Dal campo del Milan ai capannoni di Carnago: la storia della Nuova General Plast


A ventidue anni, Emilio Trabalza sognava il calcio. Era stato acquistato dal Milan, veniva dall’Umbria, e giocava nelle giovanili rossonere a Carnago, più precisamente nella mitica frazione di Milanello. Un infortunio lo costrinse però a lasciare la carriera sportiva, ma proprio da quel bivio nacque un’altra storia, fatta di lavoro, coraggio e plastica: la storia della Nuova General Plast.
«Mio padre era arrivato a Carnago per giocare nel Milan – racconta suo figlio Christian Trabalza, attuale titolare dell’azienda, nella puntata del 16 ottobre di “Materia d’Impresa” – lì conobbe mia madre, che era del paese. Mio nonno aveva un’officina meccanica, e nel cortile c’era una piccola azienda plastica in chiusura, perchè il titolare stava per andare in pensione. Un giorno gli disse: “Emilio, il calcio ormai… ma questa azienda sta per fermarsi, ti interessa rilevarla?”. E lui, con la follia dei ventidue anni, disse sì».
Era il 1975. Da quel momento, la General Plast diventa una piccola impresa familiare che lavora per Alfa Romeo, per le facciate dei grattacieli milanesi e per la Mattel. Una tipica azienda varesina “terzista”, capace di adattarsi di volta in volta alle richieste dei clienti.
L’arrivo del figlio Christian e la svolta digitale
Nel 1996 entra in azienda Christian, ventenne come suo padre all’epoca della fondazione. La sua prima mossa? Portare in fabbrica un po’ di modernità. «Un paio di anni dopo proposi di fare un sito internet, cosa che allora non era per niente scontata: Internet era proprio agli albori. Mio padre all’inizio era scettico, ma mi lasciò provare» racconta.
Fu una scelta lungimirante: grazie a quel sito un’azienda di Milano li contattò per produrre dei tappi per bobine, componenti in plastica che servono come supporto per la carta adesiva nelle scatole. Quel contatto, nato dal nascente web italiano, divenne un piccolo grande successo: «Dopo qualche anno l’azienda si trasferì da Milano a Udine, e molti dei lavoratori si sparpagliarono nelle aziende che c’erano qui intorno – spiega Christian – E ad ognuno, quando scoprivano che i tappi per bobine li facevano arrivare, chessò, dall’Inghilterra, questi lavoratori rispondevano: “Ma non sai che li fanno anche a Carnago?”» da lì arrivarono altri clienti, e nacque una rete di relazioni che oggi arriva fino alla Germania.

Green ante litteram
La Nuova General Plast si è distinta anche per un approccio “green” ante litteram. Quando il prezzo delle materie prime salì, l’azienda scelse di utilizzare plastica riciclata per contenere i costi. «Il motivo era prettamente economico, per contenere i costi – ammette Trabalza – usavamo scarti derivanti dai tappi ed altro, che un fornitore del varesotto ci faceva avere, il risultato però era che di fatto eravamo già green. Oggi lo diciamo con orgoglio, e i clienti esibiscono il certificato. Ma sarò sincero: se questo avesse come effetto il raddoppio del prezzo, perderei il cliente. L’interesse non è tale da far pagare ai clienti di più».
Frutto di razionalizzazione e occasione economica è un’altra svolta green che ha interessato con successo l’azienda: dal 2011 i capannoni dell’azienda di Carnago sono alimentati da un impianto fotovoltaico, che copre circa un terzo del fabbisogno energetico. Un investimento che allora sembrava azzardato, ma che nel tempo ha ripagato pienamente: «Abbiamo ragionato innanzitutto su una necessità: dovevamo sostitutire il tetto, che era in eternit. A quel punto, ne abbiamo approfittato, sempre con qualche perplessità di papà, per aggiungere anche i pannelli fotovoltaici, che godevano di un primo contributo statale. L’investimento è statao comunque importante, ma è stato ampiamente ripagato, specialmente negli anni del caro elettricità».
Una storia di famiglia
Nata dalla coppia tra Emilio e sua moglie, oggi l’azienda è portata avanti ancora una volta in coppia, da Christian e sua moglie: guidano un team di una decina di persone. Il padre Emilio ora è in pensione, ma ogni pomeriggio passa in azienda: «Prende il furgone, fa qualche consegna, respira ancora il profumo della plastica. È una cosa a cui non ci si disabitua mai».
La General Plast continua a produrre per settori diversi – medicale, illuminazione, componenti tecnici – mantenendo la flessibilità tipica delle imprese del Varesotto. E intanto guarda avanti: «Sto studiando come usare l’intelligenza artificiale nei processi produttivi. È un mondo che cambia, e bisogna essere pronti, come lo fu mio padre allora».
Il prossimo appuntamento con Materia d’Impresa è con Alfio Lavazza, della nautica Lavazza di Brebbia: un cantiere sul lago Maggiore che ha molte storie da raccontare. L’appuntamento è per lunedì 20 ottobre alle 14.30
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