etico e sociale
Secondo Brambilla, l’introduzione di un servizio sanitario veterinario pubblico rappresenterebbe non solo un atto di civiltà, ma anche una misura di prevenzione sanitaria. Garantire cure di base e controlli regolari agli animali significa ridurre il rischio di diffusione di malattie, tutelando anche la salute collettiva.
Il progetto, inoltre, contribuirebbe a contrastare l’abbandono, fenomeno che in Italia resta ancora diffuso, specialmente nei mesi estivi. Molti casi di abbandono sono infatti legati all’impossibilità economica di sostenere le cure o gli interventi necessari per l’animale.
Verso una nuova idea di sanità “inclusiva”
La proposta di Brambilla apre un dibattito più ampio sul ruolo della sanità veterinaria pubblica in Italia, ancora oggi limitata agli interventi di profilassi o emergenza. L’obiettivo è estendere la tutela sanitaria anche agli animali da affezione, promuovendo una cultura del rispetto e della responsabilità.
Se approvata, la legge potrebbe rappresentare un passo decisivo verso una sanità più equa e compassionevole, capace di riconoscere che la salute non riguarda solo le persone, ma anche gli esseri viventi che condividono con noi la vita quotidiana.
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