Dal carbone al sole: nell’Europa centrale il fotovoltaico è cresciuto a un ritmo doppio della media Ue

Settembre 13, 2025 - 12:00
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Dal carbone al sole: nell’Europa centrale il fotovoltaico è cresciuto a un ritmo doppio della media Ue

Dal 2019 l'energia solare nell'Europa centrale è cresciuta a un ritmo doppio rispetto alla media dell’Ue. Un tempo associata al carbone, la regione è già oggi il motore dell'energia fotovoltaica in Europa e sta rapidamente diventando il centro nevralgico delle batterie diffuse nel continente. A evidenziarlo è un nuovo studio realizzato e pubblicato dal think tank Ember, che esamina le tendenze nella produzione di energia elettrica nella Repubblica Ceca, in Ungheria, in Polonia e in Slovacchia negli anni compresi tra il 2019 e il 2024, con anche alcuni approfondimenti sull’anno in corso.

Il dato principale sottolineato dal report è appunto che la produzione di energia solare nella regione è cresciuta più rapidamente della media dell’Ue, mentre l’energia da carbone è diminuita, sebbene i progressi siano stati diversi da un paese all’altro. Il secondo dato che emerge dall’analisi è la massica adozione di sistemi di stoccaggio in batterie e di altre tecnologie di flessibilità adottate fino ad oggi, che fanno di questi Paesi degli esempi di successo nell’Eurozona.

A rendere ancor più interessante quel che sta avvenendo nell’Europa centrale rispetto alle rinnovabili è il fatto che qui negli ultimi cinque anni la produzione di energia solare ha più che raddoppiato il tasso di crescita medio dell’Ue nonostante il modesto potenziale solare della regione, il Pil inferiore alla media e gli ostacoli politici.

Interessante, sì, ma anche paradossale per certi versi: stando ai dati forniti da Ember, nei mesi estivi di quest’anno l'energia solare ha fornito oltre il 40% dell'elettricità in Ungheria e oltre un quinto in Polonia. Tuttavia, e qui sta il paradosso, i piani nazionali per il 2030 fissano ancora obiettivi rinnovabili ben al di sotto della media Ue, rischiando un rallentamento dei progressi. Per mantenere lo slancio, i paesi dell'Europa centrale dovrebbero dunque accompagnare la crescita dell'energia solare con la flessibilità della rete e lo stoccaggio, sfruttando il loro ruolo di leader nella produzione di batterie.

Dal 2019 al 2024, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia hanno aumentato la produzione cumulativa di energia solare di quasi sei volte, passando da 5 TWh a 29 TWh, rispetto all'aumento di 2,5 volte registrato nell’Ue (da 125 a 308 TWh).

L’Ungheria è diventata leader mondiale nel 2024, con l’energia solare che contribuisce per quasi il 25% alla sua produzione di elettricità. La Repubblica Ceca ha quasi raddoppiato la sua produzione di energia solare dal 2019 ed è diventata la prima nella regione a legalizzare l’agro-fotovoltaico.

La regione dell’Europa centrale, tra l’altro, rappresenta un importante polo di produzione di batterie. L’Ungheria e la Polonia si collocano costantemente tra i principali esportatori di batterie al mondo. Con uno dei più grandi progetti di batterie su scala di rete nell’Ue, la Polonia sta diventando un mercato leader del settore.

Nel report di Ember viene sottolineato che nonostante un contesto politico sfavorevole, la regione è diventata una delle storie di successo dell'Europa nel settore dell’energia solare ed è pronta a guidare la prossima fase della transizione verso l’energia pulita, a condizione che vengano attuate le politiche giuste per garantire una leadership duratura.

La sfida nei prossimi anni andrà giocata proprio su questo. Sebbene i Paesi dell’Europa centrale siano in ritardo rispetto all’Ue in materia di politica climatica e abbiano fissato alcuni degli obiettivi più bassi in termini di energie rinnovabili, hanno ampiamente superato l'Ue nella crescita della produzione di energia solare. Quale direzione prenderanno ora? Storicamente, i cosiddetti Quattro di Visegrad (Cechia, Ungheria, Polonia e Slovacchia) hanno mostrato un’ambizione limitata nello sviluppo della produzione di energia rinnovabile. I loro obiettivi per il 2020 in materia di energie rinnovabili erano inferiori alla media dell’Ue e hanno spesso cercato di indebolire le politiche climatiche comunitarie, come il Green deal europeo. Tuttavia, dall'introduzione dello stesso pacchetto di politiche verdi, nel 2019, i quattro paesi hanno aumentato la produzione di energia solare a un ritmo doppio rispetto alla media dell’Ue e si sono profondamente trasformati rispetto alle realtà che erano, fortemente dipendenti dal carbone.

