Demon Slayer: Il Castello dell’Infinito – l’abbiamo visto in anteprima! – Speciale

Ieri sera, 10 settembre, abbiamo avuto l’occasione di assistere all’anteprima nazionale di Demon Slayer – Kimetsu no Yaiba: Il Castello dell’Infinito presso l’UCI Cinemas Bicocca di Milano. L’evento, organizzato da Sony Pictures e Crunchyroll, ha richiamato un pubblico caloroso di fan, pronti a vivere sul grande schermo l’inizio della trilogia conclusiva dell’anime firmato Ufotable.
Con i suoi 155 minuti di pura emozione, il film cattura subito lo spettatore. La trama è semplice ma intensa: Tanjiro Kamado, insieme agli altri membri della Squadra Ammazzademoni e ai Pilastri, affronta un duro allenamento in preparazione allo scontro finale. Quando Muzan Kibutsuji attacca, Tanjiro e i suoi compagni si ritrovano intrappolati nel “Castello dell’Infinito”, un’architettura suggestiva e in continuo movimento che diventa il palcoscenico perfetto per lo spettacolo.
Le animazioni sono di altissimo livello e il comparto sonoro è eccezionale: il surround immersivo permette di percepire ogni dettaglio. Quando Doma, la Seconda Luna Crescente, scaglia i suoi tessen, ventagli mortali che lanciano lame d’aria ghiacciata, si ha quasi la sensazione del freddo attorno, entrando completamente nell’azione.
Ma ciò che rende Il Castello dell’Infinito ancora più potente è il background dei personaggi e il modo in cui ci vengono raccontate le loro storie. Demoni, Lune Crescenti e Pilastri combattono tutti per un motivo e sono accomunati dal dolore. Lo scontro tra Akaza e Tanjiro con Giyu è uno dei più emozionanti mai visti in Demon Slayer: ci mostra come dall’amore possa nascere un odio così profondo.
Akaza odia i deboli e soprattutto odia Tanjiro, perché gli ricorda il suo passato. La sua trasformazione in demone è ciò che gli resta dopo aver deluso se stesso, per aver infranto la promessa di proteggere chi amava. I tatuaggi sul suo corpo raccontano ancora la sua natura umana: in passato, quei tatuaggi significavano essere un ladro, costretto a rubare per salvare suo padre gravemente malato. Da bambino, possedeva forza e resistenza straordinarie, e la comunità lo considerava un “figlio di demone”.
Demon Slayer – Il Castello dell’Infinito è un’esperienza visiva e emotiva che conferma il talento di Ufotable nell’animazione e nella narrazione
Non potendo sopportare la colpa per la morte del padre, Hakuji sembra destinato a una vita miserabile, finché Keizo e sua figlia Koyuki lo accolgono nel loro dojo. Koyuki, malata, diventa per Hakuji una figura dolce e amorevole di cui prendersi cura, ricordando al pubblico che i malati non hanno colpe e non hanno scelto di soffrire. Quando Koyuki guarisce, chiede a Hakuji di sposarla, coronando il loro sogno d’amore. Purtroppo, la felicità ha un prezzo: il pozzo viene avvelenato per codardia e Hakuji perde le persone a lui più care, trovando in Muzan l’unico appiglio di sopravvivenza e la trasformazione in demone.
Durante tutta la battaglia, il ricordo di Koyuki e l’amore per lei, dopo tutti questi anni, saranno fondamentali ai fini della trama, rendendo ogni colpo, ogni attacco, e ogni sacrificio dei personaggi ancora più intenso.
Con un’emozionante sequenza finale, mentre i corvi sorvolano il castello, si chiude per ora un capitolo, lasciando un’unica grande domanda: dove si trova Muzan? E quanto dovranno ancora sacrificare i Pilastri per sconfiggerlo?
Demon Slayer – Il Castello dell’Infinito è un’esperienza visiva e emotiva che conferma il talento di Ufotable nell’animazione e nella narrazione, capace di fondere battaglie spettacolari con profonde storie umane.
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