Nella Repubblica Ceca, la quota del carbone nella produzione di energia elettrica è diminuita di 7 punti percentuali negli ultimi cinque anni e il governo ha anticipato la data di eliminazione graduale del carbone dal 2038 al 2033. In Ungheria, la quota del carbone si è dimezzata dal 12% al 6% tra il 2019 e il 2024, accompagnata da un calo del gas dal 25% al 19%. La Polonia ha generato più elettricità da fonti rinnovabili che da carbone per la prima volta nel giugno 2025, mentre la chiusura dell'ultima centrale elettrica a carbone della Slovacchia nel 2024 ha ridotto al minimo il suo utilizzo di carbone nella produzione di elettricità, ora limitato agli impianti di cogenerazione. Nel report di Ember viene sottolineato non a caso che il successo di questi quattro paesi nel tasso di crescita dell’energia solare si distingue come un esempio significativo, non solo per l’Unione europea, ma anche per le economie in via di sviluppo con sistemi energetici ancora dipendenti dal carbone, offrendo un modello per le economie emergenti di tutto il mondo.

Nell’analisi del think tank viene però anche sottolineato che per sostenere la crescita e avvantaggiare i consumatori, l’energia solare deve andare di pari passo con la diffusione delle batterie e di altre soluzioni pulite che garantiscano flessibilità.

I paesi dell'Europa centrale, nonostante i buoni risultati registrati sul fronte della produzione, devono ancora accompagnare la rapida crescita dell’energia solare con progressi simili nella diffusione delle batterie. Ad agosto 2025 i paesi dell'Europa centrale avevano installato solo 0,1 GW di batterie su larga scala, meno del 2% della capacità installata dell'Ue, nonostante rappresentassero il 10% della capacità solare del blocco. Il ritardo nell'installazione delle batterie sta già causando problemi: nel giugno 2025, in media il 12% dell'energia solare generata in Polonia è stata ridotta. Le misure politiche a sostegno del solare devono quindi orientarsi verso la rimozione degli ostacoli allo stoccaggio, alla risposta alla domanda e ad altre soluzioni di flessibilità pulita.

Sebbene la regione nel suo complesso abbia una capacità installata molto limitata, viene spiegato nel report di Ember, i progetti nazionali relativi alle batterie presentano un quadro più diversificato. Ad agosto 2025, la capacità installata delle batterie su larga scala in Polonia era bassa (circa 0,02 GW), ma nei prossimi cinque anni è prevista una forte accelerazione. Il Paese ha uno dei più grandi progetti di batterie su scala di rete nell'Ue: 7,3 GW, di cui 0,8 GW già autorizzati o in costruzione. Questa accelerazione è stata favorita dal successo delle batterie nelle aste del mercato della capacità del 2023 e del 2024, che hanno fornito un flusso di entrate prevedibile per i nuovi impianti, e, più recentemente, da un programma di sovvenzioni dedicato allo stoccaggio, che fornisce sovvenzioni e prestiti fino a 1,2 miliardi di euro.

Ma tutto ciò non basta. Uno strumento fondamentale per integrare l'energia solare e ridurre i costi per i consumatori, viene sottolineato nell’analisi realizzata dal think tank, è la flessibilità della domanda. Il problema però è che i paesi dell'Europa centrale devono ancora sfruttarne appieno il potenziale. Solo una minoranza delle famiglie della regione dispone di contatori intelligenti, con percentuali che vanno dal 3% della Repubblica Ceca al 36% della Polonia, mentre altri paesi dell'Ue, come i Paesi Bassi, la Francia o la Spagna, hanno già raggiunto oltre il 90% nel 2023. Ciò rende difficile per i consumatori dell'Europa centrale modificare i propri modelli di consumo di elettricità e adeguarli alla disponibilità di energia solare.

Tuttavia vengono evidenziati anche segni di progresso. In Polonia, la flessibilità della domanda da parte dei grandi consumatori di elettricità è stata utilizzata per bilanciare la rete dal 2017, con fino a 1 GW contrattato direttamente dal gestore della rete e, dal 2021, attraverso le aste del mercato di capacità. Nel settembre 2022, la rapida diffusione della risposta alla domanda ha contribuito a bilanciare la rete durante una situazione di stress. Nella Repubblica Ceca, oltre il 90% dei nuovi impianti solari domestici è abbinato a una batteria – uno dei tassi di attacco più alti in Europa – e a un contatore intelligente. Dall'aprile 2025, il gestore della rete di trasmissione acquista flessibilità della domanda dalle famiglie per il bilanciamento della rete. Circa 400 batterie domestiche possono caricare o scaricare in modo affidabile nella rete elettrica in modo automatizzato. Non solo: durante il blackout locale del luglio 2025 in Repubblica Ceca, centinaia di famiglie che partecipavano a un programma di flessibilità hanno contribuito a ripristinare la stabilità della rete assorbendo collettivamente 6 MWh di surplus di generazione nelle loro batterie domestiche.

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